N.05
Settembre/Ottobre 2023

“Christifideles laici”

La vocazione laicale ad essere cristiano testimone

Non ci sono “laici” nel Nuovo Testamento dove si parla invece di “eletti”, “discepoli”, “santi” e soprattutto di “fratelli”. La categoria “laico” affonda le sue radici nella riforma gregoriana dell’inizio del secondo millennio, allorquando la Chiesa si trovò a dover difendere la propria autonomia dall’ingerenza politica. Così, nel Decretum Gratiani, compare quella formulazione «duo sunt genera christianorum» che si è consolidata lungo il corso dei secoli. Da una parte la missione della Chiesa ad intra affidata ai chierici, dall’altra quella ad extra affidata ai laici con il compito di essere presenti nel mondo per animarlo in modo cristiano. Se poi il termine “laico”, in ambito ecclesiale, definisce i comuni fedeli per differenza rispetto ai consacrati e/o a quanti hanno ricevuto gli ordini sacri, nel linguaggio moderno la “laicità”, a partire dalla seconda metà dell’800, soprattutto in Francia, viene ad indicare la neutralità pubblica rispetto alla religione e il contestuale isolamento…

Per accedere al contributo devi registrarti. La registrazione è gratuita.
Registrati ora
o accedi se sei già registrato