Un progetto di ricognizione, riflessione, riproposizione
A dieci anni dalla pubblicazione del Piano Pastorale per le Vocazioni Vocazioni nella Chiesa Italiana (26 Maggio 1985) è sorta pressoché spontanea l’esigenza di “fare il punto”, in maniera ampia e approfondita, sul cammino fatto dalla pastorale vocazionale in Italia.
L’Ufficio del CNV ha iniziato questa riflessione con un primo scambio di opinioni già nel Febbraio 1993. Momento centrale di tale ricerca è stato, successivamente (Giugno 1994), il coinvolgimento sulla riflessione interdisciplinare di alcuni esperti e, in momenti successivi (Maggio 1995), dei membri del Consiglio Nazionale. Da questa prima fase di riflessione è emersa l’esigenza di evidenziare le motivazioni teologiche che fanno da sfondo alla attuale prassi della pastorale vocazionale nella Chiesa italiana, in vista di una sua riformulazione e di un corretto rilancio. Si è lavorato e ci si preoccupa infatti molto per le vocazioni di speciale consacrazione nelle Chiese locali e negli Istituti italiani di speciale consacrazione. Meno forse si è avuta l’opportunità di riflettere sul rapporto vitale tra l’azione di pastorale vocazionale e l’orizzonte teologico al quale si riferisce.
La costante diminuzione numerica delle vocazioni nei seminari diocesani, nelle case di formazione degli Istituti di vita consacrata e la conseguente apprensione quantitativa nei confronti di questa situazione può spiegare il perdurare ancora oggi di una sorta di divaricazione tra urgenze pastorali e riflessione teologica.
Da parte di molte Chiese locali e Istituti di vita consacrata si è riflettuto e si è prodotto molto da questo punto di vista. Per questo pare giunto il momento nella Chiesa italiana di fare sintesi. Pretendere dunque di rivolgersi più decisamente alla radice teologica nella cura pastorale delle vocazioni potrebbe segnare il superamento definitivo della fase dell’emergenza e dell’urgenza nei confronti delle vocazioni di speciale consacrazione, ritrovando “l’anima” dello stesso Piano per le Vocazioni.
Le “scommesse” del piano pastorale per le vocazioni
Nella “presentazione” al Piano – a firma della Commissione CEI per l’Educazione Cattolica, a cui il Centro in quegli anni faceva riferimento, nella persona del compianto Mons. Antonio Ambrosanio, il cui contributo teologico fu decisivo per la completezza del Piano stesso – si trova la seguente sintesi:
“Il presente Piano premette un’illuminante riflessione teologica sulla vocazionalità della e nella Chiesa, delineando quasi il ‘volto vocazionale’ di essa; prende poi in considerazione la situazione vocazionale italiana, con particolare riferimento alle vocazioni di speciale consacrazione, ed espone un ben articolato piano con riferimento ai soggetti, ai contenuti, ai responsabili, ai metodi e alle strutture della pastorale per le vocazioni… L’impostazione di fondo del problema vocazionale è essenzialmente teologica, soprannaturale. Essa si radica nel mistero stesso di Dio e della chiesa… Di qui, il costante richiamo, che percorre tutto il documento, al primato del soprannaturale che non spegne ma favorisce l’autentico dinamismo della pastorale vocazionale”.
Il “primato del soprannaturale”, dunque, anima, contenuto, metodo, linea di orientamento del Piano Pastorale delle Vocazioni Vocazioni nella Chiesa italiana. È a questo primato che profeticamente s’ispirano e da esso prendono senso le scelte pastorali del Piano, sulle quali si è misurato e mosso il cammino di questo ultimo decennio di pastorale vocazionale nella Chiesa italiana e che possono essere così riassuntivamente focalizzate.
– La pastorale vocazionale unitaria: un “atto” e “un fatto” di Chiesa
La pastorale vocazionale unitaria, nel tessuto vivo di una Chiesa locale, è lo “spirito” e la “scommessa” di fondo del Piano. Non si tratta certo di una strategia. Le motivazioni teologiche – l’ecclesiologia di comunione caratterizzante il Vaticano II e i criteri pastorali conseguenti – ne sono il fondamento indiscusso: “La pastorale vocazionale unitaria scaturisce dalla vita di comunione della Chiesa” (P.P.V., 1). Gli stessi organismi unitari della pastorale vocazionale – a livello nazionale e regionale, in specie nelle Chiese locali il Centro Diocesano Vocazioni – visibilizzano tale comunione nel mettersi a servizio, a nome e su mandato del Vescovo, di tutte le vocazioni consacrate che sono dono di Dio alla sua Chiesa.
