N.01
Gennaio/Febbraio 2003

La celebrazione della GMPV 2000 a Reggio Calabria con la Calabria

“Tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno…”(1 Cor 9,22). È questa, a mio avviso, la proposta della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. È così che noi del Centro Diocesano Vocazioni di Reggio Calabria l’abbiamo pensata, voluta e vissuta. Questa parola di Paolo ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro – così come ci esorta il Papa nella NMI al n. 1 –. È impossibile misurare, infatti, l’evento di grazia che la GMPV, nella sua preparazione e nel suo svolgimento, è stata per migliaia di giovani. Tuttavia ci è stato svelato ancora una volta, e sempre di più, l’amore misericordioso del Padre che, in Cristo e per mezzo dello Spirito Santo, continua a gridare agli uomini di oggi: “Che cercate?… Venite e vedrete”. Appuntamento provvidenziale, dunque, che la nostra Chiesa locale non ha disatteso, ma ha assunto come prioritario ed essenziale per interrogarsi sul suo rinnovamento, impegnandosi, così, con nuovo slancio, nella sua missione di evangelizzare il Vangelo della vocazione.

Sento, perciò, il bisogno di condividere con ciascuno le meraviglie compiute da Dio, il nostro impegno con i suoi sforzi generosi e le immancabili debolezze, ponendoci in ascolto di ciò che lo Spirito ha dato alla nostra Chiesa, facendo tesoro della grazia ricevuta, ricordandola, verificandola e, quindi, traducendola in propositi concreti e linee operative, perché la Chiesa tutta – come ci ricorda il Papa nello stesso documento (NMI 2) – risplenda sempre più nella verità dei suoi doni e nell’unità del suo cammino.

Mi pare, anzitutto, necessaria e doverosa una premessa. La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni è un’esperienza e, come tale, corre il rischio di fare parte di quella serie di esperienze frammentarie e casuali che quotidianamente si vivono. La Giornata, pertanto, va subito sottolineato, non è un fatto occasionale o episodico, ma deve far parte di un cammino ed esprimerne la continuità, all’interno di un percorso e di un progetto educativo e formativo delle giovani generazioni; cammini che il Centro Diocesano Vocazioni unitamente e in collaborazione con il Seminario stanno portando avanti da anni. Il mondo giovanile di oggi, infatti, si presenta complesso e contraddittorio. I giovani – come ci richiama il documento NVNE al n. 11 – vivono in un contesto socio-culturale eticamente neutro, privo di speranza e di modelli progettuali; passano di esperienza in esperienza, faticando ad operare il passaggio dall’esperienza alla decisione, ai cammini formativi per costruire un progetto di vita su valori saldi e duraturi, dove diventa difficile coniugare il per sempre di una scelta, sia questa la vita matrimoniale, che il sacerdozio o la vita consacrata. Eppure, al di là di questi fattori problematici, da più parti del mondo giovanile si rileva un rinnovato interesse per la vita, intesa come valore assoluto ed insieme esperienza bisognosa di senso.

Di questa situazione se ne è fatta carico la pastorale diocesana vocazionale e giovanile insieme, attraverso diverse e numerose iniziative, quale appunto le Giornate di Spiritualità per Giovani. Ecco il contesto di continuità all’interno del quale si colloca la celebrazione dell’annuale GMPV. Essa, così, è solo uno “strumento”, non è il fine; indica la meta. Mi piace qui ricordare e additare questa meta nelle parole di Paolo VI nel suo Messaggio per la XV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: “Che nessuno per colpa nostra, ignori ciò che deve sapere, per orientare in senso diverso e migliore la propria vita”. La Giornata, infatti, vuole essere un aiuto che indica un cammino da seguire, senza imporlo o addirittura esaurirlo, non deve dire e/o dare tutto: non è il suo compito; ma rispettando la libertà di ciascuno sarà sostegno prezioso di un percorso graduale, nel quale il progetto che Dio ha per e su ciascuno maturi progressivamente. Sta qui il segreto della Giornata stessa, in quanto opera formativa della Chiesa; continuazione nel tempo dell’opera di Cristo che “salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui”.

