Un gruppo di riferimento per orientare la vita
Un accenno alla storia
Siamo alla fine degli anni sessanta, la contestazione giovanile spinge gli ambienti ecclesiali a cercare nuove modalità per comunicare Cristo ai giovani. All’interno del nostro Istituto, tra le allieve della Scuola Superiore, nasce il gruppo “Laval” dal nome di una borgata di montagna dove ha luogo il nostro primo campeggio. Gli inizi manifestano alcuni limiti di impostazione: scarso senso di appartenenza alla Chiesa locale, la proposta rivolta solo a ragazze, a quelle “catalogate” da noi, “le più buone”, una preoccupazione eccessiva per il “reclutamento” vocazionale. Le ragazze stesse denunciano la situazione, lasciano un gruppo che non risponde tanto alle loro esigenze, quanto alle preoccupazioni delle Suore animatrici.
Un balzo di qualità si impone: mettiamo in primo piano la loro domanda di formazione e di ricerca nella fede, in modo che il gruppo diventi luogo a servizio dell’orientamento vocazionale. Il collegamento con la Chiesa locale diventa più vitale, nel gruppo confluiscono ragazzi e ragazze seguiti da suore di Congregazioni diverse, che, insieme, assumono il ruolo di animatrici. I primi frutti, a cui seguiranno altri, non tardano a mancare: due ragazze decidono per una scelta di volontariato, una tra gli zingari, l’altra per una casa famiglia, contemporaneamente una terza entra in una Congregazione religiosa.
La struttura con il passare degli anni si consolida e il gruppo diventa “di riferimento”. Ha un suo nucleo portante di giovani che diventano modelli per gli adolescenti; l’adesione poggia su valori condivisi e interiorizzati dai membri e non tanto sul soddisfacimento dei bisogni affettivi e relazionali ed è volto a rispondere all’esigenza della ricerca spirituale. Accolto e appoggiato dal Vescovo della Diocesi, vuole essere una esperienza nella Chiesa e per la Chiesa.
Accoglie giovani di età diversa, anche se rimane fermo il principio che il gruppo ha come obiettivo la ricerca della propria strada e, raggiunta la chiarezza su questo aspetto della vita, il giovane cercherà altri luoghi di riferimento per continuare il proprio cammino di impegno cristiano. I responsabili accentuano questa dimensione ecclesiale. Oltre ad alcune suore di Congregazioni diverse, c’è un sacerdote e alcune coppie di sposi disposte ad aiutare i giovani nel loro cammino.
Gli obiettivi
L’obiettivo del gruppo è di seguire la ricerca vocazionale, fornendo contenuti e strumenti per il discernimento. Il presupposto è che ogni forma di vita cristiana sia risposta ad una chiamata del Signore che va progressivamente capita e intorno alla quale si tratta di costruire la propria identità. Diventa familiare per i giovani considerare il loro cammino di vita come “Vocazione”, a discernerlo alla luce della volontà di Dio. E se questo è scontato per le vocazioni di speciale consacrazione, è certo un forte approfondimento di spiritualità per chi ha ricevuto il dono della vocazione matrimoniale. Insieme si abituano a considerare le diverse strade non in opposizione fra loro, ma come ricchezza che ritorna a vantaggio di tutti: è esperienza forte di Chiesa, sentita come unico corpo. Ne è segno evidente l’impegno di alcune giovani coppie che diventano animatrici nei confronti di chi si orienta alla vita di speciale consacrazione. Di fatto i giovani si pongono con serietà la domanda sulla loro strada e la percorrono con chiara coscienza di seguire la volontà di Dio.
La Chiesa locale ne trae indubbi benefici. I giovani di “Laval” non perdono i legami con i gruppi di appartenenza delle loro parrocchie o si inseriscono in esse se vengono da esperienze non espressamente ecclesiali; molti assumono ruoli di responsabilità e servizio. Nell’ambiente di vita e di lavoro, il cammino cristiano proposto dal gruppo di “Riferimento”, li aiuta ad assumere uno stile di impegno e di testimonianza.
La metodologia
L’attenzione che caratterizza il gruppo è fornire contenuti solidi, ricchi, profondi per la crescita nella fede e per la lettura delle realtà in cui i giovani vivono. Insistiamo perché il giovane faccia un “cammino” e non solo esperienze sporadiche. Coglie la ricchezza della proposta chi segue con costanza l’iter di formazione ad essa sotteso: la conoscenza di sé, l’approfondimento della scelta di fede e della prospettiva vocazionale, l’adesione alla Chiesa, la vita sacramentale, l’analisi dei tratti della cultura contemporanea e il servizio nel mondo. Non c’è il timore, in questo contesto, di presentare concretamente la prospettiva di una vita di speciale consacrazione, né da parte dei giovani c’è rifiuto, anzi c’è il desiderio di conoscere una realtà spesso distorta da tanti pregiudizi.
Un’attenzione particolare è data alla direzione spirituale, attraverso la quale i contenuti ascoltati e confrontati nel gruppo vengono ripresi e più strettamente collegati al cammino individuale. Il giovane sente come ricchezza questo tempo in cui un adulto, sia esso sacerdote, suora o sposato, si dedica a lui con affetto. Sono momenti ricercati sia negli incontri mensili che nei campi estivi e invernali e stabiliscono un legame che continua nel tempo, anche quando il giovane ha ormai lasciato il gruppo.
Un terzo pilastro, che ribadisco ancora, è la presenza nel gruppo di tutte le vocazioni: una comunione serena, profonda, ricca tra i responsabili. Per il giovane di oggi, diffidente delle parole, ma attratto da esperienze concrete, sono testimonianza che, una vita in stile di radicalità evangelica, fa crescere cristiani impegnati e persone felici.
I mezzi
La proposta si sviluppa attraverso alcuni momenti forti. Un sabato al mese, c’è la possibilità, per chi vuole, di un pomeriggio dedicato alla preghiera e alla direzione spirituale. La domenica seguente tutto il gruppo si ritrova per approfondire i contenuti, attraverso relazioni, gruppi di studio, momenti di deserto e di preghiera. Il campo invernale e quello estivo sono tempi privilegiati di spiritualità e di vita comunitaria.
Nel rispetto delle tappe di crescita del giovane, l’invito si fa ancora più impegnativo. Il gruppo diventa lo strumento per proporre ogni anno gli Esercizi Spirituali. L’esperienza, organizzata dall’USMI regionale, viene proposta alle ragazze che, per alcuni giorni, fuori dal gruppo di riferimento, si incontrano con altre giovani in ricerca, provenienti da tutto il Piemonte. È il momento in cui nell’ascolto della Parola, nel silenzio, alla luce dello spirito e nel confronto con la guida spirituale, la scelta specialmente quella di speciale consacrazione, assume i contorni di una maggiore chiarezza.
Nessuna metodologia garantisce certezza di risultati perché la trasmissione della fede coinvolge la libertà dei giovani e il mistero della presenza di Dio. Siamo convinte che sia la preghiera ad avere il valore dominante per la loro e la nostra esperienza. Con lo sguardo continuamente rivolto al “fine” assume significato l’aggiornamento metodologico, l’ascolto, l’attenzione, la riflessione nella comunione.