N.01
Gennaio/Febbraio 2001

Il contributo di riflessione delle Regioni e Diocesi italiane alle domande poste dal Convegno

Allo scopo di tastare il polso della pastorale vocazionale in Italia e in vista di questo Convegno, è stato preparato un questionario inviato nel mese di giugno a tutti i CRV e i CDV. Dalle risposte emerge con chiarezza il variegato mondo dei CDV con le loro difficoltà, creatività, ed esperienze positive in atto. Alcuni ci hanno fatto notare come il rispondere al questionario è stata un’ottima occasione per il CDV di ritrovarsi e riflettere su un tema così importante: a volte si è così impegnati nel preparare e realizzare le attività che resta poco spazio per la riflessione e l’approfondimento. Forse in questo senso potremmo dire che il Convegno ha già raggiunto un buon risultato. Va detto che non tutti hanno risposto: solo un quarto. Si è voluto inaugurare un modo nuovo di fare il Convegno; e come in tutte le novità non ci si può attendere subito un’accoglienza totale: ci fa bene essere realisti! Se a ciò aggiungiamo la fatica che tutti facciamo nel prendere penna (o forse, meglio, nell’accendere il computer) e rispondere a delle domande, il quadro è completo. E sono convinto che nella comunicazione come sono importanti le parole che si dicono, così è altrettanto eloquente il silenzio.

Mio compito ora è quello non solo di far rimbalzare i risultati del questionario in questa Assemblea, ma anche far riscaldare i motori, perché questo nostro Convegno non abbia una partenza a freddo. Queste osservazioni che vi sto comunicando sono state inviate anche ai relatori, non solo per tenerle presenti nei loro interventi, ma anche per offrirci risposte e prospettive nuove alle difficoltà emerse. Come si può ben vedere la comunicazione non vuole indicare solo il tema di questo Convegno, ma anche lo stile che qui si vuole realizzare: un dialogo tra i relatori e tutti noi che è iniziato prima ancora del Convegno. Un dialogo che in questi giorni non sarà soltanto bidirezionale (relatori e convegnisti), ma che ci coinvolgerà tutti direttamente nei lavori di gruppo.

Si è scelto di non fare una di quelle indagini troppo complicate, che richiedono tempo nel pensarla, tempo nel realizzarla, tempo nel rileggerla, tempo nel presentarla, tempo nel pubblicarla, tempo per farvi emergere nuove piste operative, tempo per comunicarle, tempo per realizzarla… nel frattempo la realtà esaminata si è evoluta, così che ci si ritrova sempre un po’ fuori tempo rispetto alla vita, soprattutto dei giovani. Queste considerazioni emergevano chiaramente nel documento di preparazione al Convegno Ecclesiale di Palermo, dove si diceva che la Chiesa si trova ad “essere sempre un po’ in ritardo” rispetto alla realtà giovanile in continua e rapida evoluzione.

 

 

LE RISPOSTE ALLE SINGOLE DOMANDE DEL QUESTIONARIO

Che posto occupa l’annuncio della Vocazione all’amore verginale nella pastorale vocazionale del CDV?
Dagli animatori è avvertito che questo è il cuore della pastorale vocazionale?

Ho raggruppato le risposte attorno ad alcuni temi chiave, preferendo dar voce direttamente ai CDV, sine glossa. Se da una parte si dice che questo tema è considerato di vitale importanza, il cuore della Pastorale Vocazionale, tuttavia non sono pochi a denunciare una certa difficoltà nel proporlo, per i più svariati motivi: perché vi è una grande confusione sul termine “Amore verginale”; perché si ha paura di non essere compresi o di non essere al passo dei tempi; è un tema che genera sorrisi: è un po’ imbarazzante e non attraente; e vi è chi nota che per i giovani è una tematica difficile da accogliere e da vivere, soprattutto oggi; alcuni dichiarano di temere di perdere le persone; per questo anche lì dove se ne parla viene proposto in sordina e non con coraggio nei gruppi giovanili; perché l’amore verginale nella nostra cultura non è molto apprezzato; perché è difficile da assimilare e da proporre; si chiede qualche strumento o sussidio che possa aiutare gli animatori in quest’annuncio.