A partire da queste convinzioni si possono tracciare delle indicazioni che saranno di aiuto nell’analisi e nella lettura dell’esperienza fatta per la preparazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni in ambito locale. Prima di tutto la programmazione. È importante, cioè, individuare in équipe, alla luce del tema proposto ogni anno dal Centro Nazionale Vocazioni, il percorso concreto da compiere, tenendo presente il contesto reale (nella sua globalità) nel quale si deve tradurre e attuare la proposta. Nel lavoro di elaborazione e di organizzazione, dunque, occorre avere ben chiare alcune domande chiave: verso chi? che cosa? a quale scopo? quando? dove? come? La buona ed efficace riuscita della Giornata sta proprio in questo impegno remoto che consta di più fasi.

 

Conoscenza delle finalità, del contesto e delle persone

La celebrazione della GMPV intende riproporre l’urgenza di portare con decisione l’animazione vocazionale al cuore della Chiesa particolare, alimentandone vocazionalmente gli itinerari di fede in essa presenti. Si tratta di generare la coscienza vocazionale come fatto costitutivo della vita della Chiesa stessa. Il contesto, dunque, non può non essere quello ecclesiale locale, il quale si va ad innestare nella pastorale ordinaria delle comunità parrocchiali, coinvolgendo associazioni, movimenti, gruppi in essa presenti ed operanti. Ma non basta. Abbiamo inteso, infatti, che lo spirito di questa iniziativa, non sia quello di coinvolgere soltanto i cosiddetti “vicini”, ma anche e soprattutto quello di coinvolgere i “lontani”, coloro cioè che di Dio e di Chiesa non ne vogliono sentire parlare. Destinatari privilegiati, così, sono gli adolescenti e i giovani, posti dinanzi all’interrogativo su quale possa essere il progetto che Dio ha sulla loro vita e su come questo si manifesta. Vi hanno partecipato in genere da 600 a 1000 giovani.

 

Obiettivi, percorso e scelte

Obiettivo di fondo, vuole essere il servizio offerto al giovane perché sappia discernere il disegno di Dio nella sua storia, animati dalla certezza che in ognuno c’è un dono originale che attende di essere scoperto (NVNE 13c). Questo trova la sua realizzazione in un percorso che colloca a centro di tutto Cristo. Si cercherà così di porre il giovane nelle condizioni di superare il suo soggettivismo al fine di aiutarlo a prendere coscienza del progetto di Dio come risposta al suo bisogno di felicità e, quindi, renderlo aperto e sensibile ad una eventuale presa di posizione coraggiosa nei confronti della scelta vocazionale. Ecco, allora, delle scelte che sono ormai patrimonio acquisito: riflessione, meditazione, preghiera comunitaria, celebrazione eucaristica, esperienza di fraternità. Un’idea che non è maturata da un’episodica esperienza di fede, bensì da un lungo e paziente cammino spirituale; itinerario suggerito dallo Spirito e frutto della passione di tanti educatori. Il tutto poggia sul fondamento della proposta annuale.

 

Attuazione pratica

Di qui, allora, il compito di promuovere la proposta pastorale della Giornata in una duplice prospettiva vocazionale: globale e specifica. Globale, in quanto diretta a tutti i battezzati e ordinata a tutte le vocazioni, di modo che la Chiesa particolare e locale si fa mediatrice e destinataria di tutte le vocazioni. Specifica, in quanto diretta a favorire, discernere, educare e sorreggere le vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata. La realizzazione di tutto questo diventa compito irrinunciabile del Centro Diocesano Vocazioni, ma l’attuazione non ne è ad esclusivo appannaggio.

Cosa voglio dire? L’opera di “alfabetizzazione vocazionale” non deve e non può essere circoscritta o, in taluni casi delegata – disinteressandosene completamente – ad un unico organismo diocesano o regionale a ciò preposto, ma si deve collocare all’interno di una unità di percorsi dove la pastorale giovanile occupa un posto di particolare preminenza. La pastorale giovanile, così, nel contesto di un progetto educativo e unitario ed armonico, diventa il luogo e lo spazio vitale di formazione dove la vocazione diventa convinzione evangelica per costruire la comunità ecclesiale.

