N.05
Settembre/Ottobre 2008

Molti i linguaggi… una sola “passione”

Questo numero della Rivista “Vocazioni” è stato a lungo desiderato e… inseguito, perché il progetto messo in cantiere ci sembrava particolarmente affascinante, sia per la novità della tematica (l’uso di Internet come strumento di pastorale e di pastorale vocazionale in maniera specifica), sia per la sua sempre più stringente attualità. Oramai assistiamo ad un aumento vertiginoso del numero di persone, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti, che si avvalgono dell’opportunità dei “new media” e di questi nuovi linguaggi, ampiamente pervasivi nel modo di creare mentalità e di fare… cultura. La diffusione sempre più ampia e il massiccio utilizzo di Internet da parte dei giovani (e non solo, come apparirà dagli studi proposti nella rivista, che sono davvero affascinanti per la diversità di prospettive e la novità dei messaggi!), già da qualche tempo ha suscitato l’interesse per questa forma di comunicazione anche nelle opportunità di proposta per la “pastorale delle vocazioni”. Una pur veloce ricerca sul web porta a segnalare la presenza di alcuni siti di questo tipo. Tra quelli italiani, è attiva l’offerta di www.pretionline.it, che raccoglie oltre 800 sacerdoti e religiosi disponibili a dialoghi spirituali attraverso Internet. Ugualmente significativo è il sito www.vocazione.org, che propone riflessioni vocazionali e la possibilità di ricercare un direttore spirituale personale, tramite la rete. Molto bello – e plurilingue – è il sito curato dalle Suore Domenicane spagnole della Presentazione: www.mivocacion.com. Ad esse, alla loro freschezza ed attualità, alla loro forza di intuizione, abbiamo dedicato volutamente lo spazio di racconto della “prima esperienza”, curata sr. Gemma Moratò, la responsabile in prima fila di questo sito e di questa nuova opportunità comunicativa e vocazionale.

Merita anche un richiamo – per la sua tipica espressione del cattolicesimo statunitense – anche il sito www.vocationsline.com, curato dalla diocesi di Des Moines nello Iowa (USA).

In questi giorni ho pure rivisto un articolo, pubblicato su “La Stampa” del 12 agosto 2007, in cui p. Antonio Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, afferma che Internet può diventare un importante strumento per la pastorale delle vocazioni. Allora lo avevo riposto nello schedario, come qualcosa che mi aveva molto incuriosito ma che sapeva ancora di un… futuribile tutto da esplorare, senza immaginare che un anno dopo mi sarei trovato io stesso a dedicare una ricerca specifica, sulla nostra rivista “Vocazioni”, proprio su quest’aspetto.

Questi esempi credo siano ampiamente sufficienti per sottolineare l’attualità ed il fascino di questa tematica, che ci ha guidato a focalizzare l’attenzione della rivista su un’opportuna valutazione pastorale dello strumento informatico, proprio in rapporto alla ricerca e all’accompagnamento vocazionale.

Questo numero di “Vocazioni” propone, allora, una carrellata di studi che, letti in anteprima in questi giorni, ho personalmente trovato di una ricchezza unica e suggestiva, per il mondo nuovo che ci spalancano di fronte come opportunità pastorale, per la diversità di lettura da prospettive diverse, senza nasconderci la complessità e le fatiche di elaborazione pastorale e pratica di questi nuovi linguaggi.

Credo sia davvero utile ed “attesa” una tale informazione e chiarificazione, non disgiunta dal presentare alcune esperienze mirate al discernimento, nel tratteggiare alcune linee operative, di carattere pedagogico ed etico, per una fattiva interazione con questa realtà.

Tutto ciò ha suggerito una scansione ampia ed articolata della tematica.

Come premessa, (ma la cosa emerge chiaramente anche negli studi proposti dai nostri esperti), è importante ricordare che c’è un concreto interesse ecclesiale sull’utilizzo di Internet, già a partire dal documento “Etica in Internet”, a cura del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, proposto il 22 febbraio 2002.

A seguire, in questi anni, altre riflessioni sono venute a dare maggiore solidità e spessore a questo interesse, come ampiamente viene recensito negli studi di questo numero.

