N.03
Maggio/ Giugno 2011
/Film

Film: Habemus Papam

TRAILER del Film

Il  regista – Narmi Moretti  ha  realizzato nella sua  ormai  lunga carriera  dieci film a soggetto,  che vanno da Io sono un autarchico del 1976  a Il caimano  d el 2006. Inoltre nel  1990  ha girato  La cosa, un documentario di sessanta minuti sul  dibattito  all’interno del P.C.I. circa la proposta  del segretario Achille Occhetto di rif ondazione del partito,  e, nel  2003,  Il grido d’angosda  dell‘uccello predatore, un  pic­ colo film (27′)  contenente venti  scene,  che non erano  entrate nel montaggio definitivo del film Aprile. Ora ritorna nelle sale (e alFe­ stival di Cannes)  con un  film cui non difetta  l’originalità e che ha già provocato diverse reazioni  (pro o contro), troppo spesso per par­ tito preso  e non sulla  base di un’analisi del film che qui, lasciando da parte  ogni tentazione  apologetico-controversistica, si tenterà di fare i tentativi del  cardinal Gregari, consid erato  il più  probabile suc­ cessore del pontefice defunto, di incoraggiarlo a riprende re il suo posto. Data la grave situazione, viene invitato in Vaticano  un noto psicanalista. Ma  questi, condizionato  dal  rigido   protocollo che  è costretto a rispettare, non riesce  ad ottenere alcun risultato. Viene così  deciso di  far  uscire, in gran segreto, il papa  dal  Vaticano per farlo incontrare in incognito con  una psicanalista, ex  consorte di quello invitato, che ora  è costretto a rimanere in Vaticano fino alla conclusione della  vicenda. Ad un certo punto il papa riesce  a sfug­ gire  ai suoi  accompagnatori e si eclissa. Così, mentre in Vaticano lo psicanalista entra in confidenza con  i cardinali fino  al punto di or­ ganizzare per loro  un torneo di pallavolo, il papa vaga per le strade di Roma e si incontra con la gente comune. Alla  fine  il papa viene rintracciato dal  cardinal Gregari, ma,  ancora una volta, chiede di essere lasciato in pace. Allora i cardinali prendono una decisione: escono tutti dal  Vaticano e vanno a  “riprendersi” il papa  che  sta assistendo ad  uno spettacolo teatrale. Tornato in Vaticano, il papa si  affaccia ancora al  balcone e,  con  grande delusione da  parte  di tutti, annuncia di non essere in grado di sostenere il ruolo che  gli è stato affidato.la  vicenda  – Dopo  la morte del papa,  i cardinali si riuniscono in  conclave per  el eggere  il su o su ccessore.  Alla  terza  votazione viene eletto,  inaspettatamente, il cardinale Melville,  che  accetta con titubanza l’incarico che  gli vi ene  conf erit o. Ma,  al momento di affacciarsi al balcone  per salutar e la f olla osannante, vi ene preso da una crisi di panico  e si rifugia nelle  sue camere. A nulla valgono

Il racconto- È significativo che il film sia stato definito una “com­ media dolorosa” e appartenga al genere “Commedia, Drammatico” (anche se  poi,  in vista  della  presentazione al  Festival   di  Cannes, l’autore ha optato per  “Drammatico”). Queste, infatti, sembrano essere  le due anime dell’opera, che  affronta un tema serio  e per niente banale come quello della  crisi  di un papa  che  non si sente all’altezza del suo  compito e, nel  contempo, crea  situazioni di ila­ rità  che  rispondono più  a esigenze spettacolari che  tematiche. Ma procediamo con ordine. La struttura del film è lineare (a parte  tre brevi  flashback) e divide  la vicenda in due grosse parti,  precedute da un’introduzione e seguite da una conclusione.

