N.06
Novembre/Dicembre 2004

Lavori in corso: chi sono questi operai della vigna del Signore

Reciprocità e complementarietà delle vocazioni nei programmi vocazionali degli Istituti e delle Chiese locali. La testimonianza di una laica consacrata, di una suora, di un missionario e di un sacerdote.

 

 

Sr. Carmen Vassallo

È originaria di Malta e fa parte delle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles De Foucauld. Vive con altre tre sorelle in una comunità nella immediata vicinanza di Vicenza, in una Unità Pastorale dove insieme collaborano con i sacerdoti; la loro casa è un luogo di spiritualità, incontro ed esperienza sulla Parola di Dio e l’adorazione eucaristica. Sr. Carmen fa parte da circa 4 anni del CDV di Vicenza. È stata assente per una breve pausa di qualche mese, per una attività missionaria suppletiva in Madagascar. Partecipa intensamente, insieme alle sorelle della sua comunità, alle varie proposte vocazionali diocesane.

 

Sr. Luisa Carlotto

Una delle colonne storiche del CDV di Vicenza; originaria del Vicentino, fa parte di una  “Piccole Serve della Chiesa”. La sua è una comunità recente e radicata nella zona industriale di Vicenza, per una attività di aiuto e sensibilizzazione alla realtà del mondo operaio, soprattutto femminile, e insieme dedicata da oramai 25 anni ad un intenso lavoro di proposta e accompagnamento dei giovani nell’ambito vocazionale, attraverso non attività proprie, ma dentro ai gruppi diocesani: il più conosciuto anche dai presenti rimane, forse, il Gruppo Myriam…

Sr. Luisa insegna come maestra elementare ad Alte Ceccato, una realtà difficile ad alta industrializzazione e anche ad alta immigrazione, nel Vicentino. Partecipa alla attività vocazionale sin dal 1979, quando iniziò in diocesi la prima esperienza del Gruppo Myriam, come proposta vocazionale a 360° per maschi e femmine. È nel CDV dagli inizi degli anni ’90, per cui ha visto e condiviso tutta l’evoluzione di questa esperienza.

 

Agnese Peroni

Anche lei vicentina e consacrata in un Istituto di consacrazione laicale. Esercita come infermiera presso l’Ospedale di Bassano del Grappa e dallo scorso anno, in occasione degli Esercizi Vocazionali Giovani, affidati proprio alla proposta del GIS, si è inserita a tempo pieno nel CDV. È una voce nuova e fresca, in grado di dare una visione della realtà vocazionale con uno sguardo laicale e consacrato insieme, ma anche con la freschezza che le viene da un inserimento di non lunga scadenza. Può sicuramente aiutarci a capire come viene accolta in una tale realtà, una persona che desidera collaborare con essa.

 

Michele Carlini

Originario del Friuli, dei PP. Missionari Saveriani, da poco più di un mese a Roma per completare il periodo di studio e preparazione per il ritorno in Sierra Leone, previsto per il prossimo anno. È stato nel CDV e nelle varie attività vocazionali una presenza costante, viva e propositiva, a partire dal 1998 sino al settembre di quest’anno.

Abbiamo saputo che P. Michele ha lasciato un po’ di cuore a Vicenza, perché il suo inserimento nella realtà vocazionale e missionaria giovanile e diocesana, era molto intenso e la sua presenza molto amata dai giovani.

 

Don Andrea Peruffo

Nominato nuovo direttore del CDV di Vicenza dal 1° settembre di quest’anno. Ha compiuto i suoi studi di Psicologia in Gregoriana e lavora con don Nico nell’ambito di un programma di vasta collaborazione tra sacerdoti, religiose e religiosi, per un servizio di accompagnamento psicologico nei Seminari e nelle case di Formazione. Ha cominciato il suo cammino, 18enne, proprio nel Gruppo Myriam; poi è stato il primo, insieme a Bruno, ora monaco a Tamié, a iniziare anche l’esperienza della Comunità di  accoglienza e discernimento vocazionale “Il Mandorlo”.

Sta ora rimettendo dentro il cuore e la mente nella realtà vocazionale da cui è partito e a cui il Vescovo Nosiglia lo ha ridestinato.

