N.01
Gennaio/Febbraio 2002

Entriamo insieme dentro un nuovo anno

 

 

Un futuro ricco di speranza

Il nostro Convegno sta lentamente, ma inesorabilmente, avviandosi alla conclusione. Ci frena dal riprendere subito la strada del ritorno a casa il comune desiderio di ascoltare quanto P. Cencini ci proporrà per aiutarci a tradurre le riflessioni di questi giorni in proposte pedagogiche, capaci di far camminare le idee, riscaldare i cuori, spalancare la nostra e la vita dei giovani al Dio che continuamente chiama.

Don Luca dando inizio al Convegno ci diceva che questa è solo una tappa, la prima, di un “convenire” che durerà tutto l’anno. Il mio intervento si propone innanzi tutto di ricordare le altre importanti tappe di questo nostro “convenire”: 2-5 aprile XVII Seminario sulla Direzione Spirituale, Padova; 21 aprile, IV Domenica di Pasqua, 39a GMPV; 18-20 Ottobre 2° Forum del CNV e dei responsabili vocazionali degli istituti di vita consacrata. Vorrei aiutare a cogliere anche quel filo rosso che le attraversa e che solo, se ben compreso, permetterà di camminare insieme e di far crescere, con noi, anche la PV in Italia. Altrimenti assisteremo inevitabilmente alla “raccolta differenziata”, da parte degli animatori vocazionali, delle diverse iniziative proposte dal CNV: si prenderà ciò che risponde meglio alle proprie esigenze, facendo mancare quell’indispensabile contributo di tutti ad una pastorale di comunione, l’unica capace di far crescere la Chiesa e di creare le condizioni necessarie per un risveglio vocazionale.

 

Cosa ci portiamo a casa a conclusione di questo Convegno?

Innanzi tutto l’idea che incomincia a diventare sempre più una comune convinzione: la condivisa necessità di prestare maggiore attenzione alla dimensione antropologica-pedagogica che abbiamo voluto sintetizzare ed esprimere in quel “come” con cui si apre il tema del Convegno. Dallo scorso anno abbiamo dato una svolta al nostro Convegno Nazionale: da un Convegno di studio si è passati ad un Convegno capace di interpellare e favorire la nostra capacità di tradurre in itinerari educativi le forti verità vocazionali. È stato bello notare come molti di coloro che sono intervenuti ieri sera nel dibattito con i relatori, andavano con lo sguardo alla ricerca sul cartellone proprio di quel “come”. Ci porteremo, dunque, a casa il desiderio e l’impegno di dare, insieme agli amici del CRV, dei CDV, degli Istituti di vita consacrata e delle nostre comunità cristiane, una risposta a quel “come” che ci ha accompagnato in questi giorni.

Abbiamo sperimentato, e don Luca ieri sera ce lo ha ricordato, che non è facile trovare delle risposte immediate; del resto, non avevamo ricette pronte per l’uso da fornirvi, ma solo un’intuizione e un’esigenza da condividere. Questo più che scoraggiarci o indurci a calpestare stancamente sentieri già battuti, deve vederci umili e appassionati ricercatori di quelle modalità nuove con cui il Signore ci chiede di sapere annunciare oggi il Vangelo della vocazione. A casa ci portiamo, inoltre, la sintesi di questo nostro Convegno espressa nel titolo, passibile di una duplice lettura: “Conformàti a Cristo” con il battesimo, a ciascuno di noi vien detto: “Confòrmati a Cristo” nella tua vita! E poiché non è possibile costruire sul vuoto è necessario, come ci ha detto la prof. Sammartino, riempire il terrapieno della vita dei giovani non assecondando la tentazione di dare semplicemente delle risposte o fornire certezze, ma suscitando quelle domande vere che, a volte, rischiano di restare soffocate nell’animo di tanti nostri giovani.

 

Una comunità pro-vocante

Dall’attuale contesto culturale è richiesta una comunità che sia capace di “pro-vocare”, come ci ricordava Mons. Lambiasi. In tale comunità il ruolo degli educatori, soprattutto degli animatori vocazionali, deve essere non solo quello di indicare ai giovani il cammino offrendo loro tutti i possibili e utili suggerimenti perché giungano alla meta, ma anche di proporsi come donne e uomini di fede che, accogliendo l’invito di Gesù, sanno sempre e comunque prendere il largo, “Duc in altum!”, liberandosi da quell’immobilismo che spesso li inchioda alle proprie certezze.

Portiamo a casa il desiderio di costruire insieme una parrocchia che sa rivedere se stessa e che, come ci ricordavano Mons. Lambiasi e don Luca ieri sera, non cerca un volto nuovo da offrire, magari più accattivante, ma si rende disponibile ad accogliere quel volto nuovo che il Signore vuole donarle. Una comunità che smette di autodeterminarsi, per assumere tutta la fatica e la gioia di discernere ciò che Dio attraverso la trama intricata del nostro esistere le chiede. Una comunità, dunque, che prima di convocare, si lascia convocare; prima di chiamare si lascia interpellare. In questa comunità gli animatori vocazionali vogliono impegnarsi a tenere sempre vivo l’anelito verso un duplice esodo non solo da proporre ai giovani, ma da realizzare con i giovani, come ci ha suggerito la prof. Sammartino:

a) dalla superficialità all’interiorità; 

b) dall’interiorità all’alterità.

