Abbiamo bisogno di vocazioni autentiche
Incontro nazionale dei direttori dei centri diocesani vocazioni e degli animatori vocazionali degli istituti di vita consacrata
«Secondo me dalla celebrazione di questo convegno è emerso soprattutto un bisogno: abbiamo bisogno di vocazioni; bisogno di vocazioni coscienti, generose, perseveranti, ogni giorno rinnovate […] Ma, innanzitutto, abbiamo bisogno di persone che si mettano a servizio delle vocazioni, di persone, cioè, che siano a servizio dei fratelli, ponendosi accanto a ciascuno per un cammino graduale di discernimento […] perché ciascuno capisca qual’è la sua vocazione e qual’è il servizio che deve rendere» (G. Puglisi, Convegno Regionale. Presbiteri, religiosi e laici nella parrocchia per una pastorale vocazionale unitaria, Acireale 1988). Così don Giuseppe Puglisi scriveva mentre era Direttore del Centro Diocesano Vocazioni della Diocesi di Palermo e così anche noi abbiamo voluto incontrarci a trent’anni dal suo martirio per domandarci insieme con lui come metterci a servizio delle vocazioni e «tirare fuori il meglio di noi stessi per la gloria di Dio e il bene degli altri» (Francesco, Christus vivit, 257).
PRIMA SESSIONE
don Giuseppe Puglisi
don Mario Torcivia
Il martirio di don Giuseppe Puglisi
«Ricordo le parole scherzose con cui mi annunciasti la tua nomina a parroco al Brancaccio, quartiere anche per noi lontani da Palermo notoriamente stritolato dalla piovra: ‘Sono diventato il parroco del papa!’. Non intuii, al primo cenno, il senso della tua battuta. Tu, ancora con fare scherzoso ma che rivelava già un pieno coinvolgimento nella vita e nei problemi reali della tua gente e soprattutto dei tuoi giovani, mi rivelavi il nome noto alle cronache italiane del personaggio della mafia tuo parrocchiano, chiarivi a scanso di equivoci di quale ‘papa’ si trattava, e così lasciavi intuire che a quel ‘papa’ non avresti mai ubbidito e, tanto meno, piegato la testa o svenduto la tua vocazione!» (I. Castellani, Editoriale in Vocazioni 10 (1993) 5, 3). Leggi qui la relazione completa di don Mario Torcivia
SECONDA SESSIONE
don Giuseppe Puglisi, animatore vocazionale
Carlo Aquino, s.j.
«Tutti chiamati, tutti mandati»
«In questo servizio, che a prima vista può suonare di efficienza in quanto responsabile del centro diocesano e centro regionale vocazioni, si è tradotto in un ‘servizio di comunione’. Nella tua persona l’animatore vocazionale ha trovato la configurazione ecclesiale di ‘uomo di comunione’; ‘animatore di animatori’; educatore alla fede e alla vocazione di giovani generazioni» (I. Castellani, Editoriale in Vocazioni 10 (1993) 5, 4). Leggi qui la relazione di p. Carlo Aquino.
Rita Bichi
«Il futuro della fede. Nell’educazione dei giovani la Chiesa di domani»
«Una cultura inedita palpita e si progetta nella città. Il Sinodo ha constatato che oggi le trasformazioni di queste grandi aree e la cultura che esprimono sono un luogo privilegiato […] di una evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali. È necessario arrivare là dove si formano i nuovi racconti e paradigmi, raggiungere con la Parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città» (cf. Francesco, Evangelii gaudium, 73-74).
TERZA SESSIONE
don Giuseppe Puglisi, testimone
«Tutti quanti siamo come l’unico volto del Cristo. Pensiamo al mosaico di Gesù che si vede nel duomo di Monreale. Ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto. E dobbiamo anche aiutare gli altri a capire qual è il proprio posto perché si formi l’unico volto del Cristo, splendente nella sua gloria» (G. Puglisi).