Altri hanno fatto notare che se non se ne parla è perché: spesso lo si dà per scontato; resta marginale; o addirittura è un tema dimenticato; si dà più spazio alle iniziative; o perché è inserito indirettamente nell’annuncio della dimensione vocazionale della vita cristiana; alcuni ritengono che sia un discorso riservato a “categorie speciali” di persone; si è allargato di molto il significato del termine “vocazioni”, preferendo insistere sulla pastorale vocazionale generica; nelle nostre comunità vi è una eccessiva insistenza sulle tematiche della carità-servizio; questo tema nella pastorale vocazionale del CDV ha una presenza “trasversale”: non proposte specifiche, ma sempre presente sullo sfondo nelle attività programmate; dagli animatori è ritenuto un aspetto importante, sì, ma tra gli altri; si sente la necessità di un serio approfondimento, soprattutto sulle modalità dell’annuncio; abbiamo preso coscienza di trovarci dinanzi ad un tema nuovo e fondamentale e abbiamo sentito il bisogno di approfondirlo: questo ha creato in noi l’attesa del Convegno; occupa un posto esclusivo e diretto nel Gruppo Emmaus; privilegiato e diretto nei Gruppi RIR (Ragazzi In Ricerca) e GIR (Giovani In Ricerca); il problema prima che essere vocazionale è culturale e pedagogico; non è un aspetto che emerge sistematicamente nella pastorale vocazionale come tema programmato, ma rientra sempre come conseguenza necessaria del discorso del dono di sé in risposta a un progetto di vita totalizzante come quello proposto dal Vangelo.

Alcuni hanno indicato chi ne parla in modo particolare e quando se ne parla: è un annuncio molto presente nella predicazione del Vescovo; si nota una maggiore sensibilità da parte dei religiosi rispetto al clero diocesano che a volte è più preoccupato di parlare di scarsità di vocazioni che non di dare un annuncio sulla bellezza della vocazione all’amore verginale; è annunciato dai responsabili del Seminario e degli Istituti di vita consacrata; se ne parla soprattutto nelle “Settimane vocazionali”; nella direzione spirituale; soprattutto nelle iniziative organizzate in occasione di qualche consacrazione.

Infine altri hanno espresso non poche perplessità sul fatto che l’annuncio della vocazione all’amore verginale debba essere considerato il cuore della pastorale vocazionale, adducendo i seguenti motivi: ci si interroga se sia un discorso da rivolgere a tutti o specifico per i chiamati alla speciale consacrazione; per qualcuno è una restrizione inopportuna tornare a proporre la dimensione dell’amore esclusivamente legato alla vita consacrata; mi pare eccessivo e fuorviante dire che tale annuncio è il cuore della pastorale vocazionale; e tale non è considerato né da me né dagli altri operatori del CDV. La pastorale vocazionale ha al centro l’annuncio della vita come risposta all’amore ricevuto gratuitamente dal Signore, ed in questo porta una particolare attenzione verso le vocazioni dette “di speciale consacrazione”. Porre al centro la vocazione alla verginità consacrata in quanto tale rischia di far percepire come un fine quello che in realtà è “solo un mezzo”, una via per la sequela nell’amore.

 

Il CDV ha pensato incontri, catechesi, itinerari, esperienze insieme ad altri uffici di Curia per annunciare l’amore verginale? Che cosa? Con quali uffici? Secondo quali modalità? Quali difficoltà incontrate? Quali risultati raggiunti?

Le risposte a queste domande spaziano per quanto è vasto l’orizzonte pastorale delle nostre Chiese, evidenziando che solo rarissimamente vi è stata una fattiva collaborazione a proposito del nostro tema, ma molti hanno colto l’occasione per una riflessione globale sulla pastorale unitaria: si va da una cordialità di rapporti tra i diversi Uffici ad un dialogo inesistente; alcuni hanno notato che vi sono delle reciproche buone intenzioni; altri osservano che è allo studio questa possibilità per una programmazione unitaria; altri, infine, affermano che vi sono sporadiche collaborazioni e che si è sempre alla ricerca di un coordinamento; quando si cerca di individuare le cause di questa frantumazione pastorale, le si individuano nella presenza di una pastorale ancora individualista o nel fatto che stenta ancora a maturare una chiara visione della vita cristiana nella sua costitutiva dimensione vocazionale, con la conseguente perdita dei connessi risvolti pastorali; c’è, infine, chi ha la sensazione che il CDV sia un ufficio “debole” , con poca forza contrattuale e che, se non si tiene alto il livello di vigilanza, si corre il rischio di essere facilmente fagocitati dalla pastorale giovanile.