– La pastorale vocazionale come “scelta educativa” della comunità cristiana
È l’altra scommessa portante del Piano. La dimensione vocazionale anima della educazione alla fede e degli itinerari educativi propri della comunità cristiana, nelle sue diverse articolazioni – famiglia, parrocchia, scuola, gruppi e associazioni ecclesiali – e specificamente della pastorale ordinaria e giovanile. È il filo conduttore di fondo del Piano: “fine ultimo” dell’educazione, e specificamente il fine dell’educazione alla fede, non può non essere mirato, nel quadro dell’accompagnamento alla “maturità” del singolo nella comunità cristiana, a condurre verso la “verità della propria vocazione”.
– Il primato della spiritualità
Autentica “vita nello Spirito” e maturazione vocazionale sono un binomio inscindibile: è il “filo rosso” che solca e guida tutto il Piano. Non può darsi vera maturazione vocazionale se non all’interno di un forte cammino spirituale: una vita spirituale solida, personale ed ecclesiale, è la “sede” che permette alla chiamata di essere udita e alla risposta di essere data con convinzione, entusiasmo e soprattutto di essere fondata su motivazioni autentiche, bibliche. Cuore, alimento e verifica ad un tempo di un’autentica spiritualità è la preghiera: via al cuore di Dio e al cuore dell’uomo, in questo senso “cardine” della proposta e maturazione vocazionale.
– La proposta vocazionale come proposta di itinerari educativi
C’è un passaggio del Piano che ha segnato e sta segnando nel metodo e nei contenuti la pastorale delle vocazioni dei nostri giorni. È il seguente passo: “Fare proposte vocazionali ai giovani d’oggi significa indicare un cammino spirituale ovvero un cammino di fede in chiave vocazionale” (P.P.V., 47). Perché è provvidenziale e decisiva questa indicazione? Un “cammino”, pedagogicamente, garantisce la maturazione e il discernimento di motivazioni vocazionali autentiche: la maturazione di un’armonia vocazionale stabile, di un vero e proprio progetto di vita. In questa ottica il Piano illumina gli educatori alla fede a trovare un equilibrio tra pastorale ordinaria, proposta di itinerari di fede, iniziative forti della pastorale vocazionale (es. settimane vocazionali parrocchiali, week-end vocazionali, ecc.) riportando costantemente la dimensione vocazionale al cuore dei cammini ordinari di fede propri della comunità parrocchiale, luogo specifico dell’annuncio del “Vangelo della vocazione”.
– L’educatore alla fede: un vero e proprio animatore vocazionale, una “guida spirituale”
L’educatore alla fede – presbitero, consacrato o laico – è naturalmente a servizio della maturazione vocazionale delle giovani generazioni; nella comunità ecclesiale è una “figura vocante” a condizione che sia un “testimone”, un “maestro di preghiera”, una “guida spirituale” con una profonda coscienza ecclesiale, una chiara coscienza educativa, una coscienza vocazionale esplicita. In definitiva: un orante che vive di “lectio divina”, educando a ciò le giovani generazioni.
Il “Progetto” di ricognizione, riflessione, riproposizione
Il presente “Seminario di Studio” è il primo passo del “progetto globale” di ricognizione, riflessione e riproposizione della pastorale vocazionale nella Chiesa italiana.
Le finalità di tale “progetto” sono le seguenti: verificare e approfondire la riflessione teologico-pastorale che fonda e motiva la pastorale delle vocazioni; fare il punto sugli orientamenti pastorali presenti nel “Piano Pastorale per le Vocazioni” che hanno sostenuto il cammino di pastorale vocazionale delle diocesi italiane nel decennio 1985-1995; offrire alla Chiesa italiana elementi teologici e pastorali utili per un’eventuale revisione e rilancio del Piano Pastorale per le Vocazioni da parte della Conferenza Episcopale; proporre agli operatori pastorali, in primis ai parroci, un vademecum essenziale di orientamenti pedagogico-operativi di pastorale vocazionale.
Le tappe o fasi di sviluppo di tale “progetto” sono così programmate.
– Prima fase: la “Ricognizione”
La “ricognizione” ha focalizzato il lavoro di studio e ricerca alle seguenti aree, che sono oggetto della riflessione di questi giorni.
La ricezione da parte delle comunità cristiane delle indicazioni di pastorale vocazionale espresse dal Piano. Le diverse fasi della pastorale vocazionale nella Chiesa italiana con particolare riferimento agli ultimi quindici anni. L’evoluzione teologica dell’idea di vocazione a partire dai documenti del Vaticano II. Gli interventi magisteriali più significativi sulla pastorale vocazionale a partire dal Piano pastorale della Chiesa italiana. Come avremo modo di constatare nel corso dei nostri lavori questa prima fase di ricognizione ha seguito un rigoroso metodo scientifico.
Per quanto riguarda l’area della ricerca sulla “ricezione da parte delle comunità cristiane delle indicazioni di pastorale vocazionale” a partire dal Piano del 1985, è stata realizzata una ricerca su questo tema specifico: “la pastorale delle vocazioni nelle diocesi italiane”.