Introduzione – Il film  si apre con  l’immagine notturna di una folla mesta e triste  per la morte del papa. Il giorno dopo  si svolgono i  funerali solenni. In  seguito, i cardinali, al  canto delle  litanie  dei santi, si apprestano a riunirsi in conclave. I giornalisti, sempre a cac­ cia di notizie, vengono allontanati dal portavoce del Vaticano: «Ora dobbiamo chiedervi di allontanarvi. .. da  questo momento nessun tipo  di  contatto con  l’esterno>>.  I cardinali entrano nella  cappella Sistina. Da notare- in questa  introduzione- due lunghe panoramiche, la prima  che va  dalla  folla verso  il cielo, la seconda che  dal cielo scende  verso  la terra. Sembra  essere  l’indicazione di un  rapporto tra  ciò che  è umano e ciò che  è al di sopra  dell’uomo. C’è poi  da rimarcare un  piccolo  ma  significativo particolare: durante  il can­ to delle litanie,  in un clima di grande  compostezza, c’è una breve interruzione dovuta forse  a una  distrazione o a un  problema tec­ nico.  Anche  questo  sembra indicare  qualcosa di  molto umano (l’interruzione)  che  avviene all’interno  della  solennità del  canto sacro.  Vengono  poi rimarcati l’interesse, per non dire l’invadenza, dei mass media  e l’isolamento dei cardinali dal mondo esterno (conclave significa infatti:  camera  chiusa a chiave).

Prima parte

-Inizia con le votazioni per l’elezione del nuovo papa.  Dopo due fumate nere,  finalmente si arriva  ad  un  esito  positivo:  a sorpresa viene  eletto  il cardinale Melville.  I fedeli  esultano alla vista  della fumata bianca  e all’udire il suono delle  campane. Il nuovo papa, interrogato circa le sue intenzioni, accetta seppur con titubanza. Anche   in  questo blocco  narrativo  vengono evidenziati alcuni elementi che hanno a che fare con l’umanità dei  cardinali. S’i­ nizia  con  un  black-out che  provoca  la  caduta  di un  cardinale; si sottolineano, con una  certa ironia,  le indecisioni della scelta  (uno cancella  il nome  che aveva  scritto,  un altro  tenta  di spiare la sche­ da del suo vicino, alcuni  cardinali giocano con la penna  in attesa dell’ispirazione, ecc.)  e le  tensioni presenti. Significativo  il fatto che i vari  cardinali,  ciascuno  nella  propria  lingua,  preghino dicen­ do: «Non io, Signore!>>. Si mette in risalto  ancora  una  volta  l’alone di segretezza  che caratterizza il conclave:  «Nulla di quanto accadu­ to nel  conclave  può  trapelare all’esterno». Infine  viene  dato molto peso all’incredulità, all’emozione e alla titubanza del neoeletto.

– Dopo la vestizione, il nuovo papa si avvia  verso il balcone  per la benedizione della  folla.  Ma  prima  che il cardinale camerlengo annunci il suo  nome  si sente  un  urlo  disperato. Il papa  scappa,  la­ sciando nel più grande  imbarazzo l’annunciatore e nella  delusione la folla in attesa.

È una  sequenza particolarmente importante in  quanto inizia  a presentare la figura  del  protagonista. Si tratta di un anziano cardinale che,  dopo l’iniziale incredulità, sente tutto il peso  di quella missione e crolla psicologicamente: l’urlo disperato, le mani sul­ la faccia,  l’invocazione: «Aiutatemi! Non ce la faccio!. Significativa quell’immagine (che  tornerà anche dopo in TV) del balcone vuoto, con le tende svolazzanti e con il buio dietro.

–  Dopo  un tentativo di  incoraggiamento da  parte del  cardinal

Gregari, si organizza una  conferenza stampa per  spiegare ai  gior­ nalisti  l’accaduto. Più  tardi  il papa  osserva dall’alto di una finestra la folla  che  s’allontana delusa e sembra sentirsi male. C’è  poi  una visita medica che rassicura circa le condizioni fisiche  del papa. L’in­ domani mattina tre  cardinali vorrebbero uscire  dal Vaticano per an­ dare  a  fare  colazione, ma  vengono  bloccati dal  cardinal Gregari:

«Nessun cardinale può  avere contatti con  l’esterno fino  a  quando l’elezione sarà  avvenuta e pubblicamente annunciata». Interessante la  dichiarazione che  viene fatta alla  stampa: «Per la grande responsabilità assunta, ha sentito il bisogno di ritirarsi in preghiera: questo gesto  inconsueto è anche un  atto di umiltà che siamo sicuri voi saprete rispettare». Il nome, tuttavia, non viene ri­ velato. Ancora una volta,  quindi, la segretezza. E poi l’isolamen­ to.  Ma anche l’umanità dei  tre  cardinali che  desiderano andare a Borgo  Pio per  gustare delle  squisite paste  alla crema.