QUARTA SESSIONE
don Giuseppe Puglisi, guida spirituale
Enza Maria Mortellaro
«Dio ama sempre tramite qualcuno»
«È stato il tuo ‘carisma’. E questa tua fotografia – nata dalla penna di qualcuno che ha sicuramente partecipato del tuo dono – ne è la migliore documentazione: “Don Puglisi non recluta i giovani per i seminari. Li incontra per aiutarli a capire il piano di Dio, illuminando con umiltà la loro strada verso la vita in famiglia o la vita consacrata» (I. Castellani, Editoriale in Vocazioni 10 (1993) 5, 3). Leggi qui la relazione della prof.ssa Enza Maria Mortellaro
Narciso Sunda
Generare vita che profumi d’eterno.
Accompagnare la vocazione sotto la guida dello Spirito.
«Un accompagnatore dovrebbe coltivare i semi della fede nei giovani, senza aspettarsi di vedere immediatamente i frutti dell’opera dello Spirito Santo […]. Tutti gli accompagnatori dovrebbero ricevere una solida formazione di base e impegnarsi nella formazione permanente» (Francesco, Christus vivit, 246).
Chiara D’Urbano
Portate le persone più lontano di dove siete arrivati voi. Accompagnamento spirituale e scienze umane.
«Invece di soffocare i giovani con un insieme di regole che danno del cristianesimo un’immagine riduttiva e moralistica, siamo chiamati a investire sulla loro audacia ed educarli ad assumersi le loro responsabilità, certi che anche l’errore, il fallimento e la crisi sono esperienze che possono rafforzare la loro umanità» (Francesco, Christus vivit, 233).
Chiara D’Urbano
La maturità umana secondo il DSM-V-TR[sez. III]
(scarica il video)
QUINTA SESSIONE
don Giuseppe Puglisi, martire
Pellegrinaggio sui luoghi di don Pino Puglisi
«Il tuo martirio – come il sangue dei primi martiri è stato il seme di nuovi cristiani – è già seme di vocazioni. Ne sono documentazione viva i giovani che, dal giorno della tua morte, passano al Centro Diocesano Vocazioni per lasciare la loro testimonianza ed esprimere la propria gratitudine» (I. Castellani, Editoriale in Vocazioni 10 (1993) 5, 5).
«U Parrinu. La mia storia con don Pino Puglisi ucciso dalla mafia»
Monologo scritto, diretto e interpretato da Christian Di Domenico.
SESTA SESSIONE
don Giuseppe Puglisi, sacerdote
don Vito Impellizzeri
«Un sacerdote, e basta»
«È la sintesi più bella che di te ha fatto l’Arcivescovo quando, con l’inevitabile sofferenza di un padre e con la fede incrollabile del pastore, nel primo incontro con il tuo corpo esanime ha risposto al giornalista che lo interpellava: ‘Un prete antimafia? No, un sacerdote e basta’. Ed io sottolineo: un sacerdote, un pastore che sgorga dalla lontana e sempre attuale promessa di Dio al suo popolo: ‘Vi darò pastori secondo il mio cuore’ (Ger 3,15). Noi abbiamo la certezza che tu sei stato e continui ad essere in eterno uno di questi!» (I. Castellani, Editoriale in Vocazioni 10 (1993) 5, 5). Scarica qui la relazione di don Vito Impellizzeri.
Orizzonti e prospettive
Tavoli di lavoro
«Per mantenere vivo l’ardore missionario occorre una decisa fiducia nello Spirito Santo, perché Egli ‘viene in aiuto alla nostra debolezza’ (Rm 8,26). Ma tale fiducia generosa deve alimentarsi e perciò dobbiamo invocarlo costantemente. Egli può guarirci da tutto ciò che ci debilita nell’impegno missionario. È vero che questa fiducia nell’invisibile può procurarci una certa vertigine: è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia, non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in ogni momento. Questo si chiama essere misteriosamente fecondi!» (Francesco, Evangelii gaudium, 280).
Sintesi e conclusioni (leggi qui)