N.02
Marzo/Aprile 2012
Studi /

All’origine dell’esistenza c’è un progetto d’amore . Si può fare 3…

  1. Una distonia del cuore

«Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?» (Sal 8,5). Nessuna domanda mi ha mai colpito, nella vita, come questa. C’è stato solo un Uomo al mondo che mi poteva rispondere, ponendo una nuova domanda: Qual vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero e poi perderà se stesso? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio di sé? (Mt 16,26). […] Nessun uomo può sentire se stesso affermato con dignità di valore assoluto, al di là di ogni riuscita. Nessuno al mondo ha mai potuto parlare così! Solo Cristo si prende tutta a cuore la mia umanità. È lo stupore di Dionigi l’Areopagita: “Chi ci potrà parlare dell’amore all’uomo, proprio di Cristo, traboccante di pace?”. Mi ripeto queste parole da più di cinquant’anni»1.

Molto belle ed affascinanti queste parole di don Giussani ed erano convinzioni così forti in lui che, a detta dei testimoni, chi lo contattava e lo frequentava non riusciva più a vivere in modo banale.

Già, vivere in modo banale… Troppa gente in giro funziona neppure al 10% delle proprie possibilità, senza rendersi conto di vivere ed agire qui ed ora. Si nutre solo di popolarità, di apprezzamento, di lodi, di apparenza: Io sono OK; tu sei OK! Guardami, stammi vicino, sostienimi, apprezzami! Si nutre solo di potere e di successo. Ma si tratta di una vita morta, anche se esteriormente è in piena forma.

Per renderti conto di questo, basta vedere che rapporti si hanno con il tempo. C’è un modo diverso di percepire il tempo tra un giovane, un adulto di mezza età ed un anziano. Per il giovane il tempo è essenzialmente la fretta di realizzare sogni e progetti appena spuntano, anche se sono di corto respiro.Per l’uomo adulto il tempo è troppo sovente la crisi di non vedere soddisfatti e realizzati tanti desideri ed attese, che si erano sognati negli anni precedenti, una crisi accompagnata magari da una dura sensazione di fallimento: “Tutto qui? È soltanto questa la vita?”.

Per la persona anziana il tempo è soprattutto il rimpianto di tutto quello che si è vissuto, soprattutto negli anni della giovinezza, con l’angoscia di essere ormai alla fine dell’esistenza.Ma, un tempo percepito così è una condanna, è come trovarsi fra le ganasce di un mostro divoratore, in un terribile gioco fatto di sogni e contemporaneamente di delusioni e frustrazioni. Manca un qualcosa di fondamentale che faccia da connettivo e da sottofondo a tutte le esperienze di vita nel susseguirsi dei tempi e delle stagioni dell’esistenza. Tutto questo fa dire al grande poeta del primo Novecento Rainer M. Rilke che l’uomo è la più fuggevole, la più effimera fra tutte le creature, perché ciò che è proprio dell’uomo, ciò che l’uomo è, la sua straordinaria grandezza svapora come rugiada sulla tenera erba. L’uomo vive in un continuo prendere congedo ed è sempre nell’atteggiamento di chi parte.Abbiamo qui lo scacco della modernità, dopo che essa ha tentato in tutti i modi di emanciparsi da Dio, incollandosi ad una visione dell’uomo senza creazione e senza progetto di esistenza, anzi sostituendola con il mito del primato dei bisogni egocentrici o quello della libertà illimitata o addirittura con la teoria dell’autorealizzazione assoluta. E oggi raccogliamo i cocci della realtà umana, che viene sempre più prospettandosi come una teoria post-umana da parte di un certo numero di pensatori. Quello dell’uomo contemporaneo è ormai un cuore tecnico e sofisticato sul modello delle macchine che sta costruendo. Un cuore capace di produrre cose, ma non più in grado di vivere la propria interiorità, di gestire emozioni, passioni, riflessioni e sentimenti, che vengono lasciati in balia di se stessi e girano all’impazzata, perché la propria sede naturale è occupata da una macchina al posto del cuore vitale, come dovrebbe essere. Di qui rapporti e relazioni piuttosto tecniche fra le persone, per cui i legami di ogni genere, da quelli familiari, a quelli comunitari e sociali, sono anch’essi piuttosto tecnici e a forte rischio di sfaldamento.

  1. All’origine dell’esistenza un progetto di amore

“La vita è meravigliosa: comunque vada, è bello esserci!”. Chi può dire così non solo non vive più in modo banale ma ha trovato veramente la verità della propria vita, cioè la propria vocazione, qualunque essa sia. Siamo tutti chiamati in maniera particolarissima a fare parte dello straordinario e splendido disegno di Dio sull’umanità.

Dal momento che esistiamo vuol dire che non siamo solo il frutto dell’innamoramento e della passione affettiva dei nostri genitori, che ci hanno desiderato e voluto, oppure, come succede in più di qualche caso, non pensavano a noi, ma purtroppo siamo solo una loro “svista” amorosa. No, se esistiamo, c’è una ragione di fondo, c’è un progetto, un segno di Dio su di noi. Questa è e deve essere una certezza assoluta.Sì, sei proprio posizionato nel suo infinito progetto di amore sull’umanità e sul mondo, che forma come uno straordinario mosaico, che abbraccia l’universo intero, nel quale ci siamo tutti. Sei come una bella, anche se piccola, tessera di questo mosaico, ma sei essenziale al disegno del tutto. A toglierla e ad annullarla resta un buco nero, che fa stonare il tutto. La conseguenza di questo sarà che nella vita non sarà importante fare un mestiere piuttosto che un altro, vivere uno stato di vita oppure un altro. Conterà invece perché lo facciamo e perché scegliamo un tipo di vita rispetto agli altri. È proprio questo perché che diventa il motivo fondamentale o principio di un vita veramente riuscita, il segreto di una esistenza piena e felice.