Quanto alla collaborazione in atto con altri Uffici, si ha l’impressione che lì dove si è realizzata essa sia stata più frutto di una amicizia tra i direttori o limitata alla partecipazione ad iniziative comuni, che il risultato di un pensare, programmare e realizzare insieme itinerari educativi: si sono realizzate alcune iniziative, soprattutto in vista della GMG, con la pastorale giovanile; si è tentato qualcosa con la pastorale familiare, con l’ufficio liturgico e con l’ufficio catechistico; qualche iniziativa particolare ha visto collaborare il CDV con l’ufficio missionario. Siamo, comunque, ben lungi da una pastorale unitaria!

 

Ritieni di poter offrire qualche nuova proposta su questo tema?

Le proposte emerse sono interessanti e risentono, naturalmente, della maggiore o minore vivacità del CDV che le ha proposte: lavorare su un progetto di proposta di vita cristiana integrato, sdoganando la pastorale giovanile dall’ansa dove si è ancorata, vincendo la paura che se si propongono certi temi ai giovani questi si stufano e poi scappano e ci abbandonano; pensare a cammini di educazione all’affettività, preparando sussidi di catechesi o per incontri con i giovani che trattino questo tema con un linguaggio giovanile; non estrapolare eccessivamente questo tema da quel discorso più ampio ed essenziale, in cui consiste l’annuncio della “grazia a caro prezzo”, recatoci da Gesù, pena il ritorno ad una impostazione volontaristica o settoriale della pastorale che non fa “cultura vocazionale”, ma “promozione” o che fa giochi di parole o iniziative autocelebrative e, pertanto, inutili; far sì che la dimensione vocazionale attraversi tutta la pastorale della diocesi; se nel ventennio precedente si è molto lavorato per allargare il significato della “vocazione”, nel prossimo futuro si dovrà lavorare per recuperare e annunciare la specificità; si avverte la necessità di una pastorale vocazionale sempre più chiara nei contenuti, negli obiettivi e nei metodi; la rivista VOCAZIONI potrebbe sviluppare questo tema e raccogliere le esperienze in atto nelle diocesi; pensare vie adatte per raggiungere gli organismi pastorali e proposte concrete per innervare l’annunzio della vocazione all’amore verginale nella pastorale ordinaria, preparando in modo specifico gli animatori vocazionali, anche attraverso delle scuole per operatori parrocchiali; agitare e proporre la questione del coordinamento degli uffici; offrire da parte del CDV una presenza propositiva periodica nei vari organismi pastorali; essere più espliciti nei nostri sussidi e proporre incontri di discernimento; a questo proposito molto potrebbero fare i catechisti nelle parrocchie, come anche gli insegnanti di religione; un’attenzione particolare è da riservarsi ai sacerdoti, perché siano formati e sostenuti in una assistenza spirituale più mirata, per poter accompagnare personalmente i chiamati; la celebrazione della Cresima può risultare un momento particolarmente efficace, in cui lo stesso Vescovo, padre di tutte le vocazioni, annuncia l’amore verginale; da molti è stato osservato che un aspetto carente è quello dell’annuncio attraverso la presenza: stare in mezzo ai giovani da persone consacrate, proponendoci attraverso un linguaggio e messaggi che siano chiari, forti, diretti e con una testimonianza gioiosa e trasparente della propria consacrazione; è importante inserire spesso nei momenti di preghiera testimonianze di persone che hanno abbracciato la verginità; si dovrebbe insistere nel proporre la figura di Maria, madre e modello di ogni vocazione cristiana, sulle figure bibliche e sull’annuncio diretto della vocazione verginale, come potenziamento dell’amore e non come una limitazione; il CNV potrebbe “marcare” più da vicino il Servizio nazionale di pastorale giovanile, che rischia di essere più attento alla cura di grandi eventi o di cose ad alto indice di impatto che alla proposta di cammini spirituali; proporre ai giovani di fare esperienze in comunità di consacrati o andare per un mese in missione; valorizzare la preghiera vocazionale, anche incrementando i ‘Cenacoli VOC’, l’Adorazione Eucaristica, gli Esercizi e i ritiri spirituali; accanto a momenti di preghiera per i giovani, è necessario creare spazi di approfondimento sul tema anche attraverso cineforum; infine c’è chi ricorda a tutti noi che l’educatore cristiano non è chiamato a raccogliere frutti immediati, ma a saper guardare lontano, attendendo le risposte esistenziali.