– C’è  poi  l’arrivo dello  psicanalista,  che,  con  molte limitazioni

e alla  presenza di tutti i cardinali, pone delle  domande al papa. Il risultato non è soddisfacente. Così lo stesso medico consiglia di far­ lo visitare da un collega  che  non sappia che  è il papa. E fa il nome dell’ex moglie, anch’essa bravissima, anche se non come  lui. Lo psi­ canalista viene poi praticamente costretto a rimanere in Vaticano e gli viene “sequestrato” il cellulare: «È proibito per  tutti comunicare con l’esterno». Con  l’arrivo dello  psicanalista, interpretato dallo  stesso Moretti, l’ironia, già  presente finora, si combina sempre più  con  l’ilarità, dando vita  a quella “seconda anima” del film di cui si è parlato. Per di più,  la presenza dello  “psicanalista Moretti” diventa (e lo diven­ terà  ancora di più  in seguito) molto forte rischiando di “rubare la scena” al vero protagonista del film, il papa. Questo elemento com­ porta uno   scompenso strutturale  che  renderà problematica  la formulazione dell’idea centrale. Viene  rimarcato anche in questo blocco narrativo l’isolamento nei  confronti dell’esterno, ma il peso si sposta verso  il rapporto psicanalista-cardinali. Vengono  sot­ tolineati: lo scetticismo dei cardinali  nei confronti della psicanalisi ( «< cardinali  sono  disponibili  a chiedere il sostegno della psicanalisi, nonostante il naturale scetticismo che lei senz’altro immaginerà>>); il tentativo di imporre la loro  visione («Penso  sia bene  ricordarle che il concetto di anima e quello  di inconscio non  possono  assolu­ tamente coesistere»); i divieti relativi alle domande da fare (niente domande sul sesso, né  sulla mamma, né sulle  fantasie  e i desideri non  realizzati, né sui sogni; solo qualche  domanda sull’infanzia, ma «con molta  discrezione>>); la presenza invadente dei cardinali  alla seduta; i pregiudizi sulla mancanza di fede da parte  del medico. Il tutto,   come  detto,  all’insegna di un’ironia-ilarità che  suona come una  critica piuttosto bonaria (certamente non astiosa)  nei confronti del mondo ecclesiastico.  Le uniche parole  che  il papa  riesce a dire al medico sono:  «Sa che cosa mi è successo?  Quando loro venivano verso  di me,  mentre cantavano, qualcuno piangeva e tutti  erano emozionati, pian piano  le persone cominciavano a scomparire, non c’erano più … è scomparso tutto…  non  mi ricordo  più niente».

-Il portavoce del Vaticano cerca di convincere il papa, ma inutil­ mente. Il cardinal Gregari  dà la buonanotte ai cardinali  che si sono ritirati  nelle loro  camere. Ma si sentono le grida d’angoscia del papa che  chiede  aiuto. L’indomani il  papa  esce  nei  giardini  vaticani e saluta  “con la manina” le guardie  svizzere,  creando sorpresa ed im­ barazzo. Viene poi elaborato un  piano segreto  per far uscire il papa dal Vaticano, mentre lo psicanalista  è ancora  “costretto” a rimanere all’interno. Anche   qui  i  cardinali  vengono visti  nella loro umanità più normale (ciascuno  ha  le proprie  abitudini e i propri  hobby),  così come il papa viene  presentato come un uomo sensibile  e al tempo stesso angosciato.

Seconda parte

È caratterizzata da un montaggio parallelo  che alterna le vicende del papa fuori dal Vaticano e quello  che succede  dentro il Vati­ cano.

