N.03
Maggio/Giugno 2009

Nell’anno sacerdotale… la testimonianza viva di don Tonino Ladisa

L’eredità vocazionale di don Tonino Ladisa

Sono trascorsi velocemente i giorni e le settimane da quel mattino del 31 marzo, quando al CNV si spargeva con una voce sussurrata ed incredula la notizia che don Tonino ci aveva lasciato in un incidente tragico e repentino, avvenuto la sera precedente. Era difficile crederlo allora… rimane quasi im­possibile crederlo anche adesso! Penso che difficilmente le imma­gini della sua presenza e della sua profonda amicizia e simpatia possano non fare capolino nella memoria affettiva mia e di quanti lo hanno conosciuto ed amato. Una parte del “cuore di don Toni­no” se la porta dentro ciascuno di noi, proprio perché in ciascuno di noi egli si è ricavato un posto pacato e sereno nella memoria degli affetti.

Nell’atmosfera carica di tensione e di intensa emozione che ho visibilmente vissuto e condiviso la mattina del 1° aprile, durante la liturgia funebre che la sua “famiglia del Seminario”, assieme a tanti amici, gli stava dedicando, alla fine della celebrazione sono risuonate le parole di un giovane seminarista di Teologia, che al­tre volte avevo sentito, ma che mai come in quel momento ave­vo trovato così intense, intime e vere: «Non ti chiediamo, Signore, perché hai permesso che ci fosse così repentinamente tolto… piuttosto ti ringraziamo per avercelo donato!».

Quanta verità e bellezza in queste parole di uno dei suoi ragaz­zi, ma che ciascuno di noi potrebbe far sue e ripetere quasi come una “preghiera del cuore”!

La sua vita, che pure ha avuto una gamma di interessi ampia e diversificata nei tanti servizi che gli sono stati chiesti, credo abbia sempre conservato una priorità: la pastorale vocazionale. In essa si era coinvolto ed impegnato sin dai primi anni ’80, come Diretto­re del CDV di Bari, come Direttore del CRV delle Puglie e, infi­ne, sino alla scadenza ufficiale del suo mandato decennale nello scorso gennaio 2009, come Vice Direttore del Centro Nazionale Vocazioni.

Le nostre strade si sono ripetutamente incrociate, ma di don Tonino mi rimangono due momenti forti di condivisione.

Il primo è legato ai corsi del Triennio Usmi, che sono nati per preparare le giovani suore alla pastorale giovanile e vocazionale. Ci abbiamo lavorato insieme, con passione, con entusiasmo, con creatività, perché quel piccolo nucleo di idea iniziale che era ger­minato potesse divenire una proposta ed una testimonianza viva, che ha visto passare centinaia di religiose di tante congregazioni di­verse, sempre con la gioia che la sua presenza sapeva trasmettere.

Sentirlo parlare della vocazione era un’esperienza straordina­ria: la fluidità del pensiero, la chiarezza delle intuizioni, l’incisività delle immagini usate… e poi quel contesto di ampio respiro che solo lui sapeva creare, citando a memoria, quasi come una cascata di note in una melodia, brani dei Documenti ecclesiali, dei Padri della Chiesa o della Liturgia, che pure tanto egli amava: una mi­niera di pietre preziose, che ci venivano messe nelle mani e nel cuore, perché a nostra volta potessimo farne beneficiare gli altri.

Il secondo momento di “memoria affettiva” è legato in ma­niera più specifica all’ambito del lavoro di coordinamento e di programmazione del Centro Nazionale Vocazioni. Non ho avuto la fortuna di poter godere a lungo di una collaborazione sistema­tica con lui in questo contesto, perché, quando cominciai il mio servizio al CNV, don Tonino era già profondamente coinvolto ed impegnato nel Seminario regionale di Molfetta.

Nonostante ciò egli è sempre stato la nostra “memoria saggia e lungimirante”: capace di aiutarci a cogliere il fil rouge del cam­mino della pastorale vocazionale nella Chiesa italiana e lucido nel donarci uno sguardo capace di guardare avanti con fiducia e po­sitività, attento ai cambiamenti culturali ed ecclesiali e in grado di rendere operative e concrete le proposte che emergevano.

Non era l’uomo della novità per la novità… ma l’uomo della novità per l’essenzialità della proposta!

Don Tonino, dirti grazie per quello che sei stato per ciascuno di noi sembra davvero poca cosa, ma se questo GRAZIE è l’espres­sione di tanti cuori che ti hanno stimato, benvoluto e guardato con riconoscente meraviglia, allora può essere davvero un’espres­sione densa dei sentimenti veri e profondi che avremmo voluto esprimerti di persona, ma che il tuo passaggio improvviso al Cielo ci ha forse soffocato dentro.

Io ti porto con me attraverso una piccola frase di cui tu, venen­do a Vicenza per un incontro organizzato dal CDV, ci facesti dono alla fine della mattinata e che rispecchia in profondità il tuo modo di essere e di operare nella pastorale vocazionale:

«Se vuoi costruire una imbarcazione, non preoccuparti tanto

di radunare uomini forti e robusti per raccogliere legname,

preparare attrezzi, affidare incarichi e distribuire il lavoro.

Vedi, piuttosto, di risvegliare in loro la nostalgia del mare

e della sua sconfinata grandezza…» (A. de Saint-Exupéry).

 

 

 

BIOGRAFIA VOCAZIONALE

Don Tonino inizia la sua avventura vocazionale entrando nel Se­minario di Bari nel 1963.

Viene ordinato sacerdote il 6 febbraio del 1977.

Nel 1977 è chiamato a fare il viceparroco nella parrocchia del Sa­cro Cuore di Bari.

Dal 1977 al 1992 diventa educatore e padre spirituale del Semi­nario di Bari.

Dal 1984 al 1995 è Direttore del Centro Diocesano Vocazioni di Bari.

Nel 1993 diventa parroco della Cattedrale di Bari.

Dal 1990 al 2000 è Direttore del Centro Regionale Vocazioni della Puglia.

Dal 1997 al 2009 è nominato Vice Direttore del Centro Nazionale Vocazioni della CEI.

Dal settembre 2005 al marzo 2009 è stato Rettore del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.