 

Don Nico Dal Molin

Viene da Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza; si è specializzato anche lui all’Università Gregoriana in Psicologia e, praticamente dal suo rientro, ha sempre lavorato nell’ambito della Pastorale vocazionale e giovanile diocesana e non solo. Prima vicedirettore del CDV, dal 1994 ne è divenuto il Responsabile, fino all’attuale avvicendamento con don Andrea, cercando di vivere un cammino di collaborazione e comunione con le varie realtà di proposta vocazionale diocesana: Seminario, Istituti religiosi maschili e femminili, Istituti Secolari e realtà associative…

Di questa proposta sono qui insieme, lui e le altre amiche e amici, a darcene una testimonianza semplice e immediata, cercando di farci vedere le luci ma anche i limiti e le zone d’ombra da loro sperimentati in questo cammino.

 

 

 

 

PRIMA TESTIMONIANZA

Reciprocità e complementarietà delle vocazioni nei programmi vocazionali degli Istituti e delle Chiese locali

di Nico Dal Molin, Docente di Psicologia

 

Innanzitutto un “grazie profondo e intenso” per l’opportunità di condividere insieme il cammino fatto in questi anni dal CDV di Vicenza, in particolare dal 1994 al 2004!

Prenderemo in considerazione, nelle nostre testimonianze, proprio questo decennio, perché è a partire dal 1994 che anche il nostro CDV ha fatto qualche “svolta significativa”, che cercheremo di proporvi in maniera semplice.

– Ci siamo subito resi conto che un punto qualificante del CDV era il fatto della “rappresentatività”: nella misura in cui esso era aperto a tutte le realtà vocazionali operanti in Diocesi, diveniva veramente centro di raccordo e di propulsione per la pastorale giovanile e vocazionale. Questo, piano piano, ha portato ad una crescita di presenza di Istituti religiosi rappresentati, sino a raggiungere l’attuale trentina di rappresentanti, che sono uno specchio abbastanza fedele della realtà vocazionale diocesana.

– Poi, l’altro passaggio significativo, è stato quello di stringere un rapporto di collaborazione e sinergia sempre più stretto con la pastorale giovanile diocesana, per un lavoro comune e coordinato. Di qui ci siamo estesi soprattutto alla catechesi, anche se rimangono ancora da perfezionare i rapporti con Caritas e pastorale famigliare e scolastica. È stato importante, nel lavoro di questo decennio del CDV, non avere “presenze privilegiate o monopolizzanti”, ma attraverso una stima reciproca, favorire una circolarità di esperienze e proposte, che hanno avuto il loro sponsor principale nel CDV. Tutto questo, tuttavia, è legato ad una dimensione molto importante e decisiva: la qualità delle relazioni da parte del Direttore del CDV con gli amici membri della Commissione, per tenere un raccordo personale amicale e significativo; oltre che ad un lavoro intenso e programmatico della Segreteria, per coordinare una commissione piuttosto vasta…

Nel lavoro svolto in questo decennio, è stato importante cercare di capire insieme, come Commissione diocesana, le finalità e gli obiettivi che si propone il CDV, e di riflesso il nostro servizio come “testimonianza unitaria” all’interno della nostra Chiesa locale.

 

La nostra Commissione

– Il CDV è articolato in una Commissione di circa una trentina di rappresentanti, quindi è un organo di fatto rappresentativo delle varie realtà che lavorano, a livello vocazionale, nella nostra Diocesi o che sono sensibili a questa proposta specifica: sono quindi rappresentati i sacerdoti animatori del Seminario, sia Minore che Teologico, la comunità di Teologia, i Religiosi, le Religiose, gli Istituti Secolari, i Diaconi permanenti, le Catechiste e le Coppie.

– Il coordinamento della Commissione viene fatto da una Segreteria di 5 persone.

– La scadenza degli incontri è mensile, anche se poi la Commissione si articola in sottocommissioni che organizzano le varie attività e proposte e queste hanno ritmi di incontro e di lavoro più personalizzati…

– La sede degli incontri è il Seminario Minore, per la sua centralità, mentre la sede della segreteria e delle varie attività formative è Villa S. Carlo.

– C’è poi un Centro Vocazionale Giovanile, per gli incontri di due Gruppi vocazionali diocesani (Sichem e Myriam), con sede nella parrocchia di Montemezzo di Sovizzo, dove io aiuto anche pastoralmente e dove ho risieduto sino al 1999.