Nella proposta molto articolata e precisa del prof. Coccolini, siamo presi delicatamente per mano per essere introdotti con discrezione, ma anche con una grande apertura di orizzonti, alla comprensione del mezzo Internet, valutandone l’utilizzo nell’ambito della pastorale della Chiesa italiana.

La riflessione della prof.ssa sr. Maria Antonia Chinello ci aiuta a cogliere l’identità del fruitore dei servizi religiosi on line. L’homo sapiens, che alcuni anni fa aveva ceduto il passo all’homo videns e all’homo sentiens, è oramai un ricordo del passato… Ora i winomads e i techno-bedouins, incalzati da un processo tecnico informativo sempre più innovativo, sono l’accezione estrema di un’umanità che si va formando attorno ad una mentalità e a stili di vita sempre più frammentati, ma anche sempre più… programmati.

Due studi toccano poi, in maniera precisa ed insieme differenziata, il tema della “identità personale” e dei linguaggi virtuali.

Lo studio del dott. Tommaso Di Ruzza evidenzia in maniera chiara come l’identità virtuale (on line) non sempre corrisponda alla identità reale (off line), o che ad una stessa identità reale corrispondano più identità virtuali. È il rischio di un fenomeno dissociativo, individuale o collettivo, che ha bisogno di una corretta informazione, mediazione ed educazione.

La successiva proposta-studio della prof.ssa e moralista Teodora Rossi, in una riflessione acuta e mirata, di taglio antropologico ed etico, pone l’attenzione sul tema dell’identità personale e della sua costruzione in rapporto all’utilizzo dello strumento “Internet”, valutandolo con una chiave di lettura etica e pedagogica, per far emergere da una realtà spesso complessa e magmatica, cammini personali di libertà, di coscienza, di processi decisionali e di relazioni intersoggettive (che sono elementi fondanti per un’antropologia della vocazione) nel sistema di interazione proposto attraverso il web.

L’ultimo studio ci viene proposto da don Paolo Padrini: esso mette in luce, in un’ottica di lettura globale, la possibilità ed i limiti di una pastorale vocazionale on line. Questa riflessione rilegge i rischi presenti in questo tipo di opportunità, quando vengono mitizzati i “new media”, quasi fossero una “panacea” nelle frontiere della “nuova comunicazione”; nel contempo ci vengono fornite delle utili chiavi di lettura per non vederli solo come strumenti “apocalittici”o inutili opportunità di chiacchiera e di comunicazione elitaria…

Essi ci permettono veramente una nuova valorizzazione dei “luoghi” all’interno dei quali i giovani s’incontrano, comunicano ed hanno relazioni, e per loro sono questi i luoghi significativi. Sono delle opportunità per farli divenire “luoghi di narrazione” di un Cristo “sempre presente” negli ambiti più attuali e quotidiani della nostra storia; luoghi in cui far toccare ad ogni giovane “il lembo del mantello di Gesù”…

Nella descrizione della “seconda esperienza” il dott. Leo Spadaro ci aiuta a cogliere un aspetto di particolare curiosità ed interesse nell’ambito del web: il passaggio dalla Second Life alle nuove “comunità web”. Second Life è (o forse è stato?) un diffuso “gioco di ruolo”, che consente la creazione e la conduzione di una forma di vita virtuale parallela a quella reale.

Quale significato riveste in ordine alla comprensione di sé da parte del suo utilizzatore? E perché essa oggi viene soppiantata dalle molte “web community”, in cui il profilo reale coincide con quello dichiarato ed è una condizione essenziale per vivere questa appartenenza?

 Davvero queste proposte sono una carrellata entusiasmante attraverso orbite e pianeti che alla mia generazione (e a quella di altri lettori e lettrici di “Vocazioni”), sembrano piuttosto ardui da capire nella valenza propositiva e creativa di un loro utilizzo mirato e suggestivo per una… proposta vocazionale.

La novità porta in sé sempre un margine di rischio ed un coefficiente di paura, ma è anche una grande sfida per investire “fiducia” su linguaggi sicuramente innovativi, plurimi e complessi,che aiutano a soffiare sotto la cenere, per far ardere in noi la fiamma della nostra “passione vocazionale”.

Ci rincuora l’espressione di S. Paolo, che ci accompagnerà per tutto il prossimo anno vocazionale: “So in chi ho posto la mia fiducia”.

Buona lettura e buona esplorazione di questi nuovi “pianeti”…