N.06
Novembre/Dicembre 2023

Buon viaggio: la vocazione che ritorna a bussare alla nostra porta

"Quando" di Walter Veltroni

«Pensa che mi doveva capitare! Messo al mondo da una suora…». È lo stupore della grazia che Giovanni, il protagonista di Quando di Walter Veltroni, sente di aver ricevuto nella sua seconda vita. Neri Marcorè, meravigliosamente a suo agio in questo personaggio tratto dall’omonimo libro dell’ex sindaco di Roma, sta parlando di Giulia, la suora che per anni si è presa cura di lui nel suo sonno trentennale e che poi, dopo un risveglio inaspettato per tutti, gli starà accanto con verità e tenerezza in questa vocazione alla vita tutta da riscrivere. Come dice lei «casomai “rimesso” al mondo», perché nella vita le tante grandi e piccole morti che attraversiamo ci costringono a nascere ancora una volta. I mattoni sono i pesanti cambiamenti che ci circondano, o che ci riguardano direttamente, con cui costruire inevitabilmente nuove fondamenta, con cui provare a innalzare sulla roccia una nuova cattedrale di umanità. Giulia, interpretata con garbo e sincerità da Valeria Solarino, marca stretto il “bambino” Giovanni, adulto nella pelle ma ancora giovanissimo nell’interiorità, essendo finito in coma a diciott’anni dopo aver avuto un incidente nel 1984, a Roma, durante i funerali di Enrico Berlinguer. Si fa presto a dire, infatti, che l’uomo Giovanni si è risvegliato, come fanno prontamente i medici con i media. Eppure rimane la persona interrotta e fragile, sola di fronte alla valanga di un presente sconosciuto. Di questa se ne prende cura Giulia, a lei è affidato il marziano tornato alla terra. Giulia è la mano paziente che riannoda con Giovanni i tanti fili dolorosi con i legami tornati all’eternità, con quelli malati, con quelli che nel frattempo, una vita, hanno fatto altre scelte. Dopo trent’anni nessuno stava aspettando realmente Giovanni. Tranne Giulia, un personaggio solo apparentemente laterale che consente, invece, il Buon viaggio del protagonista, come ricorda l’omonima canzone in diegetica di Cesare Cremonini. C’è un passaggio narrativo di particolare spiritualità, gestito peraltro con un guizzo di montaggio, nel quale Giulia paragona l’ascolto silente di Dio per lei a quello di Giovanni, orizzontale in coma, sempre per lei. Quando la sorella sta raccontando il “perché” e soprattutto il “chi” della sua vocazione, lì avviene la consegna in parallelo di una dignità profonda – anche se invisibile ai più ma né all’alto dei cieli né alla macchina da presa – al corpo di Giovanni, tempio di Dio. Lì abita Dio fattosi uomo. Ci sono molte storie in Quando, più di quelle che ci vengono raccontate nelle tante recensioni del libro e del film. A ben vedere la storia di Giulia, vista nella storia di Giovanni, ci racconta che una vocazione consente altre vocazioni, che una vocazione è una benedizione anche per altri, se non per tutti.

 

 

 

Schermi paralleli: Il rimettersi in partita con la vita è uno dei temi della commedia sociale Campioni (2023) di Bobby Farrelly con Woody Harrelson, remake dello spagnolo Campeones. Un coach di basket demotivato ritrova la sua “vocazione”, il senso del proprio mestiere, allenando una squadra di giovani con sindrome di Down. Acuto e brillante, film che fa bene al cuore (di Sergio Perugini).