– Il raccordo con il CNV è stato, in questi anni, importante e proficuo e lo riteniamo sempre assolutamente indispensabile: per questo viviamo insieme, come Commissione, la condivisione dei Convegni nazionali di gennaio e degli altri eventi formativi organizzati dal CNV stesso, anche con la partecipazione di alcuni studenti di Teologia del nostro Seminario.

 

In estrema sintesi potremmo dire che le finalità del nostro CDV sono:

– coordinamento delle varie esperienze vocazionali diocesane (Seminario, Istituti religiosi, GIS);

– promozione di alcune “esperienze comuni” come segno di“unitarietà” nella proposta vocazionale;

– finalizzazione di alcuni cammini formativi (per la pastorale giovanile, per i cresimandi e ora anche per i comunicandi…);

– ricerca di una sinergia operativa: in particolare con la pastorale giovanile e l’Azione Cattolica, la catechesi e la pastorale scolastica. Per alcune nostre proposte ci appoggiamo anche all’Ufficio Missioni.

 

Il coordinamento delle varie attività vocazionali già esistenti sia a livello diocesano che vicariale o di Istituto ha comportato:

– Una mappatura delle attività esistenti, che abbiamo compiuto come CDV e che sono raccolte nel fascicolo-dossier vocazionale “Per guardare avanti”, che annualmente aggiorniamo.

– Tuttavia riteniamo che uno screening più ampio di quanto è stato sin qui fatto sia auspicabile, anche perché sicuramente non tutte le realtà religiose sono rappresentate nel CDV, pur essendo esso abbastanza ampio nella rappresentatività e nella sua consistenza operativa…

– Vediamo assolutamente importante una possibile collaborazione e una sponsorizzazione di alcune attività significative anche della vita religiosa, in particolare dell’USMI o del Seminario e una non sovrapposizione soprattutto delle attività diocesane fra di loro, con la definizione comune di un calendario e la partecipazione alle reciproche Commissioni.

– Infine la promozione di alcune attività da parte del CDV e la conseguente individuazione dei criteri comuni per la pastorale vocazionale, ha significato in questi anni:

1) Un rilancio della preghiera per le vocazioni, con il coinvolgimento dei Conventi di Clausura, ma in particolare il punto di riferimento restano le Monache del Carmelo di Vicenza.

2) La riproposta del 1° giovedì del mese nelle parrocchie: l’intenzione vocazionale è sempre proposta nel calendario liturgico e soprattutto nel “foglio di preghiera”, allegato al fascicolo diocesano “Chiesa Viva” e preparato mensilmente dal CDV.

3) La preparazione del fascicolo diocesano di Preghiera per l’Avvento, destinato ai ragazzi, alle famiglie e alle parrocchie, con la diffusione attraverso “Radio Oreb” (la nostra radio diocesana!) e curata dal CDV.

4) La costituzione di sottocommissioni per elaborare:

gli Esercizi Vocazionali Giovani, con una loro metodologia di lavoro in équipe e un accompagnare personalmente tutti i giovani che li vivono: essi sono entrati a far parte dell’itinerario normale per i giovani dei Gruppi Sichem e Myriam!;

la Veglia Vocazionale;

il Cammino Vocazionale, giunto nel 2004 alla sua 10a edizione;

il fascicolo di preghiera per l’Avvento;

i poster per le Ordinazioni e per le Attività Estive, che cerchiamo di promuovere insieme;

la creazione “in fieri” di un Osservatorio Giovanile di Pastorale Vocazionale, con i giovani e le giovani coppie che hanno fatto parte o sono tuttora inseriti nei nostri gruppi vocazionali

5) L’attività dei Gruppi vocazionali è articolata su tre livelli:

Gruppo di metodologia del discernimento (Gruppo Sichem), in collaborazione con la pastorale giovanile diocesana (in 10 anni oltre 300 giovani hanno compiuto un cammino in questo gruppo. Si svolge nel Centro Vocazionale Giovanile di Montemezzo, ogni prima domenica del mese, e richiede l’accompagnamento di una guida spirituale!

