Il CDV e il suo Direttore verso una nuova identità alla luce del Congresso sulle Vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata in Europa
Siamo tutti in cammino. La Chiesa italiana e le Chiese dell’Europa si trovano ad interrogarsi sulle dinamiche che percorrono i nostri tempi e che accomunano tanti milioni di cristiani dall’occidente all’oriente, anche se le nostre storie sono state segnate dalle divisioni per molti secoli. I processi economici vanno verso l’unificazione, quelli culturali invece sono complessi e frammentari.
Ma ci sono sane tendenze, soprattutto tra i giovani (lo abbiamo visto e toccato a Parigi la scorsa estate) che scavalcano muri e pregiudizi. Tra i giovani si ha l’impressione che si stia non camminando, ma correndo verso processi di unificazione (non solo) per affermare i grandi valori della cultura europea (giustizia sociale, libertà, pace, diritti umani fondamentali), ma le radici di essi che affondano nell’esperienza cristiana. Anche l’esperienza religiosa è sentita come una delle vie che possono dare senso alla vita e al futuro.
Di fronte al volto nuovo dell’Europa
Le grandi trasformazioni degli ultimissimi decenni hanno cambiato il volto economico, civile e religioso dell’Europa. Per noi animatori vocazionali era necessario un tempo di riflessione, perché il Signore Dio continua a chiamare anche nella nostra storia e in ogni storia personale, ma le mediazioni della sua voce e il terreno su cui far crescere i “semi” sono direttamente influenzati dai mutamenti socio-culturali.
A questa esigenza è venuto incontro il Congresso Europeo sulle Vocazioni al Sacerdozio e alla Vita Consacrata voluto da Giovanni Paolo IL Preceduto da una notevole ricognizione presso le Conferenze Episcopali e i Consacrati d’Europa circa la situazione attuale sia delle vocazioni sia delle attività pastorali che dei problemi più vivi, è stato introdotto da un ottimo strumento di lavoro. Dai contributi dei vari rappresentanti e dal lavoro della commissione finale è nato un documento finale ricco, di facile e appassionante lettura, pastoralmente innovatore. Andrà studiato, diffuso e utilizzato.
Anche la Chiesa italiana si stava già muovendo in questo settore con preoccupazione e impegno: le diverse iniziative del CNV hanno in parte preceduto o preparato lo stesso Congresso (diversi numeri di Vocazioni, i convegni annuali, i seminari, il pre-simposio teologico…). Nelle nostre diocesi la pastorale vocazionale si sta muovendo ormai con orientamenti e linee pastorali assodate, con strutture sperimentate. Ma anche da noi si avvertiva l’esigenza di riformulare i problemi pastorali che gli animatori vocazionali continuano a trovarsi di fronte o di individuare quelli nuovi. Anche nelle Chiese italiane, così numerose e diverse tra loro, i CDV e i Direttori, con le loro équipe, si sono interrogati sui nuovi compiti da affrontare e sulle nuove vie da affiancare a quelle già sperimentate. Il Convegno nazionale dei Direttori dei CDV a settembre ‘97 ha dato una sintesi di questa elaborazione.
Un’identità sempre più chiara
Questo numero della rivista offre una lettura di questi importatiti avvenimenti con un’ottica particolare: mette a fuoco la riflessione sull’organismo centrale della vita della Chiesa locale per la promozione della pastorale delle vocazioni, il Centro Diocesano Vocazioni e sul suo Direttore che ne è l’anima, la mente, il coordinatore, il responsabile…
Il primo studio raccoglie, tra le indicazioni del Congresso Europeo, soprattutto quelle che riguardano il nostro tema. Ad esse seguono le riflessioni ai nostri Direttori di uno dei responsabili del Congresso che è anche presidente della Commissione Episcopale del Clero della CEI: Mons. Enrico Masseroni. Gli altri contributi sono orientamenti ed esperienze per lo più emersi dal Convegno dei Direttori e indicano anche vie che si stanno aprendo.
La sintonia nei problemi e nelle difficoltà, ma anche nelle linee pastorali di fondo, si nota subito. A tutti sembra giunto il momento che appartenga realmente all’interesse di tutti quel “coraggioso salto di qualità” destinato a liberare definitivamente la pastorale delle vocazioni da legami con i reclutamenti, i proselitismi, la propaganda della propria vocazione contro tutte le altre, i litigi per strapparsi le ormai poche “prede” rimaste: tutte cose da relegare nel peggior passato, perché poco rispettose dei chiamati e di Colui che chiama nell’amore e nella libertà.
Nel frattempo continua il cammino
Intanto il CNV, ormai organismo della CEI a pieno titolo, continua il suo lavoro di sensibilizzazione e di animazione della pastorale vocazionale in Italia:
– con i sussidi (tanti e originali) per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (3 maggio 1998);
– con il Seminario sulla Direzione Spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale, a Calambrone (non ad Assisi, dove speriamo di tornare al più presto!), nella settimana dopo Pasqua;
– con una serie di incontri nelle realtà pastorali diocesane o regionali;
– con il mantenimento di una rete di collaboratori nei CDV e nei vari Istituti di vita consacrata che garantiscono alla Chiesa italiana una presenza non burocratica ma viva e convinta di animatori che credono nella loro vocazione e la vogliono testimoniare.
Nel Consiglio Episcopale Permanente di Marzo i Vescovi hanno approvato anche il nuovo Statuto del CNV di cui verrà data notizia attraverso la Rivista non appena l’iter del testo sarà definitivamente concluso. Allo Spirito Santo chiediamo di fecondare il nostro lavoro pastorale al servizio di tutti i Vescovi d’Italia e di tutte le vocazioni perché il CDV sia un centro autentico di pastorale e di preghiera: seminare, accompagnare, educare, formare e discernere sono prima opera Sua che nostra.