Sono sempre più convinto che un cammino di fede impegnato dei giovani, all’interno della chiesa locale, deve condurre prima o poi alla proposta degli “esercizi spirituali”. Chiunque s’impegna in una vita di preghiera, aperta alla grazia sacramentale e disponibile al servizio – in breve in una vita ecclesiale intensa – inevitabilmente è posto, prima o poi, di fronte alla domanda: “Che cosa esige il Vangelo da me per essere praticato fino in fondo? A quale vocazione Dio mi chiama?”.
Gli esercizi spirituali – un “tempo dello Spirito” finalizzato a una preghiera e ad un ascolto intenso del “Maestro interiore”, lo Spirito Santo, per riflettere sulla volontà di Dio e sul dono della vocazione personale – diventano un itinerario obbligato per chi vive una “vita secondo lo Spirito”.
La fede e la consapevolezza che Dio nella sua azione educativa verso l’uomo s’impegna totalmente nella persona del Figlio, obbliga un giovane che vive un suo cammino di fede a ritagliarsi un “tempo dello Spirito”- fra i diversi impegni quotidiani – proprio per una disponibilità piena a motivare la propria fede e discernere la vocazione personale.
Come dire che, per un giovane o una ragazza che stanno vivendo un cammino di fede, non può mancare la proposta degli “esercizi spirituali”.