Gruppi di accompagnamento e discernimento (es. il Gruppo Myriam o altri indicati nel fascicolo “Per guardare avanti”). Anche questo gruppo si ritrova nel Centro Vocazionale Giovanile di Montemezzo, la seconda domenica di ogni mese…

Gruppi specifici, connessi al carisma dell’Istituto (Francescani, Poverelle, Dorotee, Famiglia Paolina, Scalabriniani ecc.); c’è anche un gruppo legato alla spiritualità di Taizé e una buona attività legata ai gruppi missionari, con la proposta di esperienze preparate e seguite, per i giovani stessi, in luoghi di missione…

 

 

Il CDV e la vita religiosa

 

Esprimendo in grande sintesi una traccia su “che cosa il CDV dà alla vita religiosa”, e a sua volta “cosa la vita religiosa dà alla vita ecclesiale”, e avendo riflettuto insieme con alcuni amici religiosi e religiose della Segreteria, penso di sottolineare alcuni aspetti essenziali di questo rapporto di reciprocità, come insieme l’abbiamo vissuto e condiviso in questo decennio…

– Innanzitutto credo sia importante sottolineare quanto all’interno del CDV si respira una forte dimensione di ecclesialità, proprio perché le diverse vocazioni sono presenti non da spettatrici, ma in maniera attiva e dinamica.

– Alle diverse espressioni vocazionali, ed alla vita religiosa in modo particolare, il CDV offre possibilità di esprimere la loro specificità; è un apporto di riflessione innanzitutto, che la vita consacrata stessa può esprimere, all’interno di quanto il Centro nel suo cammino va riflettendo e maturando.

– Si tratta inoltre anche di un apporto concreto, riguardante le attività specifiche che il CDV mette in atto. Penso, ad esempio, agli esercizi vocazionali, al cammino vocazionale ed alle altre iniziative, dentro le quali la vita religiosa ha l’opportunità di collaborare, offrendo una specificità carismatica, propria delle diverse spiritualità. È una valorizzazione dei singoli carismi, nella bellezza di una comunione che mette insieme tutte le vocazioni. Perciò vi è un prendere coscienza del dono originale del proprio specifico, mediante la valorizzazione, l’apprezzamento e la conoscenza delle altre vocazioni presenti. È come se ognuna prendesse luce – e quindi “bellezza” – dalla luce e dalla bellezza delle altre.

– Il dono e la testimonianza della comunione è quanto l’esperienza di appartenenza al CDV offre alla Chiesa tutta, attraverso l’esperienza di comunione che ogni singola persona vive al suo interno.

– Non vi sono “appartenenze privilegiate”, ma all’interno della Commissione CDV le iniziative di ogni singolo Istituto trovano eco; è il CDV un mezzo di divulgazione, di conoscenza, un “tam-tam” per far giungere le informazioni anche là dove altrimenti non arriverebbero.

– Chi si coinvolge, giocandosi nella comunione, sperimenta di non lavorare privatamente un proprio orticello, ma di coltivare tutti insieme nella grande vigna del Signore, raccogliendo frutti più copiosi, perché lavorare da soli richiede un dispendio molto forte di energie con scarsi frutti, mentre il mettere insieme le forze, nella comunione, dà risultati molto diversi.

 

 

 

 

 

SECONDA TESTIMONIANZA

Reciprocità e complementarietà delle vocazioni nei programmi vocazionali. La testimonianza di una laica consacrata

di Agnese Peroni, Consacrata Laica nella Compagnia Missionaria del S. Cuore

 

Rileggendo la mia breve storia nel CDV di Vicenza (meno di un anno), alla luce della Parola di Dio che mi accompagna giorno per giorno nella sequela di Gesù Cristo, come donna consacrata secolare sento che, nel mio specifico, la prima espressione dell’annuncio evangelico è quella di vivificare con la forza del Vangelo l’ambiente in cui vivo, perché ogni uomo ritrovi se stesso in Cristo. Così sento di cogliere alcune realtà significative e importanti di questo organismo. Essere nel CDV mi ha fatto percepire la realtà bella e importante di essere Popolo di Dio e la vocazione a diventare e crescere come popolo di Dio in cammino nella diversità e specificità dei vari carismi e doni all’interno di esso.

Essere consacrata e portare questa dimensione nel CDV, mi aiuta a vivere questa esperienza, di vocazione e missione di Popolo di Dio, cioè di Chiesa. Questa presenza allargata alle varie forme di vita consacrata e non (laici, catechisti, sposi, ecc.) è la grande ricchezza del CDV, per il dono che ognuno porta in sé ed è ricchezza che ritorna all’interno di ogni istituto o forma di vita rappresentati. Non solo, è una ricchezza e un dono per tutta la Chiesa in quanto in ogni espressione e attività che il CDV offre all’interno di essa, c’è l’impegno di ognuno, la specificità che, messa insieme, aiuta la persona, il giovane a cogliere quel pizzico di bene che sente e desidera nel suo cuore,che è il desiderio, la sete di Dio che abita il cuore dell’uomo.

