N.05
Settembre /Ottobre 2009

“Seminatori del Vangelo della vocazione”: una Parola che chiama e invia…

Comunicato Stampa

Questo il tema dell’annuale Congresso che ha riunito a Roma dal 2 al 5 luglio u.s. l’European Vocations Service (EVS), organismo del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la cura e l’attenzione alle vocazioni nella Chiesa. Hanno risposto alla con­vocazione 88 delegati di 22 Chiese nazionali d’Europa (Malta, Ger­mania, Slovenia, Ungheria, Croazia, Gran Bretagna, Belgio, Italia, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Svizzera, Svezia, Portogallo, Spagna, Bosnia-Erzegovina, Francia, Irlanda, Austria, Repubblica Ceca, Al­bania, Romania) e la rappresentanza del Servizio nazionale USA, vivendo giorni nel segno della fraternità, della preghiera e dello stu­dio delle problematiche legate alla vocazione nella Chiesa.

Il Congresso di quest’anno è stato organizzato dal Centro Na­zionale Vocazioni Italiano, presieduto da mons. Italo Castellani, ar­civescovo di Lucca e presidente della Commissione Episcopale del clero e della vita consacrata, e coordinato da don Nico Dal Molin, direttore nazionale del CNV.

Dopo le presentazioni di rito da parte di mons. Wojciech Po­lak, vescovo ausiliare di Gniezno (Polonia), e dell’abbé Jean-Pierre Leroy, rispettivamente presidente e coordinatore dell’EVS, il Con­gresso è entrato nel vivo con la relazione della prof.ssa Rosanna Virgili, biblista, dal tema Il Vangelo della vocazione e le dinamiche del­la chiamata e della risposta. La prof.ssa Virgili ha ricordato che ogni vocazione dell’uomo altro non è che la conseguenza di una voca­zione “primordiale” che coinvolge Dio stesso: è lui che per primo ascolta la voce dell’umanità che grida a lui e decide liberamente di coinvolgersi nelle vicende della storia del popolo d’Israele. Questo coinvolgimento da parte di Dio arriverà alla scelta di divenire uomo in Cristo. L’incarnazione del Verbo rappresenta per Dio un “contro-esodo”: dalla terra promessa («Non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio», Fil 2): Dio esce, si spoglia, per entrare nell’“Egitto” dell’umanità, fin nelle fasce più marginali ed emargi­nate, le stesse dove il Figlio di Dio cercherà e chiamerà i suoi primi collaboratori. Ogni vocazione cristiana, allora, altro non è che la partecipazione a questa libera scelta di Dio di stare accanto all’uma­nità che grida e alla quale risponde con la Parola del Vangelo (Lc 4).

Come Gesù e la Chiesa primitiva hanno dovuto superare i mo­delli e le strutture fornite dall’Antico Testamento, così anche la Chiesa dei nostri tempi è chiamata a superare senza paura modelli e strutture che le impediscono di stare accanto all’umanità che grida, portando ad essa la Parola del Vangelo.

La seconda relazione è stata proposta dal prof. Paul M. Zulehner, teologo e pastoralista della Facoltà Teologica di Vienna, sul tema I di­versi terreni su cui cade il seme della Parola che chiama e invia. Con gran­de sincerità, leggendo in parallelo la vocazione del profeta Samuele (1Sam 3) e la situazione odierna, il prof. Zulehner, avvalendosi dei risultati delle sue ricerche, ha tracciato un profilo della situazio­ne della Chiesa nell’Europa occidentale rilevandone, oltre ad un progressivo invecchiamento anagrafico, la perdita della capacità di essere richiamo affascinante per i giovani europei; molto spesso la Chiesa è posta in alternativa con quelle che sono le istanze della cultura moderna. Quali scenari per il futuro della Chiesa e dell’im­pegno per le vocazioni? Gli elementi comuni richiamati riguardano, da una parte, l’esigenza di ritornare a riproporre grandi visioni che aiutino l’uomo moderno, soprattutto i giovani, a trovare un sentie­ro su cui camminare, dall’altra l’esigenza di pensare a forme nuove per vivere il servizio ministeriale alla Chiesa e l’evangelizzazione del mondo.