Fuori  – Il papa  viene  accompagnato in macchina, all’insaputa di tutti,  dalla psicanalista che,  non  conoscendo la sua  identità, gli rivolge alcune domande. Al termine della  seduta il papa  desidera fare  una passeggiata, ma,  approfittando di un camion che  passa, riesce  a sfuggire ai suoi  accompagnatori e a dileguarsi per  le strade di Roma.

Alla  psicanalista il papa  rivela   di non avere legami affettivi importanti, di non riuscire più a fare niente e di essere  sempre stan­ co; dice che  ci sono tante cose  da cambiare e di fare  di professione l’attore. In uno di quei  tre  flashback di cui s’è parlato la psicanalista gli fa  la  diagnosi: è affetto da  “deficit di  accudimento”  (altro ele­ mento ironico che  riguarda la psicanalisi, sul  quale si era  già soffer­ mato il primo psicanalista); in un altro il papa  dice di non ricordarsi niente.

-Il papa  vaga per la città. Entra in un supermercato, dove si sen­ te male e dove  gli viene dato  un bicchiere d’acqua. Passeggia poi in mezzo alla gente e a dei giovani che  cantano. Entra in un bar  dove viene trattato sgarbatamente, ma  al tempo stesso riceve  una corte­ sia da una ragazza che gli presta il suo  telefonino.

Il film  sottolinea questa “”immersione” del  papa  nel  quoti­diano di una vita  normale, a contatto con la gente così com’è. Du­ rante la  telefonata in Vaticano il papa  dice  di non sapere dove  si trova e aggiunge: «Abbiate pazienza; ho  bisogno di tempo; adesso devo  ricordare tante cose della  mia  vita)).

Dentro – Il portavoce del  Vaticano dà l’incarico ad  una guardia svizzera di vivere nella stanza del  papa  e di muovere ogni  tanto le tende per simulare la presenza del pontefice. Intanto lo psicanalista legge  ai cardinali un brano della Bibbia  e poi si intrattiene con  loro in modo sempre più confidenziale e talvolta scherzoso. Il portavoce annuncia che  il papa  sta bene e ha mangiato.

Qui  ritorna il tema della  segretezza (nessuno deve  sapere che il papa  è uscito  dal Vaticano) e il tema dell’umanità della Bibbia: dopo  aver letto parte di un Salmo (« …Falciato come erba inaridisce il mio  cuore/dimentico di mangiare il mio  pane. Timore e spavento mi invadono/e lo sgomento mi opprime … ))), lo psicanalista osserva come  nella Bibbia si parli  della  depressione, dei sensi  di colpa,  della perdita di peso,  di pensieri suicidi: in altre  parole, di come la Bibbia sia profondamente umana. Al tempo stesso prende sempre più consistenza l’elemento ironia/ilarità di cui si è detto.

Fuori -Il papa  continua la sua  “immersione”: sul tram  parla da solo; si incontra con una  varia  umanità; mangia una  brioche in un panificio;  cerca  una  camera  in  un  albergo  e guarda  la televisione dove vede  le immagini del balcone  vuoto con le tende  svolazzanti e il buio  dietro.

Continua il tema  del contatto del papa con il mondo nelle

sue varie sfaccettature.

Dentro- (Per semplificare ora si procederà accorpando tutto quello che succede dentro e quello che succede fuori, senza tener conto del montaggio parallelo). Lo psicanalista  erudisce  i cardinali  sull’uso dei sonniferi e degli ansiolitici.  Intanto la guardia  svizzera se la spassa nell’apparta­ mento del papa e fa andare una musica che si diffonde  dappertutto, provocando lo stupore dei cardinali  che si mettono a battere il tem­ po e ad abbozzare una  danza1   I cardinali  poi giocano a carte. Anche lo psicanalista viene  coinvolto. C’è poi tutta la parte  dedicata al tor­ neo di pallavolo,  con le varie fasi e con l’inserimento di osservazioni che riguardano temi di fede, come l’evoluzionismo e l’inferno ( che, secondo un  cardinale,  sarebbe deserto). Infine  c’è la “confessione” del portavoce che annuncia che da  tre giorni  il papa non è più in Vaticano.  Si decide di agire. Tutta  questa  parte,  che non  riguarda  direttamente il papa  che  è il protagonista del film  (tranne il riferimento dato  dalla  canzone), ha  una  doppia  funzione: da un  lato,  dare  risalto all’umanità dei cardinali, che  si rivelano uomini come  tutti  gli altri,  con  le loro ingenuità e le loro debolezze; dall’altro, creare spettacolo facendo ricorso all’ironia e all’ilarità di cui s’è  già detto.