Questa realtà di popolo di Dio che sento nel CDV, mi fa cogliere di conseguenza la realtà della comunione e dell’unità nella diversità. Questo aiuta a guardare in prospettiva sempre oltre con grande speranza. Comunione e unità ci aiutano a coltivare la passione per i giovani, per la realtà vocazionale, perché ognuno ritrovi se stesso e il suo anelito profondo di realizzazione (vocazione) nell’incontro con Gesù Cristo, con la sua parola.

In sintesi, colgo e vivo questo CDV nella sua allargata ricchezza di doni, espressioni e proposte come aiuto sincero e appassionato per i giovani affinché possano vivere e fare esperienza di Dio nella propria vita. Animati da questi aspetti di comunione, di unità è bello mettere in comune i doni che ognuno esprime col risultato di realizzazioni, di proposte, di itinerari che altrimenti non sarebbero possibili (vedi: esercizi vocazionali, veglie vocazionali, cammini vocazionali ecc.). Questo aiuta il rispetto e la valorizzazione reciproca, supera eventuali tentazioni di contrapposizione. Ci fa sperimentare come il Signore sia presente e operi là dove si ricerca il vero Bene per i giovani, in unità di intenti. 

 

CDV e Chiesa locale

È una realtà che va coltivata. Su certi versanti è inesistente (qualche sacerdote non sa ancora cos’è il CDV!!!); su altri con fatica entra, in altre realtà è abbastanza presente. È una realtà in cammino che va integrandosi nella vita parrocchiale e diocesana.

 

CDV e vita consacrata

Riprendo quanto detto. È un impegno da parte degli istituti che, più che sottrarre forze ed energie, ricevono ricchezza e stimoli al rinnovamento, alla conversione, ad un’apertura sempre nuova che ci rimette sempre in discussione e riflessione, ci rimette in gioco e questo stimola nel rimanere giovani, nell’indicare Gesù come colui da seguire, come fece Giovanni Battista con due dei suoi discepoli: “Ecco l’agnello di Dio!”, “…E i due discepoli sentendolo parlare così, seguirono Gesù…” (Gv 1,36-37).

 

 

 

 

 

TERZA TESTIMONIANZA

Reciprocità e complementarietà delle vocazioni nei programmi vocazionali. La testimonianza di una suora

di Carmen Vassallo, Piccola Sorella del Vangelo di Charles de Foucauld

 

Sono Carmen, Piccola Sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, originaria di Malta e vivo in Italia da nove anni. Ho vissuto i primi 5 anni a Foggia e da settembre del 2000 sono a Vicenza dove ho fatto la prima esperienza di una nuova fondazione; esperienza forte della presenza di Dio come Provvidenza e Guida. A Foggia la nostra comunità è presente da più di 30 anni. Siamo inserite in un quartiere popolare, in una casetta in mezzo alla gente con spazio molto limitato che non offre la possibilità di accoglienza. Da anni sentivamo l’esigenza di avere una fraternità nel Nord dell’Italia che fosse complementare a quella del Sud, con più spazio per poter rispondere alle richieste di persone che volessero vivere dei giorni di preghiera con noi, condividendo la nostra vita. Così siamo arrivate a Vicenza in due con questo progetto nel cuore che sarebbe da definire cammin facendo.

Dall’inizio di questa “avventura” abbiamo sperimentato la gioia di vedere la Provvidenza prendere volto nelle persone che ci hanno accolte. A cominciare da due congregazioni religiose per i primi giorni e una famiglia che ci ha ospitate per un mese. Che modo migliore per entrare in relazione con la gente del posto? La Diocesi ci ha proposto di andare ad abitare in una canonica che era chiusa, nella periferia della città in un paesino di campagna. Questa casa offre delle buone condizioni per la preghiera, essendo silenziosa e in campagna. Siamo state colpite dall’accoglienza ricevuta sia dalla gente del paese dove ci stiamo inserendo in un’Unità Pastorale sia dalla Chiesa locale e diocesana.