Mons. Italo Castellani ha tracciato una sintesi del cammino del­la pastorale vocazionale nella Chiesa italiana a partire dal docu­mento del 1985, dalla riflessione educativa dei vescovi italiani del 1999 ed infine dalla scelta di dedicare il piano pastorale del prossi­mo decennio al tema dell’educare.

Da molti anni la Chiesa italiana, prendendo come Magna Charta il documento Nuove vocazioni per una nuova Europa, sta camminando per inserire la pastorale vocazionale nella pastorale ordinaria della Chiesa, specialmente come anima dell’impegno educativo, che si esprime in ambiti diversi (parrocchia, scuola, università, pastorale giovanile).

Momento apice del Congresso è stato l’incontro con il Papa Be­nedetto XVI, che ha accolto il gruppo dell’EVS in udienza privata. Il Papa ha ricordato che «la cura delle vocazioni costituisce per ogni diocesi una delle priorità pastorali e assume ancor più valore nel contesto dell’Anno Sacerdotale appena iniziato». Riguardo al tema che ha guidato il Congresso EVS, il Papa ha sottolineato che «a se­minare nel cuore dell’uomo è sempre e solo il Signore. Solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell’accompagnare e dell’educare, del formare e del discernere. Tutto ciò è legato a quel piccolo seme, dono misterioso della Provvidenza celeste, che sprigiona da sé una forza straordina­ria. È infatti la Parola di Dio che di per se stessa opera efficacemente quanto dice e desidera».

C’è un’altra parola di Gesù che utilizza l’immagine del seme e che si può accostare alla parabola del seminatore: «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto» (Gv 12,24)… È questa anche la logica e la vera fecondità di ogni pastorale vocazionale nella Chiesa: come Cri­sto, il sacerdote e l’animatore devono essere un “chicco di grano” che rinuncia a se stesso per fare la volontà del Padre; che sa vive­re nascosto dal clamore e dal rumore; che rinuncia alla ricerca di quella visibilità e grandezza d’immagine che oggi spesso diventano criteri e, addirittura, scopi di vita in tanta parte della nostra cultura e affascinano molti giovani».

Infine il Papa ha invitato tutti i presenti ad essere nel mondo “seminatori di fiducia e di speranza”.

Ha chiuso la serie delle relazioni p. Amedeo Cencini, psicologo e formatore. Il suo intervento aveva per titolo «Il Vangelo della vocazio­ne per il giovane nella cultura europea» (NVNE 31) e ha sottolineato in particolare come la pastorale vocazionale si identifichi con il primo annuncio della fede: la pastorale vocazionale è parte integrante del kerygma e non esiste proposta di fede se non tradotta nell’esigenza di una proposta personale, una proposta caratterizzata vocazional­mente. Non ci troviamo più nella situazione in cui la proposta vo­cazionale cadeva su un terreno già dissodato da un contesto sociale che sosteneva l’esperienza della fede; oggi può benissimo accadere che la proposta vocazionale susciti l’esperienza della fede e questa dinamica, pur essendo contraria alla tradizione secolare che ci pre­cede, non è estranea al dinamismo della proposta di fede. La pasto­rale vocazionale è dunque chiamata ad una svolta missionaria. Fon­damentale in questa svolta è il ruolo dell’animatore vocazionale. Importante sarebbe recuperare la stretta relazione esistente tra for­mazione permanente e animazione vocazionale: queste due realtà si sostengono a vicenda e dipendono strettamente l’una dall’altra.

Durante il Congresso i delegati nazionali sono stati chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio di coordinamento che affiancherà mons. Polak nel servizio all’EVS.

Dopo aver ringraziato l’abbé Jean-Pierre Leroy del Belgio e i suoi collaboratori, che hanno prestato il servizio nell’ultimo triennio, l’assemblea dei direttori nazionali ha eletto per il prossimo triennio don Jorge Madureira, direttore del Centro Nazionale Vocazioni del Portogallo, come coordinatore dell’EVS; vice coordinatori sono don Marek Dziewiecki, direttore del Centro Nazionale Vocazioni della Polonia, e la prof.ssa Paule Zellitch, membro permanente del Ser­vizio Nazionale Vocazioni di Francia e caporedattore della rivista «Èglise et Vocation».

Il prossimo Congresso EVS si terrà in Ungheria nei giorni 1-4 luglio 2010.