N.02
Marzo/Aprile 2005

Sine dominico non possumus

In questo Anno dell’Eucaristia, mentre la Chiesa italiana è in cammino verso il Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Bari dal 21 al 29 maggio del 2005, la Congregazione per l’educazione cattolica ha invitato la Chiesa italiana a favorire nelle singole diocesi, per il prossimo mese di maggio, l’Adorazione Eucaristica per l’incremento e la santità delle vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata.

L’Ufficio Liturgico Nazionale e il Centro Nazionale Vocazioni hanno pensato di inserire questa preghiera vocazionale nel cammino di avvicinamento al Congresso Eucaristico e nella stessa Settimana Congressuale. In particolare:

– nella prima settimana di maggio (dal 1. al 7) ciascuna delle diocesi del Nord dedicherà una giornata all’Adorazione Eucaristica vocazionale;

– nella seconda settimana (dall’ 8 al 14) saranno le diocesi del Centro a dedicare una giornata all’Adorazione Eucaristica vocazionale;

– mentre nella terza settimana (dal 15 al 21) saranno le diocesi del Sud e delle Isole a dedicare una giornata all’Adorazione Eucaristica vocazionale;

– nella quarta settimana (dal 22 al 28), che coincide con il Congresso Eucaristico Nazionale, vi sarà ogni giorno nella Cattedrale di Bari l’Adorazione Eucaristica vocazionale.

Si propone qui di seguito, a tale scopo, uno schema per questa veglia di preghiera in Adorazione eucaristica, curato dal Centro Diocesano Vocazioni di Bari Tale schema è stato inviato ai direttori dei CDV e degli Uffici liturgici diocesani perché se ne facciano diligenti e appassionati esecutori.

Pubblicato al termine di questo numero della rivista potrà essere utilizzato anche nelle comunità dei consacrati e in ogni occasione che i nostri lettori potranno creare. Resta naturalmente fermo che tutti faremo quanto è nelle nostre possibilità per condividere i momenti ecclesiali previsti nelle nostre diocesi.

 

 

SINE DOMINICO NON POSSUMUS

 

Guida: “Sine Dominico non possumus!”, “Senza il Dominicum non possiamo vivere!”. La testimonianza che i 49 martiri della cittadina africana di Abitene (nell’odierna Tunisia) resero a Cristo durante la persecuzione di Diocleziano nel 304, si può ricondurre tutta a questa confessione di fede: senza la celebrazione eucaristica domenicale non possiamo vivere. Il Dominicum, che significa insieme: il Risorto; il Giorno del Signore; la celebrazione dell’Eucaristia; il luogo della celebrazione; è l’unica loro ragion d’essere; e per averlo celebrato vengono torturati e messi a morte.

Ci siamo raccolti in preghiera con la stessa intenzione dei martiri di Abitene, con la stessa fede, intatta lungo i secoli, per adorare il Signore vivente e presente nel sacramento dell’Eucaristia: nella celebrazione della cena del Signore facciamo memoria dell’istituzione del sacramento dell’altare; ora ne contempliamo il frutto di amore che come uva nel torchio e grano nella macina è diventato per noi il corpo e il sangue di Cristo, nutrimento di salvezza. È il nostro Dominicum. Ci accompagneranno nella preghiera alcuni testi. Ma al di là delle parole, è la parola di Dio fattasi corpo preso, benedetto e poi spezzato e donato a riempire il nostro cuore e a dare nutrimento al nostro spirito. Siamo qui in ginocchio dinanzi al Signore immolato e risorto, come Maria di Betania dinanzi ai suoi piedi nell’atto di ungerli con il balsamo dell’adorazione: solo a lui la nostra lode e il nostro ringraziamento. Siamo qui nella casa dell’amore, il tempio che raccoglie la sua presenza: è lui che riempie i nostri cuori e ci rende pietre vive, tempio spirituale, idonei per il sacrificio a lui gradito. Siamo qui nel giorno memoriale della sua passione, nel giorno che lui ha fatto per la nostra salvezza: lui solo può dare senso e gioia piena ai nostri giorni terreni, rendendoli santi.

 

Canto di esposizione (scelto tra i canti della comunità)

 

 

Invito alla preghiera

Presidente: Nel nome del Padre… Il Signore sia con voi…

Presidente: Sia benedetto il nostro Dio in ogni tempo, 

Tutti: ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Presidente: Venite, adoriamo Dio nostro Re, 

Tutti: adoriamo te, o Cristo, risorto in mezzo a noi, nostro Re e nostro Dio.

Presidente: Venite, inchiniamoci davanti al Signore, nostro Re e nostro Dio, 

Tutti: Dio santo, Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi.

Presidente: Signore Gesù, tu sei l’Agnello, il Servo del Signore,

Tutti: con il tuo sangue versato togli il peccato del mondo.

Presidente: Signore Gesù, tu sei l’Agnello di Dio, 

Tutti: fin dalla fondazione del mondo sei stato immolato.

Presidente: Signore Gesù, tu sei l’Agnello Pasquale, 

Tutti:dal costato trafitto hai versato sangue e acqua.

Presidente: Signore Gesù, tu sei l’Agnello ritto sul trono,

Tutti: tu apri i sigilli del libro della prima alleanza.