I primi mesi sono stati spesi a conoscere la gente, mettere i primi nomi sui volti, fare le pratiche amministrative, cercare un lavoro stipendiato, tessere le prime relazioni di amicizia… Poco a poco vedevamo definirsi il servizio di accoglienza richiestoci dai parroci dell’Unità Pastorale. La gente apprezzava il fatto di trovare una porta aperta e delle persone che davano tempo all’ascolto. La cappella della nostra casa ha cominciato ad essere frequentata. Una ventina di persone hanno iniziato un cammino di lectio divina e di adorazione eucaristica con noi. Oggi il martedì è “il giorno della Parola”, riservato cioè alla Parola meditata e pregata, per le 5 comunità dell’Unità Pastorale.

I co-parroci ci chiedono di essere attente alle persone sofferenti, ammalati, persone anziane sole, immigrati. Da parte nostra partecipiamo alla vita delle comunità, essendo presenti nei momenti forti liturgici, come nei momenti di festa. Il nostro desiderio era di conoscere la Chiesa che ci accoglieva e di inserirci in essa con la nostra identità propria. Abbiamo cominciato a partecipare a delle iniziative di pastorale giovanile organizzate a livello diocesano.

In queste occasioni abbiamo conosciuto Don Nico che ci ha incoraggiate, a far parte del CDV. Con gioia abbiamo accolto la sua proposta. Per noi era un’opportunità di entrare in relazione con la Chiesa locale e di conoscere dal di dentro le iniziative proposte ai giovani: spazio prezioso per cogliere ciò che di bello c’è nel tessuto sociale, culturale e spirituale di Vicenza. Pian piano mi sono trovata inserita nel CDV. Il primo anno ero presente, in ascolto, e senza che mi rendessi conto, ho cominciato anch’io a introdurre la nota propria del nostro carisma in uno spirito di fraternità, con speciale attenzione alla dimensione contemplativa nutrita dalla meditazione della Parola e dall’adorazione eucaristica. Mi sono sentita in sintonia nell’importanza data alle relazioni di amicizia che si cercano di coltivare. In fondo il carisma non è proprietà nostra: appartiene alla Chiesa ed è al servizio della sua missione. Abbiamo la responsabilità di farlo conoscere cercando di essergli fedeli prima di tutto.

Dopo 4 anni di esperienza posso dire che mi piace andare agli incontri perché il clima fraterno che c’è rende piacevoli le riunioni. Credo che al di là della specificità di ogni carisma sia importante la testimonianza di dialogo e di comunione all’interno della Chiesa. Il CDV ne è un’espressione. Attraverso le sue proposte offre uno spazio ai giovani per scoprirsi amati, chiamati… non è forse la prima evangelizzazione dire a una persona: “Tu sei amata, preziosa agli occhi di Dio”? Offre un luogo dove possano interrogarsi sul senso della loro vita ed orientare il loro cammino senza sentirsi “pescati” dall’una o l’altra congregazione. È bello sentire che tra noi la preoccupazione maggiore è di essere al servizio del bene dei giovani e non di attirare delle vocazioni!!!

All’interno della commissione del CDV apprezzo tanto la presenza di giovani donne inserite nel mondo del lavoro e della pastorale dei giovani, di catechiste, di coppie rappresentanti di gruppi-famiglie. Queste persone offrono il loro apporto di vicinanza ai giovani grazie al loro stato di vita! Per organizzare le varie iniziative siamo divisi in sottocommissioni alle quali è affidato il contenuto e l’organizzazione delle varie proposte fatte ai giovani della diocesi (veglia di preghiera, un giorno di cammino vocazionale…).

Nella mia breve esperienza ho potuto fare parte della équipe che anima i tre giorni di esercizi vocazionali nel periodo natalizio. Oltre la guida che fa la proposta di riflessione su un tema, siamo in 8-10 persone incaricate di organizzare i momenti di preghiera e le celebrazioni. Ognuno poi è disponibile ad accompagnare personalmente 2 o 3 giovani dando la possibilità di un colloquio personale ogni giorno. Oltre le attività per i giovani, il CDV organizza momenti di formazione. È stato di grande aiuto il biennio di formazione all’accompagnamento per il discernimento. Un buon contenuto che ci ha permesso di metterci in gioco in prima persona.

