CDV e Seminario sostengono i catechisti nella formazione vocazionale
La storia
L’esperienza de “I Navigatori” è nata all’interno del Seminario Minore e del Servizio Diocesano Vocazioni di Reggio Emilia cinque anni fa, come tentativo di coinvolgere nella pastorale vocazionale anche i ragazzi delle scuole superiori ed i loro catechisti. In un territorio come quello reggiano, nel quale la partecipazione adulta alla vita della Chiesa è patrimonio di una stretta minoranza della popolazione, è infatti quanto mai alto il rischio che la pastorale vocazionale raggiunga solo una strettissima minoranza degli adolescenti (computabile talora in alcune unità!); è emersa quindi l’esigenza di fare qualcosa affinché l’annuncio del vangelo della vocazione giunga ad una cerchia più ampia di persone.
Un primo tentativo si fece con un recital (“E la nave si mise a volare”), che servì ad “aprire le porte” del seminario ad un gruppo di giovani, alcuni dei quali catechisti delle superiori, che in questo modo iniziarono a sentir parlare di “pastorale vocazionale” e ad appassionarsi ad essa. Dal prete che seguiva questo gruppo, Vicerettore del Seminario Minore, nacque l’idea di coniugare il valore che a lui premeva, l’annuncio vocazionale, con un altro valore attorno al quale tutta la Diocesi stava iniziando a lavorare, la pastorale interparrocchiale, e soprattutto con un bisogno urgente, la necessità di aiutare gli educatori dei gruppi di 3a media – 3a superiore a svolgere il loro difficile lavoro con gli adolescenti. Il sapere che vi era un prete, assieme ad un seminarista ed una suora, che dava disponibilità per un aiuto concreto nel cammino educativo fu per gli educatori di un certo numero di parrocchie un sollievo, e questo permise la costituzione del primo gruppo “Navigatori”.
Il primo anno il cammino consistette in un notevole numero di incontri ed in vista di essi gli educatori traevano il materiale necessario per le catechesi in parrocchia. Nel corso degli anni si è vista l’esigenza di curare maggiormente il cammino parrocchiale, prendendosi cura in modo sempre più globale del cammino dei gruppi: da una cura di incontri di tipo vocazionale si è gradualmente passati ad una programmazione di tutto l’anno catechistico, nella quale si dà particolare rilievo alle tematiche più direttamente vocazionali. Da quest’anno il cammino è curato in collaborazione dal Servizio Diocesano Vocazioni e dall’Ufficio Catechistico, prendendo come traccia di base per la programmazione i sussidi elaborati dal centro nazionale di pastorale giovanile e vocazionale dei Salesiani.
L’oggi
II programma 1995-1996 è stato strutturato in due parti: “Riconciliarsi con la vita, riconciliarsi con la fede” (tempo ordinario, tempo di Avvento e Natale), “Celebrare la riconciliazione” (tempo di Quaresima e Pasqua). Sono previsti tre incontri in Seminario, al sabato pomeriggio, più un ritiro in Quaresima, una festa finale e la partecipazione ad alcuni momenti diocesani, ovvero la Giornata Mondiale della Gioventù, la Giornata Vocazionale Giovanissimi, le Ordinazioni Presbiterali. Ci troviamo periodicamente con i catechisti per pensare insieme gli incontri parrocchiali e programmare gli incontri comuni. Dal materiale che viene elaborato in questi incontri noi prepariamo le schede che servono poi per la conduzione dei singoli incontri nelle parrocchie.
L’istanza vocazionale
Prendendoci cura della programmazione di tutto l’anno catechistico, è ovvio che il tema della vocazione non può essere sempre presente in modo esplicito. Esso rimane però come un motivo di fondo che entra in ogni tematica svolta, tenendo presente la dinamica di fondo della vocazione: nella tua vita vi è Dio che ti sta amando e chiamando a rispondere al suo amore. In alcune unità del cammino poi il discorso vocazionale può essere affrontato in modo esplicito: quest’anno ciò avverrà particolarmente in corrispondenza dei temi dell’ “Incontrare” e del “Riconciliarsi”. Negli incontri comuni i ragazzi hanno poi sempre l’opportunità di incontrarsi con testimoni che, in modo definitivo o ancora parziale, stanno vivendo la loro vita come una risposta a Dio.
Le difficoltà
Il numero di parrocchie che partecipano al cammino è di fatto inferiore alle nostre aspettative (quest’anno sono otto). Le motivazioni sono principalmente di tre ordini: da una parte la difficoltà, a volte anche materiale, dei ragazzi e degli educatori di spostarsi in centro diocesi per programmare e fare gli incontri comuni ed a razionalizzare il lavoro con i catechisti, in modo da ridurre il numero di riunioni allo stretto necessario. Per favorire una maggiore partecipazione abbiamo tentato di impostare il lavoro a livello zonale, ma per quest’anno non è stato possibile; la proposta di un programma da seguire da una parte attrae gli educatori, ma dall’altra li spaventa perché appare troppo impegnativa; il nostro lavoro non è sempre appoggiato dai parroci, che difficilmente propongono ai loro educatori di lavorare con noi.
I frutti
Nei ragazzi che per almeno due anni hanno partecipato al cammino si nota una crescita nell’ambito della vita di fede e di impegno ecclesiale. Soprattutto è però possibile constatare come per diversi di loro, che ormai stanno affacciandosi alla giovinezza, il discorso della vocazione alla vita consacrata non sia più un tabù, ma una possibilità di vita da considerarsi con simpatia.
I frutti migliori si hanno però con gli educatori: il lavorare a contatto con noi ha permesso ad alcuni di loro di interrogarsi su ciò che Dio ha preparato per loro fin dall’eternità, e conseguentemente di intraprendere cammini di verifica vocazionale. Altrettanto importante è però la sensibilità al discorso vocazionale che in diversi di loro è emersa e che viene ad alimentare il loro lavoro di educatori parrocchiali.