Come tutto ciò diventa operativo? Le forme sono diverse e sono il frutto di combinazioni che tengono conto di alcune modalità fondamentali. È necessario, pertanto, come primo momento il confronto con tutte quelle realtà pastorali che sono al servizio dei giovani. Insieme si cerca di trovare il modo di espressione del tema annuale. Quindi si passa all’azione vera e propria. Questa, a sua volta, consta di alcune tappe. Una volta scelto come sviluppare il tema, è necessario creare le condizioni perché questo possa avere la maggiore risonanza e diffusione possibile: sto parlando evidentemente della sensibilizzazione. Si tratta di una vera e propria esperienza missionaria che va accuratamente e opportunamente svolta nella fase immediatamente preparatoria della Giornata. Si contatteranno parroci; responsabili dei gruppi giovanili; si prepareranno manifesti e volantini che potranno essere consegnati dai giovani stessi ai loro coetanei come invito, individuando luoghi nei quali sono soliti ritrovarsi; ci si servirà dell’aiuto dei mezzi di comunicazione… e di tutto ciò che potrà essere utile a tale scopo.

Altra tappa sarà quella di rendere dinamica e creativa la proposta attraverso quelle scelte indicate nella seconda fase. A tal proposito, in questi anni, abbiamo pensato di vivere la celebrazione della Giornata in due tempi che si completano e si richiamano a vicenda. Un primo tempo dedicato alla preghiera, alla riflessione e al confronto; un secondo tempo rivolto alla testimonianza di una vita cristiana libera e liberata dai lacci di una mediocrità insignificante, e lanciata nel mare aperto della vita dello Spirito, dove si viene tirati in ballo in prima persona dando volto all’Amore che chiama, uscendo dall’anonimato e offrendo una risposta capace di coinvolgere tutta la vita, così da realizzare la vocazione alla santità in un’autentica risposta vocazionale che chiede l’incontro personale con Cristo e deve essere vissuta nella pienezza della carità. È da intendersi in questo senso la cosiddetta “serata” che conclude la Giornata; serata che ha visto presenti artisti, cantanti, testimoni come don Oreste Benzi, Liliana Cosi, Ernesto Olivero, Carlo Casini, Rosanna Garofano. Momento di festa, ma anche e soprattutto memento di annuncio ad ampio raggio.

 

Verifica

La programmazione comporta sempre una verifica personale e comunitaria. Non si tratta di ridurre l’esperienza di fede ad una fredda e sterile successione di risultati più o meno positivi, o ad un elenco inutile e privo di senso delle cose che non sono andate. Si tratta piuttosto di qualcosa di più profondo, cioè, verificando gli obiettivi, domandarsi se si è in presenza di elementi indicatori di crescita. Ancora, vanno verificati la modalità di attuazione della proposta, i tempi e la capacità di collaborazione, in modo da “trasfigurare” gli errori in occasioni di grazia per riequilibrare la proposta stessa, in modo che sia sempre di più al servizio della persona e della sua vocazione.

A conclusione di questo contributo, posso affermare con certezza che non esiste un incontro, una attività, un tempo, che non esprima direttamente o indirettamente una chiamata di Dio; come se i suoi appuntamenti “umani”, provocati dalle più diverse circostanze, fossero per Lui l’occasione per mettere ciascuno di noi di fronte alla domanda: “Che cosa fare della mia vita?”, “Qual’è la mia strada?”. La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, dunque? Sfida per il futuro dei giovani e della Chiesa tutta, dove il comando è preciso: andate, predicate e dite: Mio Dio, mio tutto! Un andare che congiunge le lacrime della semina alla gioia del raccolto; che domanda ogni giorno qualcosa di nuovo a noi stessi, nella novità dello Spirito. Eccoci allora in cammino, lungo la strada, nei luoghi rocciosi, sulle spine, nella buona terra. In cammino, perché chiamati da un Dio che ha ascoltato le grida del suo popolo, dei suoi cuori sospiranti in attesa di speranza, dei gemiti in attesa di terra nuova e cieli nuovi. Con noi, né borsa, né bisaccia, né sandali, ma il di più dell’Amore, l’unica rivoluzione di cui il mondo abbia bisogno. Con Cristo, per Lui ed in Lui. In silenzio, senza traguardi e piani fissati in precedenza, senza applausi… e un’unica certezza: dopo aver fatto tutto quello che dovevamo fare, tornare ad essere servi inutili.

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