C’è poco da fare: l’argomento “bambini e fanciulli” mi fa risuonare nella mente e nel cuore il pianto dei bambini innocenti che vengono trucidati da Erode a caccia dell’unico bambino che avrebbe voluto sgozzare ma che gli era sfuggito, nascosto nell’intimità dell’amore di Maria e Giuseppe e sottratto al suo potere da un viaggio in Egitto.
Perché sperimento ogni giorno di più un crescente concretizzarsi di situazioni – foriere di una preoccupante scelta culturale e etica – che allontanano sempre di più gli adulti da un’immagine di sé come “generatori di vita” che è premessa essenziale perché i bambini che sopraggiungono possano trovare l’accoglienza calda e forte di cui hanno estremo bisogno per muovere i primi passi nella vita. Temo il tradimento. In molte circostanze lo vedo. Mi riempie della stessa amarezza e preoccupazione della quale si è fatto portavoce il Papa proprio in questi giorni di luglio di fronte ad un singolare modo di essere orgogliosi…per le vie di Roma sottratte per l’occasione agli eventi giubilari dei quali fino a quel momento sembrava più normale essere orgogliosi.
La vita genera vita! Quale vita genera vita? Quale vivente genera un vivente? Una vita nell’amore – certamente – ed una vita che cerca amore. Ma quale amore? Quello del dono di sé non quello che cerca negli altri un dono per sé!