Comunicazione e vocazione

N.03
Maggio/Giugno 1997

Nel 1990 l’Arcivescovo di Milano C.M. Martini scriveva una significativa e stimolante Lettera pastorale alla sua diocesi sulla “comunicazione pastorale”, raccontando nella premessa una curiosa e interessante esperienza personale a riguardo delle complesse dinamiche che una qualsiasi comunicazione potrebbe comportare.

“Questa Lettera pastorale era partita bene. Mi veniva giù quasi di getto. Scrivevo con una certa noncuranza, quasi con innocenza. Sfioravo i problemi più gravi con tanta facilità, come uno sciatore lanciato a volo lungo una pista difficile. Dicevo tra me: ‘com’è bello e com’è facile comunicare, quando si ha davvero qualcosa dentro!’ Poi ho fatto leggere il primo abbozzo a tante persone sperimentate e competenti. Hanno apprezzato il lavoro, il tema, il modo di trattarlo. Hanno sentito che era importante e urgente. Ma insieme mi hanno comunicato centinaia di osservazioni minute e preziose (tralasciare questo, aggiungere quello, sottolineare quell’altro, chiarire un paragrafo, riscrivere un altro). Ho cominciato a farlo diligentemente e mi sono accorto che stavo perdendo in scioltezza. Prendevo coscienza del fatto che le cose da dire su questo argomento (come su ogni tema importante e complesso) sono tantissime; che volendo essere stringati si diventa ermetici; che volendo spiegare e giustificare tutto si diventa pedanti, ecc. E mi sono detto: ‘Com’è difficile comunicare davvero ciò che uno ha dentro!’ (…): comunicare è difficile, richiede un va’ e vieni dialogico, interlocutori pazienti, benevoli e attivi”.

In questo numero

Grazie Eccellenza! 

di
Caro Italo, a nome mio, degli amici dell’Ufficio e del Consiglio del CNV e a nome dei membri del Gruppo Redazionale e di tutti i lettori della rivista “Vocazioni”, ti giungano i più cari auguri per il nuovo servizio che il Papa ti ha chiamato a svolgere a Faenza -…