Gesù nel deserto delle tentazioni viene provocato dalla prospettiva solo del piacere (pane), dalla bramosia del potere (dominio sui regni del mondo) e dalla rinuncia alle responsabilità della stessa vita (gettarsi dal pinnacolo del tempio). Egli rifiuta tutti e tre questi principi, perché sono false illusioni ed opta per l’unico principio di vita accettabile, cioè l’amore, anche se sarà una via molto in salita. L’unica strada che conduce alla vera felicità e alla pienezza di vita, di gioia e di pace. Tanto è vero che la parola che scatta più naturale e piena, in un amplesso sponsale e nello stringere un bimbo al seno, è sempre: Amore. È andata così, perché all’origine della creazione dell’universo e di ogni esistenza c’è un progetto di amore. Non solo per Gesù, ma per ogni uomo e donna della terra e per tutto ciò che esiste.

Venendo al dunque, ti tocca fare una scelta fondamentale: o credi a questo progetto di amore da cui è partito tutto e dentro cui ti ci trovi inserito o lo rifiuti, come una storiella da bambini e ti accontenti, di conseguenza, di giocare la tua esistenza solo su prospettive a scartamento ridotto, quelle che ti puoi permettere con le sole tue forze.

  1. Un cammino di coscientizzazione e di scelte

(Questo ultimo stralcio è riservato a chi ha scelto di credere al progetto di amore)

Dunque, Dio ti ha pensato e scelto per uno scopo molto speciale da sempre, come afferma San Paolo nella Lettera agli Efesini (cf Ef 1,4). Ti ha catapultato in questo mondo per compiere qualcosa che puoi svolgere solo tu, con un messaggio particolare da affidare alle generazioni future ed un grande atto di amore da vivere e testimoniare tutti i giorni della tua esistenza, perché, se il progetto è un atto di amore, la realizzazione e la messa in opera deve avere gli stessi connotati. Dio vuole fare dell’amore la forza trainante di tutte le tue scelte, di tutte le tue decisioni ed il motivo base di ogni tua azione. Questa allora è la prima grande coscientizzazione e convinzione della tua vita. Di qui derivano tutte le varie specificazioni concrete del come. Preso coscienza di questo, facendo l’esperienza di sentirti veramente amato da Dio, preceduto ed atteso da lui, avvertendo chiaro che la tua esistenza è sorretta dalle sue mani sicure e che egli ha preparato appositamente per te una strada di vita, la risposta che deve scattare immediata non può essere altra che l’amore di consegna: Che cosa vuoi da me, Signore? Metto nelle tue mani senza condizioni la mia esistenza, perché tu ne faccia quello che vuoi. È lui, non sei tu, che progetta e ti fa la proposta giusta, perché la tua vita sia un atto di amore vero e pieno.

A questo punto, scoprire e trovare quello che lui desidera concretamente da te non sarà più un affare lungo, soprattutto se poni in atto tre cammini significativi:

  1. a) Un cammino costante di preghiera personalizzata con Dio. A contatto con la sua parola tutti i giorni e scodellando il tuo vissuto quotidiano davanti a lui. Parola e quotidiano sono come il pane fragrante di ogni giorno, che rinfrancano il cuore e ti evidenziano la sua chiamata. Questa non arriva mai attraverso occasioni straordinarie, bensì nelle circostanze di tutti i giorni, nella vita normale, come ha fatto con gli apostoli.
  2. b) Un cammino di servizio, per smuovere la tua esistenza dall’essere autocentrato come un’ostrica allo scoglio e così renderti più attento e malleabile alla sua chiamata, qualunque sia la tua vocazione.
  3. c) Un cammino di accompagnamento personale umano e spirituale, perché nessuna persona riuscita si è mai costruita da sé con le proprie mani, ma affidandosi con fiducia ad una guida delle strade della vita. Ecco, in breve, ciò che mi sembra voglia dire che all’origine dell’esistenza c’è un progetto di amore.

LABORATORIO

I tre passi del Progetto di Amore

  1. Prova a valutare la tua presa di posizione di fronte al fatto che all’origine della tua vita c’è un progetto di amore: 0-2 = scettico; 3-6 = incerto; 6-10 = credente. Chiediti ed esprimi anche il perché di questa valutazione.
  2. Se sei credente almeno al 6, puoi procedere. Altrimenti devi lavorare sul perché del tuo scetticismo e della tua perplessità. Ora è il momento di coscientizzare e quindi di valutare quanto la tua esistenza avverte di essere un progetto di amore: 0-4 = inconsistente; 5-8 = debole; 8-10 = forte. Chiediti ed esprimi anche il perché di questa valutazione.
  3. Puoi procedere se ti sei valutato dal 5 in su. Ora è venuto il momento di concretizzare la vita come progetto di amore. Per questo devi confrontarti con le tre dinamiche che servono allo scopo: preghiera, servizio ed accompagnamento personalizzato. Se cammini bene con queste, non tarderai molto a scoprire la vocazione concreta che Dio ha pensato per te. Buon cammino!
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