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Gli infiniti tesori del momento presente

Dio è continuamente presente nel tempo che viviamo e questa Sua presenza è il tesoro più grande di cui disponiamo. Se la sapessimo riconoscere, gli eventi – a volte banali – che viviamo si riempirebbero di significato. Riportiamo di seguito un testo di Jean-Pierre de Caussade tratto dal libro L’abbandono alla divina provvidenza (XVIII sec.).

 

Il momento presente è sempre pieno di infiniti tesori, contiene più di quanto voi possiate accogliere. La fede è la misura, e voi troverete secondo quanto credete; anche l’amore è la misura, e più il vostro cuore ama, più desidera e più crede di trovare, più trova. La volontà di Dio si presenta a ogni istante come un mare immenso a cui il vostro cuore non può dar fondo; esso non riceve che nella misura in cui si dilata attraverso la fede, la fiducia e l’amore. Tutto il resto del creato non può riempire il vostro cuore che è più vasto di tutto ciò che non è Dio. Le montagne che spaventano lo sguardo non sono che atomi per il cuore. È in questa volontà nascosta e velata in tutto quel che vi accade al momento presente che bisogna attingere, e voi la troverete sempre infinitamente più vasta dei vostri desideri. Non andate dietro a nessuno, non adorate le ombre e i fantasmi, essi non possono né darvi né togliervi nulla. Solo la volontà di Dio sarà la pienezza che non vi lascerà alcun vuoto; adoratela, andate diritti a lei, superando e abbandonando tutte le apparenze. La morte dei sensi, la loro nudità, le loro sottrazioni o distruzioni sono il regno della fede; i sensi adorano le creature, la fede adora la volontà divina. Togliete gli idoli ai sensi, piangeranno come bambini disperati, ma la fede trionfa, perché non le si può togliere la volontà di Dio. Quando il momento spaventa, affama, spoglia, opprime tutti i sensi, allora esso nutre, arricchisce, vivifica la fede che si ride delle perdite come un governatore in un presidio imprendibile si ride dei vani attacchi. Quando la volontà di Dio si è rivelata a un’anima e le ha fatto sentire che anch’essa da parte sua si dona a lei, questa riceve in tutte le occasioni un potente aiuto; allora gusta per esperienza la felicità di questa venuta di Dio di cui gode perché ha compreso nella pratica che in tutti i momenti deve abbandonarsi a questa adorabilissima volontà. Credete che essa giudichi delle cose come coloro che le misurano coi sensi e che ignorano il tesoro inestimabile che esse racchiudono? Chi sa che sotto umili vesti si nasconde il re, si comporta, al suo arrivo, ben diversamente da chi, vedendo la figura di un uomo comune, tratta questa persona secondo l’apparenza. Allo stesso modo l’anima che vede la volontà di Dio nelle più piccole cose, nelle più desolanti e nelle più mortali e ne vive, accoglie tutto con ugual gioia, giubilo e rispetto, e apre le sue porte per ricevere con onore ciò che gli altri temono e fuggono. L’apparenza è misera, i sensi la disprezzano, ma il cuore sotto queste vili sembianze rispetta ugualmente la maestà regale, e più essa si abbassa per venire senza alcuna magnificenza e in segreto, più il cuore è pervaso d’amore.

 

(J.P. de Caussade, L’abbandono alla divina provvidenza, San Paolo, 1986, pp. 96-97)