N.02
Marzo/Aprile 2016

Questi siamo noi! Alcuni giovani si raccontano

Un tavolo di lavoro, la ricerca, il confronto, la condivisione, il desiderio di preparare insieme un’esperienza che lasciasse un segno di bene in tutti.
A chi ci rivolgiamo? Di chi vogliamo parlare? Ci saranno gli educatori! Vorranno sentir dire dei giovani!
I giovani così sfuggenti, così strani, così problematici.
Ma allora apriamo il Convegno ascoltando proprio loro: questi ragazzi di oggi!
È iniziata così la nostra avventura…
La prima ora di lezione del giovedì: appuntamento settimanale con la versione di latino. Ma, prima di Tacito, una richiesta: «Ragazzi mi date una mano? In un convegno di educatori dei giovani, mi piacerebbe che raccontaste chi siete».
«Proffe, figo! Non ci hanno mai chiesto una cosa così. Noi ci saremo».
Il loro slancio, la loro generosità mi commuovono sempre.
E siamo partiti.
Punto cardine è stato incontrarci, in tanti modi: radunandoci in casa, in biblioteca, al parco, con pizza, biscotti, Coca-cola… attraverso mail, Whatsapp, Facebook… divertendoci con battute ed emoticons.
Il coordinatore è stato Martino, con la sua tenacia paziente e la sua dedizione solare. Ci ha ricordato scadenze, appuntamenti, ha tenuto il filo della comunicazione e ci ha aiutato a mettere insieme i pezzi di ciascuno.
Ci siamo ascoltati a lungo, in silenzio, stupiti, commossi, increduli e orgogliosi. Ci siamo letti nelle pagine piene di pudore quando sono l’amore e il dolore a riempire tutto di noi. Abbiamo goduto della bellezza dei testi scelti e sorriso dei disegni che, passo dopo passo, andavano a rappresentarci. Abbiamo lasciato che una chitarra ci facesse compagnia e una musica dicesse per noi quel che non sapevamo dire con le sole parole, mentre le foto ci riconsegnavano tanti ricordi…
Storie di vita, proprio la nostra; pezzi ordinari nei solchi della storia; menti e cuori carichi di attese e domande. Il nostro passato che ci ha segnato irrevocabilmente, il presente così vivo, il futuro pieno di prospettiva e inquietudine.
Giovani di una periferia silenziosa, dove l’ordinario consegna abitudini e segreti, dove si impone, a volte con violenza, un cambiamento, una svolta da vertigine: una vita che rinasce, un peccato perdonato, un sogno che si schiude, un viaggio che si compie, una rabbia che si contiene, un’amicizia che sostiene, una famiglia che rinvigorisce… occhi che si aprono, mani che si tendono: la nostra vita! Siamo noi! Siamo vocazioni!
Chiamati da un Volto riconosciuto e amato, o al quale non sappiamo o non vogliamo ancora dare un nome.
Ed ecco il primo giorno del Convegno. Ci raduniamo intorno alla pizza preparata da Francesco e alla torta di Chiara che oggi compie gli anni. «Facciamo una prova?». «Ma proffe, mica stiamo recitando. È la nostra vita».
È vero e volevamo proprio fosse così: un racconto di noi, intorno ad un tavolino, senza pretese, solo con l’intento di fare entrare nel nostro spazio chi vorrebbe starci più vicino e, a volte, non trova il modo, magari perché parte con uno zaino troppo carico di mezzi, strumenti, progetti, strategie e attese; di cose sue, insomma. E invece, forse, c’è solo bisogno di sguardo, di silenzio, di ascolto, di felicità detta con la vita. Grazie ai nostri giovani che fanno bella la nostra vita di adulti. (Maria Mascheretti)

Aver partecipato a questa avventura è stato formidabile: non solo quel giorno ho raccontato chi sono agli altri, ma anche a me stessa ed è stato incredibile perché è davvero bello fermarsi a riflettere sulla propria vita. Quel giorno siamo stati ringraziati per aver condiviso la nostra esperienza. Sono io a dover ringraziare, perché mi è stata data l’opportunità di confrontarmi.
È stata un’occasione di crescita che ricorderò con affetto. Grazie! (Eleonora)

Credevo che mi sarei trovato davanti a persone con un atteggiamento saccente, invece l’impressione è stata quella di incontrare persone semplici e che ci ascoltavano partecipi. Sono stato molto contento. (Francesco)

«Alternativo! Sì, ho passato un compleanno decisamente alternativo!».
Questa è stata la mia risposta quando mi è stato chiesto come è stato il mio 3 gennaio. Non mi era mai capitato di ricevere gli auguri da 700 persone contemporaneamente, auguri accompagnati da un caloroso applauso! Molto emozionante! La preparazione del mio video è avvenuta tra libri, università e ore di babysitteraggio, ma ne è valsa proprio la pena. I volti commossi e gioiosi di chi ci ascoltava mi hanno colpito tantissimo. Sono tornata a casa contentissima di aver condiviso la mia vita. Ho visto persone davvero felici! (Chiara)

Partecipare all’incontro è stata un’esperienza che ci ha costruito: condividere è costruire. Grazie perché ci avete consentito di comprendere più a fondo l’importanza di ciò che stiamo costruendo, giorno dopo giorno, come genitori del nostro bellissimo bambino. (Francesco e Karina con Matteo)