N.05
Settembre/Ottobre 2022

Custodire la vita 

Siamo capaci di vedere la luce? Riconosciamo quel bimbo, quel figlio che ci è stato dato e che siamo chiamati a custodire insieme?  

Se abbiamo imparato ad accogliere la luce, non possiamo che aprirci alla responsabilità di custodire la vita.  

Siamo tutti responsabili di quanto sta accadendo nel mondo, del surriscaldamento del pianeta, dei conflitti e delle ingiustizie. No, attenzione, non è il solito predicozzo morale!  

È la lucida consapevolezza che non puoi dirti cristiano e poi voltarti dall’altra parte: “I cristiani sono disposti a partecipare in modo solidale al destino della propria comunità civile. In questo modo si assumono la propria responsabilità nella realizzazione del mondo” (Docat, 98). 

Siamo tutti intorno a questa grande rotonda della storia, dove ciascuno può collocarsi e scegliere cosa fare: c’è chi attende e non si butta mai, creando dietro di sé una lunga fila di auto (divisa tra chi attende con pazienza e chi invece suona il clacson all’impazzata); chi la imbocca, ma poi non sa bene dove andare e quindi continua a girare a vuoto (facendo venire il mal di testa ai suoi passeggeri); chi si butta nella rotonda senza guardare, rischiando di fare un incidente; chi, dopo aver calcolato il percorso, sceglie con decisione la via di uscita. 

Essere corresponsabili significa avere il coraggio di generare forme e processi nuovi e di abitare questa terra in modo sostenibile sotto tutti i punti di vista: ecologico, antropologico, esistenziale, educativo, lavorativo. Ogni persona, infatti, in qualunque stato di vita, professione o esperienza “ha qualcosa di originale da offrire alla comunità” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 187). 

Lo sanno bene i tanti giovani che stanno provando a fare qualcosa, a “metterci la faccia”, da quelli di Fridays for future, a quelli di Economy of Francesco, passando dai giovani della Settimana Sociale, fino a quelli che (forse meno abituati a stare su tv o giornali ma certamente non meno importanti) animano e si donano ogni settimana negli oratori, nella catechesi, nelle realtà associative o di volontariato. 

“Quanti sperano nel Signore corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” (Is 40,31). 

A tutti coloro che ogni giorno, con le loro piccole o grandi azioni, aiutano a rendere questo mondo più bello e dignitoso: coraggio!  

Vale la pena sperare, camminare (e qualche volta stancarsi), per qualcosa di grande come custodire la vita! 

E tu… per chi ti alzi dal letto ogni mattino?