N.05
Settembre/Ottobre 2023
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Consegna totale

Gesù parla spesso di coloro che lo seguono e che chiama suoi discepoli. Traccia loro la via, ne indica le condizioni, i rischi, le insidie. I modi della sequela di Gesù sono molteplici, ma tutte le strade hanno come sbocco la medesima consegna totale di sé a Gesù, a quell’obbedienza che fu la sua, obbedienza fino alla morte su una croce, pegno e cammino della risurrezione.

Seguire Gesù è rinnegarsi, accettare di perdere apparentemente la propria vita. Tale proposta sarebbe non soltanto azzardata, ma aberrante se Gesù non avesse aggiunto tre brevi parole che ne cambiano radicalmente il senso: “a causa mia”. A causa di Gesù. Chi osa parlare così, parla di amore. E chi parla di amore non propone un itinerario che conduce alla morte, ma che si apre alla vita. Colui che ama è strappato a se stesso dall’oggetto del suo amore. Egli non sarebbe più capace di vivere ripiegato su se stesso, perché l’amore tende a dispiegare al massimo tutte le potenzialità che sono in lui. L’amore gli dà dinamismo, decuplica le sue forze, feconda le sue parole, le sue azioni. E cosa dire quando si tratta dell’amore di Gesù!

A causa di Gesù, vale a dire bruciati interiormente dall’amore che ci trascina; ma anche come Gesù, vale a dire sollevati e trascinati dall’amore che egli ci porta, e la cui potente tenerezza non ci abbandona un solo istante.

Anche nella prova, Gesù non tarda a rendersi presente. Non c’è nessuna sofferenza seminata nel nostro corpo, o nel nostro cuore, o anche nel nostro spirito, che non ci costruisca, per così dire, in pienezza, conducendoci a dare i nostri frutti più belli. E in ciò sta pure la sorgente della nostra gioia.

 

(André Louf, Seul l’amour suffirait, Desclée de Brouwer, Parigi 1982, 203-205)

 

 

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