N.03
Maggio/Giugno 2003

Affettività, sessualità e vocazioni: quale cammino di maturazione nella direzione spirituale?

Difficile e delicato il tema che il Centro Nazionale Vocazioni ha voluto scegliere per il suo XVIII Seminario di formazione sulla Direzione Spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale, che si è tenuto quest’anno al Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata (Colledara, Teramo) dal 22 al 25 aprile. Si è deciso di trattare il rapporto tra sessualità e vocazioni nella maturazione vocazionale e in particolare nella direzione spirituale. Tema a volte doloroso, ma anche ineludibile per chi deve crescere nella castità, sia consacrata sia matrimoniale, e vuole realizzare la sessualità in modo coerente con la sua vocazione, senza frustrazioni. Il CNV aveva già dedicato uno dei suoi Convegni nazionali proprio alla Verginità per il Regno e l’annuncio di questo valore evangelico è sempre più al centro della sua azione pastorale e
formativa. Quest’anno si è voluto cogliere l’occasione di un incontro tra un santo giovane, S. Gabriele dell’Addolorata, che sta attirando attorno al Santuario, grazie anche all’opera intelligente e sollecita dei Padri Passionisti, una grande quantità di giovani, e il tema dell’educazione dell’affettività in vista
della santità. Come sempre per questi seminari, si è svolto un lavoro molto intenso sia nei dieci gruppi su dei casi appositamente creati, sia nell’ascolto di lezioni notevoli per quantità e qualità. I partecipanti erano quasi tutti appartenenti al tipo di educatori che il CNV vorrebbe avere per questo cammino di
formazione: direttori spirituali, formatori, sacerdoti e religiosi impegnati in pastorale giovanile, religiose e consacrate impegnate nella formazione o nell’attività vocazionale; qualche laico giovane o sposato. Ci eravamo posti lo scopo di presentare sia la sessualità nel suo sviluppo e nelle potenzialità di cui
è portatrice anche nelle vocazioni di speciale consacrazione, sia i casi difficili da discernere e da accompagnare. La competenza dei relatori e dei responsabili dei gruppi, scelti tra guide spirituali collaudate e capaci di integrare spiritualità e scienze umane, ha fatto il resto.

Suor Elena Bosetti nella prima relazione illustra le componenti antropologiche dell’amore e dell’affettività nella Bibbia. Amare, secondo la Scrittura, coinvolge la carne, le viscere, i reni, il cuore, non solo il corpo, l’anima e lo spirito. Col Cantico dei cantici e dal racconto della creazione, approfondisce il lessico antropologico del desiderio, della passione, della ricerca e dell’esperienza amorosa. Il percorso affettivo di Davide e quello di Gesù sono messi in parallelo: le relazioni con l’avversario, le donne, l’amico, la madre, il discepolo, il traditore. L’eros, la philia, l’agape sono interpretate anche da Gesù in modo eminente, nell’uso che fa della sua corporeità luminosa, nella capacità del “Pastore bello” di deporre la sua vita per le pecore, nel dare lo Spirito e far nascere la Chiesa con la morte del suo corpo.

Nella seconda relazione, il P. Adolfo Lippi presenta alcuni ritratti di santi e sante giovani passioniste per dimostrare che si può contribuire alla santità con una seria educazione dell’affettività: la loro avventura umana, piena di scelte, di lotte e superamenti nel campo dell’affettività ne è la prova. Si può essere giovani, innamorati e santi. Anzi forse è proprio la capacità di integrare queste forze che dà energia alla santità.

“Il corpo è per il Signore”: l’affermazione biblica è stata tradotta in indicazioni pedagogico-spirituali per i formatori da suor Lucia Mainardi. Il corpo umano, che porta l’impronta di Dio fin dalla creazione, va educato, soprattutto nei sensi, vista la sua destinazione al dialogo, all’incontro con l’altro e anche con Dio. È soprattutto la sessualità che va integrata nel cammino vocazionale, anche se con i limiti e le ferite che molti giovani oggi portano con sé. La direzione spirituale è un cammino prezioso e personale che può aiutare come forse nessun altro strumento a riconoscere quello che si è affettivamente e ad accettarlo per orientarlo, secondo la specificità di ogni vocazione.

La quarta relazione la si deve a P. Amedeo Cencini, ed è dedicata alla parte più scottante del Seminario: “I casi difficili: il discernimento vocazionale di fronte alle immaturità e alle patologie dello sviluppo affettivo-sessuale”. Oggetto di essa è il discernimento, con i suoi elementi normativi (spirituali) ed ermeneutici (psicologici), che permettono di interpretare i problemi, individuando un “ordo” oggettivo da rispettare nella sessualità, nell’amore e anche nella verginità. Circa i casi difficili, vengono distinti i livelli delle problematiche, soprattutto di quelle radicate in patologie rilevanti, diverse da quelle legate ai meno gravi disordini della personalità e alle normali dinamiche dell’esistenza. L’analisi dello sviluppo affettivo sessuale dall’infanzia alla maturità permette di veder dei passaggi importanti che lasciano tracce profonde, a volte assai negative, che si manifesteranno già nell’adolescenza (nel modo in cui è vissuto l’eventuale autoerotismo, l’omoerotismo, l’eterosessualità). Una parte importante dell’analisi si ferma sulla problematica omosessuale (distinta dalla pedofilia e dall’efebofilia, più gravi), per raccogliere le indicazioni del magistero e una serie di quattordici elementi per la valutazione divisi in tre ambiti: la tendenza in sé; il rapporto del soggetto con la propria tendenza omosessuale; la qualità del controllo comportamentale. Gli elementi sono elaborati per dare la possibilità ai formatori e alle guide spirituali di valutare l’autenticità della vocazione, l’eventuale capacità di integrazione del soggetto, la sua libertà di scelta.

I coniugi Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese riflettono sulle relazioni sponsali e familiari come elemento essenziale per la formazione della persona. I valori evangelici più importanti e gli atteggiamenti concreti che li realizzano con uno stile proprio alla famiglia, costituiscono la base di tutte le vocazioni.

Don Luca Bonari, Direttore del CNV, fa luce infine sullo spazio pastorale in cui si situa un accompagnamento spirituale e vocazionale che si assume la responsabilità educativa della vocazione all’amore e alla castità: la comunità cristiana. La vocazione all’amore e alla castità, che è propria della persona in quanto tale ha bisogno della comunità cristiana come l’indispensabile grembo materno di ogni vocazione personale. In essa la responsabiltà educativa alcuni la possiedono per natura, altri per grazia. Don Luca propone alcuni momenti caratteristici della vita parrocchiale come i luoghi di un nuovo e vigoroso annuncio vocazionale: a un funerale, a una coppia di fidanzati, in un gruppo di adolescenti, ai bambini della prima comunione, nella preparazione di un battesimo.