Nella lettera del Papa per la preparazione del Giubileo troviamo al n. 42 – quasi a chiusura degli orientamenti per il 1997 – un’indicazione con la quale mi piace iniziare l’Editoriale del numero che il ‘97 viene a chiudere. Afferma il S. Padre:
Tutto dovrà mirare all’obiettivo prioritario del Giubileo che è il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani. È necessario, pertanto, suscitare in ogni fedele un vero anelito alla santità, un desiderio forte di conversione e di rinnovamento personale in un clima di sempre più intensa preghiera e di solidale accoglienza del prossimo, specialmente quello più bisognoso.
Non va dimenticato che per il credente questi sono anni straordinari di crescita, di verifica, di rinnovamento di una vita autenticamente “teologale”. Non va dimenticato l’orizzonte vocazionale per cui acquistano senso tutte le nostre riflessioni e il nostro impegno educativo.
Questo numero prepara e accompagna la celebrazione del nostro annuale Convegno nazionale di studio. Aspetti biblici, teologici, pastorali, pedagogici… Benone! Ma per andare dove? Andarci come? Per andare là dove conduce l’obbedienza della fede, per “pellegrinare” sicuri verso la patria alla quale siamo chiamati… Per andarci con una crescente, coraggiosa, radicale risposta d’amore all’amore. Siamo fatti per questo. Inutile tentennare, voltarsi indietro… Sciocco attardarsi come se questa avventura terrena fosse “la” vita… Stupido e puerile cercare di scusare con penosi balbettii le nostre “disobbedienze” vocazionali… Giusto invece “inorridire” di fronte allo scempio di umanità che si commette là dove si è voluti “restare soli” costruendo una cultura edonista ed individualista che può consegnarci – come in questi giorni con la pedofilia – soltanto una cronaca che ci stupisce, allarma, preoccupa. È la vocazione alla vita divina, rivelatasi in Gesù in tutta la sua pienezza e resa possibile ad ogni uomo dal dono dello Spirito la verità sull’uomo, la via per l’uomo, la vita dell’uomo! Obbedire è diventare quello che siamo. Santi per vocazione. E non c’è alternativa!