N.06
Novembre/Dicembre 2023

Miracoli

«Ancora oggi, noi vogliamo credere, lo Spirito del Padre chiama. Egli invia per le strade del mondo i figli di questa terra generosa dalle radici cristiane, ma bisognosa essa stessa di nuova evangelizzazione e di nuovi evangelizzatori. Anche noi, allora, ci presentiamo al Signore, come gli Apostoli di un tempo, con la coscienza della nostra povertà e dei bisogni di questa Chiesa: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla” (Lc 5,5). Ma vogliamo, soprattutto, “sulla sua Parola”, credere e sperare che, come allora, il Signore può riempire anche oggi con una pesca miracolosa le barche dei suoi apostoli e trasformare ogni credente in pescatore di uomini» (Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche, Nuove vocazioni per una nuova Europa, 7).

Nella lingua italiana la parola ‘miracolo’ definisce un prodigio una ‘cosa meravigliosa’ e trova proprio nella meraviglia e nello stupore la sua radice. Oggi, nella stessa Europa, che il documento descrive – più di venticinque anni fa – come una terra arida di vocazioni e bisognosa di essere evangelizzata, credere nei miracoli sembra ancora più difficile. Nella maggior parte dei casi il tema vocazionale è affrontato nella direzione del calo numerico delle scelte di vita e in quella della inadeguatezza che si riscontra nei consacrati e nei ministri ordinati.

Nel tempo del deserto è facile cedere alla tentazione di credere che il braccio del Signore si sia raccorciato (Nm 11,23) lasciando che gli occhi si riempiano di sabbia che impedisce di alzare lo sguardo verso il mare ancora pescoso perché pieno di tutti gli uomini, che vivono alienati nelle acque salate della sofferenza e della morte, in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci pesca e ci porta nello splendore della luce di Dio (cf. Benedetto XVI, Omelia, 24 aprile 2005).

Ammira! Guarda quando questo accade nella vita di chi accoglie la Parola del Signore e inizia a camminare nella vita battesimale; meravigliati della misericordia di Dio che ancora non si stanca di trascinare dall’acqua putrida del peccato i figli che lo invocano; stupisciti di come ancora oggi nel cuore di giovani sorge il desiderio di discernere e decidersi per una scelta vocazionale al matrimonio, alla vita consacrata, al ministero ordinato, al laicato vissuto nel celibato. Guardare quello che c’è senza chiudere lo sguardo su quello che manca è postura che infonde quella luce della speranza che non si spegne (cf. Francesco, Christus vivit, 48).