Se è vero che per gli Ebrei l’esilio è iniziato quando hanno smesso di desiderare la libertà, allora ci è chiesto di non smettere mai di sognare! Ieri sera Sergio, seminarista giuseppino, ha proposto di modificare in questo modo il tema del Convegno: “Come sarebbe bello incontrare comunità cristiane in cui l’azione formativa prepari i giovani alla scelta vocazionale”. Il tema ormai non lo possiamo più cambiare, ma possiamo accogliere la provocazione dell’amico trasformandola in un impegno che ci portiamo a casa: tu che hai partecipato a questo Convegno impegnati perché la comunità in cui vivi e lavori diventi sempre più quella comunità che sogni, capace con la sua azione formativa di preparare i giovani alla scelta vocazionale. Ricordiamo: “Il sogno di uno solo resta solo un sogno, se sogniamo insieme il sogno diventa realtà!” (H. Camara).

 

Sognare insieme!

Portiamo a casa il nostro desiderio e il nostro impegno di collaborare con passione e generosità con i CRV e i CDV, per dare corpo e concretezza a quella pastorale vocazionale unitaria che affonda le sue radici nella spiritualità della comunione e si manifesta nella capacità di lavorare insieme, gratuitamente, per aiutare i giovani, come ci diceva Mons. Betori nell’omelia, a sperimentare l’autentica libertà che consiste nell’accoglienza e nella risposta alla chiamata di Dio.

Portiamo a casa anche il corale invito rivoltoci la prima sera da don Luca e da Mons. Betori e questa mattina dal cardinale Ruini: realizzare una sincera e profonda sinergia con la Pastorale Giovanile e la Pastorale Familiare. Questa indicazione contenuta negli Orientamenti della CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, non dovrà essere disattesa né dal CNV, né dai CRV, né dai CDV.

 

Rivisitare la Rivista

Di non poca utilità potrà essere in questo lavorare insieme l’utilizzo della Rivista VOCAZIONI. Già nel prossimo numero potrete trovare gli Atti di questo Convegno. Perché non condividere, approfondire e dare una risposta agli interrogativi che sono emersi in questi giorni, riflettendo sugli Atti del Convegno con quanti non hanno potuto partecipare al questo Convegno? Non ci stancheremo mai di dirvi quanta importanza attribuiamo a questo strumento di collegamento e di crescita della PV in Italia: la Rivista VOCAZIONI. Nessun animatore vocazionale dovrebbe privarsi di questa ricchezza! Soprattutto ora che stiamo ipotizzando una sua nuova impostazione, come abbiamo già fatto per il Convegno nazionale.

Non si tratta di qualche modifica tipografica da apportare, ma di un volto nuovo che vorremmo darle. Non più una Rivista attenta solo ad approfondire le certezze che guidano la PV, ad offrire degli orientamenti sperimentati e a comunicare esperienze collaudate di PV, ma luogo di incontro in cui far risuonare le domande e i percorsi inediti che attraversano la Chiesa italiana e la PV in particolare. Dedicheremo uno dei prossimi numeri alla presentazione di alcuni nodi problematici della PV: vocazione e comunicazione, vocazione al “femminile”, vocazione e missione “ad gentes”, vocazione e scuola cattolica, vocazione e interculturalità, vocazione e territorio.

Ci proponiamo di dedicare gli altri due numeri all’approfondimento di ognuno di questi temi, organizzando una sorta di forum virtuale in cui far convergere le vostre domande che potrete inviarci via e-mail e che noi gireremo ad alcuni esperti da noi convocati per un confronto con il gruppo redazionale. In altre parole, vogliamo dare voce a quegli interrogativi che emergono nel nostro lavoro quotidiano e che non possono restare inascoltati. Vorremmo, così, che la Rivista vedesse il contributo non solo del gruppo redazionale, ma anche di tutti voi. Un vero strumento di lavoro, dunque, per dare maggiore spinta alla PV; sì, un vero e proprio forum virtuale in cui le domande che attraversano oggi la PV in Italia possano rimbalzare e trovare risposta.

 

Insieme per la GMPV

Del resto è questa la linea vincente che il CNV ha intrapreso con i Sussidi per la GMPV. Se in passato erano preparati da specialisti, oggi si cerca le differenti competenze nei CRV, i quali a loro volta coinvolgono in questo lavoro i CDV della loro regione. Risultato: i Sussidi provengono dalla base, da chi lavora quotidianamente con i ragazzi e i giovani. Inoltre, questo coinvolgimento ha permesso ai CRV e ai CDV di incominciare a riflettere sul tema della GMPV fin dall’anno precedente, assimilandolo e tenendolo come un punto fermo di riferimento per le diverse iniziative annuali.

Infine, stiamo scoprendo competenze e una infinità di ricchezza di doni nei nostri CRV e CDV che non pensavamo minimamente di possedere. Vi sarete accorti, esaminando i Sussidi, non solo della bontà dei contenuti, ma anche della qualità della presentazione grafica che i diversi CRV hanno saputo dare.

Questo è un modo concreto per “convenire”, camminare insieme e crescere insieme, senza eccessivo clamore, ma realmente. Non dimentichiamo che “fa più rumore un albero che cade che tutta una foresta che cresce” (proverbio).

Portiamo, dunque, a casa anche questo desiderio di essere donne e uomini di speranza, perché, come ci diceva Mons. Lambiasi, l’angoscia per le vocazioni genera solo angoscia e mai vocazioni!