La ricerca – finalizzata a conoscere “come” in questi dieci anni dal Piano Pastorale per le Vocazioni, il Piano stesso è stato “assunto” nelle diocesi italiane sia nei suoi principi ispiratori, sia nei suoi orientamenti pastorali – è partita già nel maggio scorso affidata ai Centri Diocesani Vocazioni, tramite i Centri Regionali Vocazioni, con precise indicazioni metodologiche e dei tempi di lavoro.
Gli strumenti della ricerca sono state due “schede-questionario” molto puntuali: l’una finalizzata a raccogliere “dati” sulla “ricezione” del Piano nelle diocesi italiane, l’altra finalizzata alla “lettura-analisi” di esperienze vocazionali significative e qualitativamente rilevanti.
La ricerca, centrata essenzialmente sulla Chiesa locale, è stata integrata da una triplice ricerca – tramite apposito e specifico questionario – proposta e seguita direttamente dai rappresentanti delle categorie vocazionali presenti nell’Ufficio Unitario del Centro: i religiosi, le religiose, gli istituti secolari. Tale triplice ricerca ha cercato di rispondere a due interrogativi di fondo: quali filoni di pastorale vocazionale i Piani vocazionali degli Istituti di vita consacrata hanno di fatto recepito del Piano pastorale per le Vocazioni della Chiesa italiana e quali esperienze vocazionali sono in atto in tali Istituti?
Accanto a questa ricerca sui “quattro” versanti sopra ricordati resta significativo la ricerca “storica”, che analizza le diverse fasi della pastorale vocazionale nella Chiesa italiana con particolare attenzione agli ultimi quindici anni; la ricerca teologica che ripercorre l’evoluzione teologica dell’idea di vocazione nel dopo-Concilio; la ricerca pastorale che rilegge gli interventi del Magistero episcopale italiano a partire dalle Lettere, Piani e Programmi pastorali dei vescovi Italiani sul versante specifico della pastorale delle vocazioni.
– Seconda fase: la “riflessione”
Il lavoro sopra descritto sfocia pressoché naturalmente nel presente “seminario di studio”. Il lavoro di questi giorni – a partire dalla preghiera personale e comunitaria, dall’ascolto delle relazioni in programma, dal lavoro dei “laboratori di studio”, dallo scambio fraterno – a me pare significativo per un duplice motivo: i contenuti su cui rifletteremo e la “qualità” dei partecipanti invitati. Per quanto riguarda i contenuti mi pare utile, stando al cammino fatto in questi anni dalla pastorale vocazionale nella nostra Chiesa, che si dia risposta ai seguenti interrogativi: quale teologia della vocazione ha sostenuto e sostiene la pastorale delle vocazioni? Come il Magistero Episcopale ha accolto ed espresso gli orientamenti del Piano Pastorale per le Vocazioni? Come tale Piano e gli orientamenti maturati nel decennio sono stati recepiti dalle comunità cristiane?
Per quanto riguarda i destinatari e partecipanti al Seminario mi pare significativa anzitutto la partecipazione del Presidente della Commissione Episcopale CEI per il Clero Mons. Masseroni (S.E. Mons. Magrassi, per la Commissione Vita Consacrata, è dispiaciuto di non poter essere presente), di alcuni Vescovi incaricati regionali per la pastorale vocazionale e di una trentina di persone che in questi anni sono state impegnate a diverso titolo nella pastorale delle vocazioni. Ovviamente è prevista – a partire dalle conclusioni dei lavori di questi giorni – la “consegna” della riflessione teologica e degli orientamenti pastorali emersi alla Presidenza e al Consiglio Permanente CEI, al fine di avere valutazioni e indicazioni per il lavoro successivo.
– Terza fase: la “riproposizione”
La “riproposizione” si pone su un duplice versante: teologico e pastorale. Per la riproposizione “teologica” è previsto un “Simposium” – espressione della Commissione CEI per il Clero e per la Vita Consacrata, insieme al Centro Nazionale Vocazioni – nel quale verranno approfonditi i contenuti teologico-pastorali con la partecipazione di docenti delle Pontificie Università e delle Facoltà Teologiche italiane, nonché di esperti di pastorale vocazionale.
Ai fini di una riproposizione “pastorale” la riflessione e gli orientamenti maturati in questo lungo iter auspichiamo che siano oggetto di una più ampia valutazione nell’ambito di una prossima Assemblea CEI (1997?), al fine di fare il punto circa le nuove emergenze sulla situazione delle vocazioni in Italia.
Il tutto in vista della attuazione pastorale e concretamente in vista di: individuare le vie per immettere nella pastorale ordinaria un nuovo afflato vocazionale, sostenuto da una precisa teologia e spiritualità; offrire un “Piano Pastorale per le Vocazioni” rivisitato alla Chiesa Italiana; produrre una pubblicazione scientifica di carattere teologico-pastorale su “la pastorale delle vocazioni nella chiesa italiana oggi”; realizzare un “Dizionario di pastorale vocazionale”; proporre agli educatori alla fede, specificamente ai parroci, un “vademecum” essenziale di pastorale vocazionale.