N.01
Gennaio/Febbraio 2021

Post-umano, troppo post-umano

La persona umana tra coerenza dei cambiamenti e sviluppi paradossali

Più di un secolo fa, il più controverso dei protagonisti della storia della filosofia moderna proclamava la morte di Dio, per bocca di Zarathustra, mentre il mondo si lasciava traghettare da grossi cambiamenti storici, sociali e culturali alle sponde del Novecento. Si è fatto presto ad azzardare conclusioni sulla morte di Dio di Nietzsche, il quale è scomparso, tra l’altro, proprio allo scoccare del secolo breve. Essa è diventata un cavallo di battaglia per l’ateismo e un grattacapo per il mondo credente, il quale a sua volta si è diviso tra chi ha condannato Nietzsche senza pensarci due volte e chi lo ha applaudito come un profeta, giustificando la sua intuizione come logico risultato di una storia ecclesiale oscurantista e bigotta, osando addirittura interpretazioni che salverebbero le sue intenzioni e rintraccerebbero la sua presunta fede, nella convinzione che, in fondo, l’ateo non esiste. La virtù, come diceva Aristotele, sta nel…

Per accedere al contributo devi registrarti. La registrazione è gratuita.
Registrati ora
o accedi se sei già registrato