 

Vi sono delle esperienze realizzate dal tuo CDV su come annunciare la vocazione all’amore verginale? Potresti presentarla?

Non sono molte le esperienze specifiche in atto nelle nostre diocesi, la maggior parte di quelle presentate fanno ormai parte del patrimonio comune a tutti i CDV. Ho pensato di presentarle ugualmente non solo perché i CDV hanno sentito la gioia di condividerle con tutti noi, ma anche perché, pur essendo globalmente simili, vi sono dei particolari che le contraddistinguono le une dalle altre e che possono arricchire tutti. Riporto senza alcuna modifica la presentazione delle esperienze così come sono state descritte direttamente dai CDV, rispondendo al questionario.

La Settimana spirituale: qui si tratta l’argomento nella catechesi.

Ogni giovedì il CDV si rende disponibile per la preghiera e la direzione spirituale.

Ad agosto si prepara un campo di spiritualità vocazionale.

Incontri di preghiera.

Ritiri ed Esercizi spirituali.

Mostra vocazionale.

Esercizi Spirituali, settimane vocazionali, campi scuola, itinerari vocazionali. 

L’esperienza principale è quella dell’Itinerario vocazionale per Giovani, dal titolo “Incontro con la Parola”.

Due scuole di preghiera mensili per ragazzi e giovani. 

Sensibilizzazione alla preghiera.

Incontri di annuncio-preghiera-testimonianza nelle zone pastorali della diocesi, incontri di preghiera; esercizi spirituali. 

Campi scuola e incontri vocazionali distinti per ragazzi e ragazze. 

Scuola di preghiera proposta dal CDV e dalla PG, in cui l’ascolto della Parola e l’interiorizzazione sono presentati come porta di ingresso ad un discorso ampio di dono di sé.

Il Gruppo Samuele: qui si tratta il tema nella lectio e nella catechesi sulla maturità dell’amore umano.

I Giovani del Sì: incontri mensili con una proposta di vita casta, sobria e semplice.

Il Gruppo Sichem: è un gruppo di discernimento, diocesano, gestito con èquipe mista di animatori della PG e della PV. Quest’anno sono 47 giovani che lo frequentano, dai 20 ai 29 anni, con un incontro mensile presso il Centro Vocazionale Giovanile diocesano (una piccola parrocchia alla periferia di Vicenza). L’itinerario delle lectio bibliche insiste molto sulla chiamata vocazionale specifica e anche sul tema della verginità consacrata, ed è integrata da una metodologia del discernimento che viene di volta in volta proposta ai giovani e applicata in sede di direzione spirituale. Ogni giovane partecipante al Gruppo Sichem deve avere una guida spirituale. 

Il Corso per accompagnatori vocazionali: Discernimento spirituale e maturazione affettiva. Esso è composto di 7 incontri nelle mattinate del sabato da novembre a dicembre, più un week-end residenziale a gennaio. La tematica dell’annuncio e del discernimento del carisma dell’amore verginale ha un suo rilievo specifico all’interno del coro, che vede la presenza di oltre 100 partecipanti (70% religiose, 15% presbiteri, 15% laici). L’affluenza avviene da varie diocesi del Veneto, pur essendo stato organizzato e pubblicizzato quasi esclusivamente per la diocesi di Vicenza.

Mi pare interessante l’iniziativa delle tre P (Preghiera, Perdono, Purezza): una volta al mese di sabato dalle ore 19 alle 22 i giovani, che personalmente e per iscritto avevano dato la loro adesione, si sono incontrati nella cappella dell’episcopio per meditare, pregare e confrontarsi a livello personale. Il confronto poteva aversi o con sacerdoti o con una suora o con una laica consacrata. Mensilmente i giovani erano invitati a verificare a che punto fosse il loro cammino su questi tre valori.

La Scuola della Parola: gli incontri vengono tenuti nelle parrocchie dei diversi paesi della diocesi con scadenze mensili. Consistono in una lectio divina animata ogni volta da un sacerdote diverso della diocesi. Una difficoltà è stata la non buona comunicazione dell’iniziativa che ha portato come risultato ad una partecipazione ridotta di persone.

Il Campo-scuola vocazionale: viene proposto attraverso un cammino di una settimana, seguendo l’itinerario dei campi scuola “Se vuoi”. Una difficoltà è stata quella della presenza di alcuni giovani non pienamente motivati, che hanno abbassato il livello della proposta.

