N.02
Marzo/Aprile 2001

Una vera esperienza di comunione e di scambio da far diventare consuetudine

Come appare anche dalla sintesi dei lavori di gruppo a cura di don Maurizio, questo Forum appare un po’ come il “numero 0”, ancora in certa misura sperimentale. Però c’è stato il consenso unanime sulle intenzioni di fondo: creare le condizioni perché nelle Chiese locali italiane cresca una comunione vera nella pastorale vocazionale, perché alla fine cresca la comunione tra tutte le componenti del Popolo di Dio.

 

Questo Forum parte da lontano

Sono più di tre anni che lo abbiamo pensato e sempre rimandato; ma l’urgenza di mettere a confronto i responsabili della pastorale vocazionale di tutti gli istituti di vita consacrata presenti in Italia e quelli del CNV, dei CRV (e in un secondo tempo dei CDV) è aumentata progressivamente. Infatti se da una parte abbiamo gli orientamenti pastorali della CEI e della S. Sede (Nuove Vocazioni per una nuova Europa), che ormai pensano la pastorale solo in termini unitari e comunionali, dall’altra abbiamo una prassi che ancora continua a presentare chiusure, contrapposizioni, ripiegamenti o rilanci di una pastorale di reclutamento che credevamo ormai estinta. Ancora si possono vedere difficoltà a collaborare e a unire “carismi, ministeri e attività” tra seminari e religiosi maschi; tra istituti di vita consacrata; tra gruppi o movimenti ecclesiali verso le forme già affermate.

 

Vera esperienza di comunione

Nel Forum abbiamo fatto una vera esperienza di comunione, di scambio e di condivisione: l’ecclesiologia del Vaticano II nei suoi elementi essenziali e nelle sue conseguenze pastorali, è pienamente condivisa. La “cultura vocazionale” che è la risposta principale da dare tutti insieme ad una società che progetta un “uomo senza vocazione”, ci trova consenzienti e pronti. Anche la partecipazione qualificata e incoraggiante di responsabili della CEI o di Congregazioni della S. Sede, ci ha confermato nella bontà di questa iniziativa e nella necessità di darle un seguito non solo a livello nazionale ma anche a livello locale.

 

Una diffusione da compiere

Resta ancora però una diffusione da compiere delle idee e degli atteggiamenti pastorali che hanno caratterizzato il Forum, a tutti i livelli della pastorale dei consacrati e delle Chiese locali. Erano assenti alcuni degli istituti che hanno più peso numerico nella Chiesa italiana, altri però erano ben rappresentati. Da parte della Chiesa italiana era presente la direzione del CNV, i rappresentanti dei CRV, ma mancavano quelli dei presbiteri. Una rappresentanza più estesa o più capillare o più significativa e mirata sarà uno degli obbiettivi di un prossimo Forum, ancora da definire, ma richiesto dalla grande maggioranza dei presenti. Noi ci chiediamo se intanto non sia necessario proporre di ripetere la stessa esperienza a livello regionale nel corso di questo o del prossimo anno: i CRV ne trarrebbero un notevole miglioramento dei rapporti e della collaborazione pastorale, diverrebbero un seme anche per gli altri organismi della pastorale con una ricaduta positiva a livello diocesano.

 

In riferimento al Forum

Diversi gruppi hanno manifestato la necessità che siano presenti al Forum, insieme ai Responsabili degli Istituti di vita consacrata, anche i presbiteri responsabili dei CRV e CDV. Soltanto così infatti si potrà realizzare effettivamente un reale confronto nella stima, nella condivisione e nella reciprocità. Vari gruppi hanno manifestato il desiderio di continuare il cammino intrapreso, anche se con proposte diverse: ogni anno; ogni tre anni; un anno a livello nazionale e una anno a livello regionale. È fondamentale comunque chiarire maggiormente gli obiettivi e i destinatari del Forum. 

Il Forum sia organizzato in maniera più esperienziale e pratica: maggior tempo per il confronto in gruppo, con eventuale ritorno in assemblea per il dibattito; presentazione di qualche esperienza vocazionale significativa, evidenziando bene la progettualità soggiacente e l’intenzionalità comunionale; forme laboratoriali, molto inerenti l’operatività e la progettazione. È auspicabile una maggiore presenza di consacrati maschi e magari di qualche operatore di pastorale giovanile e di qualche giovane. 

Un tema proposto: confronto sulla qualità e sui criteri di scelta degli Animatori Vocazionali.