Lo scambio tra una sessantina di partecipanti in momenti di lavori di gruppo è stato arricchente. Sono riconoscente di poter vivere tale esperienza nella Chiesa.

 

 

 

 

 

QUARTA TESTIMONIANZA

Reciprocità e complementarietà delle vocazioni nei programmi vocazionali. La testimonianza di una suora

di Luisa Carlotto, Piccola Serva della Chiesa (Centro Myriam)

 

Vorrei iniziare la mia testimonianza con un racconto: “Ti voglio bene!”.

“Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa. Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna. Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata  celestiale.

L’uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. “Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo…”.

L’uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi. Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali. Quando rimasero solo più alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l’uomo fu preso dal panico.

Arrivò il suo turno. Allora l’uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: “Ti voglio bene!”.

Il volto di Dio si illuminò. Tutta la creazione capì che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico”.

Lascia che ti ami, mio Dio. Che cosa ho in cielo, che cosa ho in terra, all’infuori di te?

Tu, Dio del mio cuore e mia parte nell’eternità, lascia che mi aggrappi a te.

Sii sempre con me, e se sarò tentato di lasciarti, tu, mio Dio, non mi lasciare.

 

Mi è capitata tra le mani ieri la rivista “Se vuoi” con la bellissima preghiera di Tonino Bello: “Tuo compagno di volo”, che mi pare si presti bene ad introdurre queste semplici riflessioni.

“Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto.

L’altra, la tieni nascosta: forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me.

Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.

Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento.

Vivere è assaporare l’avventura della libertà.

Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te!

Tu mi hai dato il compito di abbracciare il fratello ed aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi…

Dammi, o Signore, un’ala di riserva”.

 

Ecco, nell’animazione vocazionale, il Signore c’invita a volare alti con Lui, ma nello stesso tempo ad abbracciare i fratelli per far librare in alto anche loro facendo distendere le loro ali negli spazi infiniti dell’amore di Dio che desidera soltanto che i suoi figli vivano nella pienezza e nella libertà.

La mia esperienza, ormai pluriennale, nel CDV di Vicenza, mi ha portato a fare alcune riflessioni, che tenterò brevemente di sintetizzare.

– Accoglienza reciproca: questo è il sentimento con cui ciascuno si sente accolto tra noi, pur essendo una trentina di persone di diverse vocazioni e ministeri, compresi gli sposi ed i fidanzati, e che ciascuno si sente in dovere di moltiplicare nei confronti degli altri.

– La diversità come ricchezza: io ho sperimentato che quanto più amo, riscopro e valorizzo il mio carisma di vita consacrata, tanto più accolgo, rispetto e collaboro con gli altri carismi per dare una testimonianza di Chiesa che sia sempre più multiforme, ma nel contempo anche sempre più legata da una sintonia d’intenti.

– L’orgoglio di un senso di appartenenza condiviso: quello che caratterizza il gruppo del CDV è proprio la consapevolezza che l’impegno che ci si è assunti non è solo un dovere, un lavoro in più… che talvolta pesa… ma la gioia, l’orgoglio, la soddisfazione di far parte di una “squadra” importante, al cuore della Chiesa locale, una “squadra” in cui ciascuno si sente protagonista con la specificità e l’originalità che gli è propria.

– Collaborazione sul campo, senza protagonismi o individualismi: dentro il CDV c’è posto per tutti! La segreteria prepara delle piste di lavoro o d’impegno, ma poi le decisioni operative sono concordate e distribuite all’interno della commissione stessa.

– Iniziative comuni da proporre agli adolescenti ed ai giovani, gestite direttamente dal CDV: Veglia vocazionale, Cammino vocazionale, Esercizi spirituali per giovani, Ora di adorazione mensile presso il Monastero delle Monache Carmelitane, Cresimandinsieme, ecc. È bello lavorare insieme, fianco a fianco, nelle diverse sottocommissioni, mettendo a disposizione la propria specificità ed originalità ed avendo l’occasione, nel contempo, di conoscere quella degli altri, apprezzando le diverse sensibilità degli sposi, dei fidanzati, delle persone consacrate, dei laici, ecc.