Il CDV ha elaborato e pubblicato un piccolo sussidio (8 pp.) in cui presenta le diverse vocazioni e dà molto spazio alla verginità e al matrimonio come due forme dell’unico amore. È adatto ai ragazzi di cresima ed è stato distribuito ai loro catechisti.

Una serie di iniziative per tutti i ragazzi e i giovani della diocesi, ma come proposta in genere della vocazione e non in maniera specifica sull’amore verginale.

Con l’Ufficio catechistico si programmano quattro incontri annuali per i preadolescenti, preparati insieme ai loro educatori. In questi quattro incontri la testimonianza di persone consacrate o con esperienze significative di vita cristiana è frequente, con l’intenzione di comunicare ai ragazzi che la vita cristiana è una possibilità concreta ed interessante. Con la PG collaboriamo nella preparazione del cammino annuale per gli educatori dei giovani, nel quale si inseriscono anche tematiche vocazionali. Sempre con questo Ufficio, stiamo preparando i sussidi per la lectio del Vangelo di Luca di avvento e quaresima. Il Gruppo Emmaus, promosso e guidato dai seminaristi, si incontra l’ultimo venerdì del mese in Seminario dalle ore 17.00 alle 19.45 per un momento di preghiera e di adorazione eucaristica seguito dalla cena insieme.

La Preghiera Continua: è un’iniziativa proposta a tutti i fedeli e alle comunità parrocchiali e religiose che desiderano unirsi spiritualmente in una catena continua di preghiera per implorare dal Padre il dono di nuove vocazioni. Si svolge nei tempi di Avvento, Quaresima e mese di Maggio a due livelli: a livello personale nel quale le singole persone, coppie, famiglie o gruppi di amici si impegnano per un’ora di preghiera settimanale; a livello comunitario nel quale parrocchie e istituti religiosi si impegnano a garantire 24 ore di preghiera, animando alcuni momenti comunitari di preghiera, promovendo l’Adorazione Eucaristica silenziosa e affidando l’incarico a persone che anche a casa coprano il restante tempo affidato alla comunità. 

Una preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione è l’iniziativa promossa lo scorso anno come preparazione alla GMPV che verrà riproposta anche quest’anno, pubblicizzandola maggiormente nelle varie parrocchie. Si sono fatte stampare un certo quantitativo i cartoline riportanti su un lato il disegno della Giornata e la spiegazione dell’iniziativa, e sul retro alcune righe sulle quali scrivere una preghiera personale per le vocazioni di speciale consacrazione. Tali cartoline consegnate a tutti i parroci perché le distribuissero a tutte le categorie di persone sono state successivamente raccolte in ogni parrocchia e offerte alla Veglia vocazionale diocesana. Alcune delle preghiere composte sono state lette nel corso della Veglia, altre, scelte, verranno inserite nell’opuscolo realizzato come traccia per l’iniziativa della preghiera continua.

 

 

CONCLUSIONE

Nel concludere, credo sia importante rilanciare ai Relatori, in modo schematico, alcuni dei nodi problematici emersi dalle risposte al questionario, perché possano tenerne conto nel presentarci le loro indicazioni: un grande bisogno di chiarezza sul significato del termine amore verginale; si oscilla con una certa indecisione tra una pastorale vocazionale generica e una specifica; una certa incapacità a proporre con coraggio e con linguaggio comprensibile, soprattutto ai giovani, l’annuncio della vocazione all’amore verginale; si dà grande spazio e importanza alle iniziative di preghiera e quasi nulla o poca a quelle di catechesi, di annuncio, di approfondimento e di formazione; una latente rassegnazione nel non poter vedere realizzato il sogno che tutti ci portiamo nel cuore di una pastorale unitaria;

Affido queste osservazioni ai Relatori e a voi, perché ci aiutino a tenere presente il vissuto delle nostre diocesi e, in modo particolare, dei nostri CDV. 

E nell’augurarvi un buon lavoro vi ricordo quanto affermava un filosofo: “Ogni consumatore crede che l’albero sia dipeso dal frutto, mentre esso è dipeso dal seme. In ciò sta la differenza fra tutti quelli che creano e quelli che consumano” (Friedrich Nietzche).

Che questo Convegno ci veda non passivi consumatori, ma gioiosi e fiduciosi creatori di una pastorale vocazionale più incisiva.