Ho incontrato l’Amore
Siate contenti di esistere, rendete grazie al Dio della vita e siate dono a tutti. L’amore alla vita comporta l’impegno di viverla facendone un servizio, un dono in favore degli altri viventi. Una vita chiusa su se stessa è come imprigionata e morta. Sta scritto: «Nessuno di noi vive per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (cfr. Rm 14,7-8). Poiché noi apparteniamo al Signore, la nostra vita diventa bella se la viviamo secondo il suo disegno, donandoci a lui, per fare comunione d’amore fino a raggiungere la vita eterna, in cui saremo beati nella contemplazione del suo Volto che ora vediamo soltanto attraverso il velo del mistero. Nella vita presente, sulla terra, siamo sospinti dal desiderio verso la pienezza della pace e della gioia, ma è necessario impegnarsi perché siamo ancora in cammino e lungo la strada non mancano difficoltà e ostacoli. Questo è un tempo di prova, un tempo di combattimento, poiché c’è la dura realtà del nemico di Dio e dell’uomo, la realtà del «divisore».
Per stare uniti alla fonte della Vita bisogna affidarsi a Dio continuamente e lasciarsi condurre da lui. L’amore alla vita deve coincidere con l’amore a Dio. Se non è così, la vita non può essere veramente viva, perché staccata dalla sua sorgente.
All’origine del nostro agire dovrebbe esserci questa certezza di fede: «Ho incontrato l’Amore, sono amato, credo all’amore, perciò vivo la mia vita come espansione e irradiazione dell’amore ricevuto». Quando uno è consapevole di ricevere tutto da Dio, sente che non può trattenere egoisticamente per sé ciò che Dio gli dà per tutti; la stessa vita è un dono che Dio ci fa perché la spendiamo per gli altri, ridonandola con amore. Una vita che non si dona è morta; si vive veramente soltanto quando si ama, perché Dio, fonte della vita, è Amore.
(Anna Maria Cànopi, Come lampada nella notte, Ed. Paoline, Milano 2018, 35-36;102-103, passim)
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