Fuori – Il papa  si imbatte in una  compagnia teatrale che gli fa ricordare la sua  vocazione per  il teatro. Durante le prove,  infatti, dimostra di conoscere a memoria le parole  de Il gabbiano di Anton Cechov. Va poi a cena  con il gruppo teatrale in una  trattoria. Ri­ torna dalla psicanalista. Questa scena  particolarmente importante perché  la  canzone che  i cardinali ascoltano ha  un  titolo  molto significativo (Todo cambia )   e si sovrappone alle immagini del  papa  che vaga per la  dttà. Il papa poi incontra una donna che  canta  la stessa  canzone. Tutto  dò crea un  collegamento tra  quello  che  avviene dentro e  quello  che  avviene fuori. (La canzone è cantata da Mercedes Sosa, la cantante argentina morta nel2009, simbolo  della resistenza alla dittatura,che ha  chiamato a raccolta  le  madri dei desaparecidos  coi loro  fazzoletti bianchi  di denunda. cose nella mia  vita… ho fatto anche del bene))). Sale  in macchina con  lei  e con  i suoi  bambini che  litigano (ammette che  da  picco­ lo  anche lui  picchiava le  bambine). Al  bar  confessa di non fare l’attore («Volevo farlo, ma  non mi  hanno preso all’Accademia))). Passeggia per la strada e legge i titoli dei giornali che  parlano di lui. Va in una chiesa dove ascolta l’omelia di un sacerdote. Di fronte al portavoce che  lo ha rintracciato e lo sollecita a rientrare, esprime ancora i suoi  dubbi: «Ma  non si  può  fare  che  io  scompaia? Spa­ risco.  Lasciatemi andar via,  vi  pregm). Alla  fine  viene rintracciato in teatro da  tutti i cardinali (che  sono usciti loro,  adesso, dal Vati­ cano): poco  alla  volta la folla  sembra riconoscerlo e gli tributa un caloroso applauso.

In  questa parte il papa  incomincia a ricordare. Il contatto con gli attori fa emergere le aspirazioni non realizzate. Si “confes­ sa”  senza remare, mettendosi a nudo. Ma  la cosa  più  importante ai fini  dell’evoluzione del protagonista sembra essere l’omelia del sacerdote che  il papa  ascolta attentamente:  « …noi oggi  che  por­ tiamo nel  cuore desideri, sogni,  progetti, ma  anche preoccupazio­ ni,  problemi, paure. E tra le tante cose forse  ci spaventa il periodo nuovo che  stiamo vivendo. Fatti  inauditi, attese non si sa  quanto lunghe che  ci chiedono forse  un cuore nuovo, una risposta nuova che Dio stesso ci suggerisce in queste parole: l’umiltà, la sapienza di riconoscere che  abbiamo bisogno di Dio,  abbiamo bisogno del suo perdono e della  sua  pazienza. Abbiamo bisogno di mostrare a lui le ferite, perché lui è l’unico che  le può  guarire.

Conclusione Il papa fa ritorno in Vaticano. Durante il viaggio in macchina la gente lo saluta. Poi  finalmente si affaccia  al balcone di fronte alla folla che lo acclama e annuncia ilsuo rifiuto, provocando sorpresa e sgomento sia tra i cardinali che tra la gente.

