N.05
Settembre/Ottobre 2020

Dove la fede prende corpo

La liturgia e il corpo celebrante

Per troppo tempo si è pensato che la religione fosse un affare riguardante l’anima e non le cose terrene, legate alla carne. Il corpo era visto come il luogo dell’ascesi e della tentazione, piuttosto che come il luogo dell’incontro con Dio. Tra i sensi corporali e i sensi spirituali - l’occhio dell’anima, l’orecchio del cuore - la dissomiglianza era più forte dell’analogia: solo chiudendo i sensi del corpo, considerati “finestre del peccato”, si potevano aprire i sensi dell’anima. Ma l’incarnazione di Gesù, insieme al mistero della sua risurrezione, parla chiaro e ci dice che il corpo è la via di Dio, il “metodo” da Lui scelto per incontrarci e rivelare il suo volto. In virtù dell’incarnazione, il cristianesimo è stato definito a buon diritto come la religione “dei volti” (Atenagora), con buona pace di tutti gli spiritualismi e le derive gnostiche contro cui la fede cristiana ha dovuto combattere. Il…

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