N.05
Settembre/Ottobre 1996

Nella scelta del metodo ho colto lo stile ecclesiale in cui può fiorire ogni autentica ricerca

Il cammino del CNV si intreccia con quello della Chiesa e della storia che stiamo vivendo. Non può, pertanto, essere esente dall’imperiosa necessità di ricercare i segni dello Spirito in questo nostro tempo così ricco e così complesso. Vorrei evidenziare il metodo di tale ricerca, poiché non mi è parso questione formale o necessità estrinseca affinché le cose andassero bene, quanto piuttosto un humus favorevole che traeva da lontano i suoi perché. Cerco di enucleare la mia riflessione attorno a quattro punti, ovvero ai quattro aspetti del metodo che si è seguito nel Seminario: metodo esistenziale, scientifico, comunionale, diaconale.

 

Metodo esistenziale

L’esperienza di ciascuno di noi, pluriforme per età, provenienza, formazione… è stata la piattaforma, posta con estrema naturalezza davanti a ciascuno, come dono che ciascuno faceva di sé all’altro. Nel tesoro della propria memoria si è ricercato quanto poteva essere utile per leggere l’oggi, senza lasciarsi soffocare dal presente, senza lasciarsi incatenare dal passato, senza fuggire verso un futuro che attende una lunga gestazione…

Ascoltandoci abbiamo notato che la precomprensione di ciascuno conferiva un approccio notevolmente diverso al tema trattato e ciò ha costituito la ricchezza e la fatica del nostro dialogo. Ritengo che tutto ciò sia stato uno specchio fedele delle diverse anime che attualmente contraddistinguono la realtà socio-ecclesiale in cui ci troviamo ad operare. Far tesoro della complessità mi pare, pertanto, il dato significativo che ne è emerso. Sarebbe stato più efficiente adottare il metodo della semplificazione ed enucleare attorno a due o tre proposizioni i dati essenziali. Non si è scelta questa via e, personalmente, ne sono grata ai partecipanti: sarebbe stata artificiosa.

 

Metodo scientifico

Dalla vita alla vita, dice il metodo esistenziale, passando attraverso il confronto con la Parola e con la riflessione ecclesiale. Ricercando i fondamenti teologici dell’approccio alla tematica vocazionale ci si è accorti che il rischio maggiore era quello dello sconfinamento. Si è avuta l’impressione di un fiume in piena che non ce la facesse più a seguire il proprio alveo… Se posso usare una battuta direi: Dalla Trinità in giù… (o in su) di tutto si è parlato!

Ritengo che anche questa piena sia stata feconda, proprio perché ha consentito di evidenziare, una volta di più, come in tema vocazionale, non sia un tema, ma passi profondamente dentro l’annuncio cristiano e percorra ogni possibile esperienza di Dio e del suo Cristo. Da tutto ciò si evince l’urgenza di dare un assetto teologicamente sempre più fondato alla pastorale vocazionale: i partecipanti ne hanno mostrato l’interesse e la capacità.

Mi è parso importante, quindi, non lasciarsi turbare dalla farraginosità dei temi che si assommavano, quanto piuttosto cogliere la varietà delle suggestioni come ricchezza di materiale offerto alla prima fase della ricerca, materiale che richiederà attenta azione di schedatura, comprensione, confronto elaborazione…

 

Metodo comunionale

È l’aspetto più significativo del nostro lavorare insieme, poiché coniuga profezia e calore umano. Non mi pare possibile, infatti, avviare una ricerca su quanto costituisce l’intima ragione del nostro vivere in modo asettico e disincarnato. Se, veramente, la forma del nostro essere credenti è l’amore Trinitario ciò deve riflettersi in ogni espressione della comunità che dalla Trinità nasce.

Pensare insieme, cercare insieme perché profondamente convinti della corresponsabilità che grava sulle spalle (soprattutto sul cuore) di ciascuno. In questo insieme vorrei evidenziare soprattutto la presenza di alcuni Vescovi che ci hanno arricchito non solo con la loro esperienza pastorale, ma direi, ancor di più, col loro desiderio di condividere tale ricerca e di stimolare i carismi presenti in ciascuno dei partecipanti.

Tutto ciò ha generato quel clima di fiducia che ha consentito di non essere freddamente accademici, ma di cercare col cuore, di riscaldare cioè la ricerca con quella passione che si ha solo per ciò che vale e che consente di spingersi oltre il consueto, di sognare, di dare ali al desiderio… di aprire le porte della nostra comunità ecclesiale su quel futuro così nuovo che solo Dio potrà confezionare, così inatteso che già ci germoglia vicino ma ancora non riusciamo a scorgerlo…

 

Metodo diaconale

Definisco così l’attitudine costante a cercare canali di comunicazione tali da consentire che la piccola esperienza, appena avviata, riservata a pochi, potesse divenire patrimonio comune. Più che un parlare tra esperti si è trattato di un parlare per cercare le parole del dialogo con tutti. Parole di comunione che generino comunione.

Un trovarsi insieme per: si potrebbe definire così l’itinerario del Seminario. D’altra parte seminario richiama la logica del seme che va gettato, nascosto nella terra per poter attingere ciò per cui è fatto.

Se è possibile formulare un augurio è, dunque, che questo seminario abbia un seguito. Gettato nel terreno del quotidiano, faccia nascere nuovi germogli di riflessione, di studio, di ricerca; germogli che devono far i conti con la zizzania della storia, germogli consegnati ad una comunità che, insieme, discerne i doni del suo Signore.