È molto importante cogliere le motivazioni che spingono il papa a non accettare l’incarico: « ( … )  Sì, sono stato scelto, ma questo, invece di  donarmi forza  e consapevolezza, mi  schiaccia e mi confonde ancora di più.  In questo momento la Chiesa ha biso­ gno  di una guida che abbia la forza  di portare grandi cambiamenti, che cerchi l’incontro con  tutti, che abbia per  tutti amore e capacità di  comprensione.  Chiedo perdono al  Signore per  quello che  sto per  fare   ( … )  Io  però   devo parlare a lui  e a  voi  con  sincerità. In questi  giorni  io ho  pensato molto a voi  e purtroppo ho  capito  di non  essere in grado  di sostenere il ruolo che mi è stato  affidato. Io sento di essere  tra  coloro  che non possono condurre, ma  devono essere  condotti. In  questo momento posso  dire  soltanto: pregate per me.  La guida  di cui avete  bisogno  non  sono io, non posso  es­ sere  io)).

Significazione – Si può  cercare  di sintetizzare in questo modo:

l’introduzione mette soprattutto in risalto l’isolamento della Chiesa  (o, meglio,   della  gerarchia ecclesiastica)  nei  confronti del mondo; ma lascia anche  intravedere elementi di un’umanità sem­ plice e normale;

-la prima parte sviluppa questo elemento anfibologico: l’uffi­cialità della Chiesa con i suoi elementi di segretezza, di isolamento, di sacralità,  ma nello stesso  tempo l’umanità delle persone, sia per quanto riguarda i cardinali, sia per quanto riguarda il papa;

la  seconda parte,  da  un  lato,  è in  funzione dell’evoluzio­ ne del  protagonista a  contatto con  la gente  comune e le varie situazioni della vita quotidiana (che rappresentano una  vera e pro­ pria  “terapia” per  il papa);  dall’altro, mette sempre più  in  risalto la bonaria e giocosa umanità dei cardinali. Tuttavia  qui nasce  uno squilibrio strutturale, dovuto all’invadenza del personaggio dello psicanalista che rischia  di far passare  in second’ordine il protagoni­ sta. Inoltre la preoccupazione di tipo spettacolare sembra  prendere il sopravvento su quella tematica;

la conclusione esprime  il punto d’arrivo dell’evoluzione del protagonista che,  da  un’iniziale rifiuto  di tipo  emotivo  e viscerale (la paura,  il panico)  arriva  ora  a motivare la sua  decisione con ar­ gomentazioni razionali,  frutto di una  riflessione  sulla  propria  ina­ deguatezza.

È difficile formulare l’idea centrale del film a causa  di quello scompenso strutturale di cui s’è parlato e degli elementi spettacolari che  distraggono da quella  che  dovrebbe essere  la prima  sorgente della significazione del film, cioè l’evoluzione del protagonista.

Si può  tuttavia intuire che  Nanni  Moretti intende criticare  la Chiesa  (la gerarchia) per certi aspetti  che la rendono inadeguata ai tempi  problematici che  stiamo  vivendo,   invitandola a  recuperare quell’umanità normale e semplice – caratterizzata da dubbi, debo­ lezze,  fragilità – che  la  rendono più  vicina all’uomo, più  vera,  più credibile.

Tematicamente non si può  non rimarcare quel  difetto strut­ turale già accennato che  impedisce al film di raggiungere una pie­ na  unità strutturale e quindi tematica. Tuttavia l’appello all’umiltà (che  è una virtù), che  può  arrivare anche alle estreme conseguenze di un papa  che  rinuncia al proprio incarico perché si sente inade­ guato, dev’essere tenuto nel  debito conto e non può  non essere apprezzato. Così come l’esaltazione dell'”umanità” degli  uomini  di Chiesa  non va considerata come qualcosa di negativo, visto  che, per salvare l’uomo, il Verbo  si è fatto carne, cioè  umanità, con  tutte le debolezze, le paure e le angosce che  questa comporta.

Resta  quella che  qualcuno ha definito la  “presa in  giro”  degli uomini di  Chiesa (dei  cardinali, mai   del  papa,   che  viene sempre presentato con grande rispetto e simpatia). Ma l’ironia, quando non è astiosa o demolitrice, come  in questo caso,  può  essere  un modo efficace  per  “castigare i costumi”, per  ridere degli altri  e di se stessi evitando così di prendersi troppo sul  serio.