– Collaborazione con le varie dimensioni diocesane: interessante è conoscere la realtà delle altre dimensioni che lavorano al nostro fianco nella Chiesa diocesana: pastorale giovanile, familiare, la catechesi, gli adolescenti, ecc. per conoscere, condividere aspetti positivi e difficoltà, stabilire collaborazioni, condividere progetti, lanciare iniziative comuni, creare una sensibilità vocazionale…

– Collaborazione e continuità di proposte con il CNV: grande stima e collaborazione reciproca esiste con il Centro Nazionale Vocazioni, sia attraverso il lavoro diretto di don Nico Dal Molin, responsabile del CDV, sia con la partecipazione al Convegno annuale di un buon gruppo della  commissione e l’elaborazione, a livello diocesano, degli input e delle iniziative nazionali.

– Rotazione nella responsabilità del CDV a livello diocesano: recentemente è avvenuta una rotazione nella responsabilità della commissione vocazionale, ma si è già intuito che ci sarà una “novità nella continuità” perché don Andrea Peruffo rivela una grande sintonia con il cammino fin qui percorso e la voglia di aprire piste sempre nuove e sempre più collaborative!

– Allora come incrementare la reciprocità e la complementarietà della mia vocazione nella Chiesa locale e nel CDV? Da quando sono entrata nella commissione mi sono seriamente interrogata sulla specificità della mia vocazione nella Chiesa, se la vivo con serietà e coerenza, se sono “innamorata” della mia vocazione, tanto da proporla con entusiasmo, da diventare “contagiosa”… e nello stesso tempo ho sentito l’esigenza di cercare la complementarietà delle altre presenze nella Chiesa, crescendo con momenti formativi comuni e, soprattutto, lavorando al loro fianco in attività pastorali a sfondo vocazionale. Una profonda esperienza ed una grande opportunità offertami proprio dal CDV!

 

 

 

 

 

QUINTA–SESTA TESTIMONIANZA

Reciprocità e complementarietà delle vocazioni nei programmi vocazionali. Le testimonianze di un missionario e di un sacerdote

di Michele Carlini, Missionario Saveriano, e Andrea Peruffo, Direttore del CDV di Vicenza

 

L’intervento di P. Michele Carlini, Missionario Saveriano, presente a Vicenza nel CDV dal 1998 al settembre di quest’anno, ha sottolineato l’importanza di sentirsi invitato ed accolto a vivere insieme il cammino della pastorale vocazionale, che spesso, per un religioso, potrebbe diventare un cammino in… solitaria! Inoltre P. Michele ha insistito molto sul fatto che questo cammino comune dà l’esatta percezione dell’essere Chiesa, anche come testimonianza ai giovani, e nello stesso tempo permette a tutti di essere se stessi anche nella specificità del proprio carisma e della propria proposta. P. Michele ha poi sottolineato la possibilità di far convivere, nell’itinerario del CDV, anche sensibilità diverse e insieme complementari, che spaziano dalla preghiera vocazionale al Carmelo alla testimonianza per un Cammino di Pace. Nel suo parlare abbiamo sentito la nostalgia di una esperienza vissuta in profondità e con piena condivisione e appartenenza.

Ha concluso le testimonianze don Andrea Peruffo, nuovo Direttore del CDV di Vicenza. Don Andrea ha sentito forte il senso “della festa” nel ritrovo della Commissione, l’appartenenza gioiosa e non dovuta (che sarebbe quindi frustrante), e ha indicato qualche linea sulla quale intende muoversi per continuare un cammino che lui eredita, ma che sente di poter gestire con l’aiuto e la partecipazione di tutti.

– Non lasciasi prendere dallo scoraggiamento della povertà dei numeri e della carenza di vocazioni, ma lavorare insieme per portare ai giovani il Signore e il suo annuncio: “Vieni e seguimi”, al di là degli esiti nelle varie scelte di vita in cui questo annuncio può fiorire.

– Dare spazio a quello che c’è, per non tornare indietro in un cammino di implosione, e per portarlo avanti verso nuove maturazioni.

– Intrecciare un rapporto fecondo e significativo con la famiglia, grembo di ogni vocazione, umana e cristiana.

– Tornare a parlare di una pastorale vocazionale mirata ai ragazzi, sapendo che nella pre-adolescenza la via delle “crescite nascoste” è sempre attuale.

– Inserire nel CDV anche le pastorali vocazionali dei “nuovi movimenti ecclesiali e delle associazioni”, come una nuova ricchezza per la Chiesa diocesana, oltre che per un comune cammino di coordinamento e raccordo.