Presidente: Signore Gesù, tu sei l’Agnello della nuova Gerusalemme, 

Tutti: sua lampada e nuovo sole, tu splendi in eterno.

Presidente: Signore Gesù, tu sei l’Inizio e la Fine e il Vivente,

Tutti: tu sei morto ma ora regni sulla morte e sull’inferno.

Presidente: Preghiamo. Dio della luce, abbiamo accolto il tuo invito ed eccoci alla tua presenza: manda il tuo Spirito Santo su di noi perché attraverso l’ascolto delle Scritture riceviamo la tua Parola, attraverso la meditazione accresciamo la conoscenza di te e attraverso la preghiera contempliamo il Volto amato di tuo Figlio, Gesù Cristo nostro unico Signore. 

Amen.

 

 

 

Primo Momento

Alla mensa di Betania

Guida: La cena di Betania, a casa di amici, anticipa di qualche giorno la cena pasquale e il cammino della passione. Dinanzi a Marta, Lazzaro e i dodici, Maria, innamorata di Cristo, si china sui suoi piedi, li bacia, li cosparge di olio di nardo prezioso e li asciuga delicatamente con i suoi capelli. La bellezza del Maestro è irresistibile: senza il Signore non si può vivere.

Lettore: Dal Vangelo secondo Giovanni (12,1-8). Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento.

Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?”. Questo  egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. Parola del Signore. 

Lode a te, o Cristo.

 

Riflessione 

(è importante che le riflessioni – queste e quelle che seguiranno nella veglia – siano lette lentamente, a voce chiara, accompagnate da brevi pause, che permettano la meditazione e la preghiera).

Lettore: Betania in ebraico vuol dire casa del povero, dell’afflitto. Poveri e afflitti siamo senza Cristo! Ma a Betania l’afflizione si è mutata in gioia per il risveglio di Lazzaro dal sonno della morte. Un giorno rispondendo ai farisei, i quali rimproveravano i dodici perché non rispettavano i giorni di digiuno, disse che non potevano digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo era con loro. Avrebbero certo digiunato e fatto lutto quando lo sposo sarebbe stato loro tolto (pausa).

Lettore: Nella casa dell’amicizia, insieme a Marta, Lazzaro, Maria e i Dodici, la compagnia di Gesù trasforma ogni afflizione in gioia. L’incontro con il Risorto riempie di gioia i nostri giorni. A mensa con Lui ci viene restituita la vita. È festa quando lui abita la nostra casa, quando entra nel cuore e rimane con noi (pausa).

Lettore: Betania: piccola casa in cui si è accolti, non si è fraintesi, in cui si può assaporare sempre il profumo soave dell’amicizia. Betania: icona della Chiesa che immerge i suoi giorni nel giorno del Signore! È presente Lazzaro, risorto dai morti, figura di tutti noi risorti con Cristo mediante il Battesimo. È presente Marta, icona della Chiesa che serve e si offre, che lavora e si dona per preparare la mensa dell’amore.

È presente Maria, la Chiesa che contempla e che ama, che soffre e che spera, che prega e che tesse nel segreto trame di comunione con Dio e con i fratelli. Sono presenti i dodici. Betania: chiesa di amici e tempio di amicizia, un’amicizia vera, “balsamo di vita”, olio profumato di vero nardo, assai prezioso il cui prezzo può essere soltanto la vita dei due amici: Dio e l’uomo! (pausa).

Lettore: Come è bella questa icona di Chiesa, l’Eucaristia alla mensa di Betania! Ti chiediamo, o Signore, di renderci sempre più chiesa così! La sera della cena con i tuoi amici hai lavato loro i piedi per dare l’esempio. Hai lavato i piedi ai dodici perché imparassero da te l’arte del servizio, da te che ti si è fatto servo per amore. A Betania, qualche giorno prima, fu una donna a insegnarci l’arte della tenerezza, piegandosi sui tuoi piedi, i piedi del Figlio di Dio. Li ha unti con il balsamo dell’amore, li ha accarezzati con i morbidi capelli e li ha baciati con la tenerezza della sposa. E tutta la casa si è riempita del profumo soave del vero nardo assai prezioso. Nel Cenacolo la tua compassione ci rende Chiesa del servizio al prossimo. A Betania la testimonianza di amore e di gratitudine di Maria ci consegna a te, nostro Sposo. Insegnaci a riconoscere te nel prossimo e ad amare i fratelli perché amiamo te (pausa).

Lettore: Quando ci raduni la domenica attorno alla mensa dell’amicizia e ti offri come cibo di salvezza, donaci l’audacia di Maria che, intrepida e traboccante di amore per te, per il tuo corpo immolato, ti unge di nardo prezioso. Tu solo puoi trasformare quello che sarebbe dovuto essere il banchetto funebre in memoria di Lazzaro, in un banchetto di gioia per la risurrezione del fratello. Solo Tu, o Cristo, puoi trasformare il fetore insopportabile di un morto da quattro giorni nel profumo di letizia pasquale che inonda la casa. Noi ti

cerchiamo o Signore: nelle esperienze contemplative o nel tempo feriale segnato dall’abitudine, ti chiediamo un pieno di gioia. Che lo splendore del tuo volto divino illumini e sazi i nostri sguardi di carne. Ora ti contempliamo nell’Eucaristia e ti diciamo dal profondo del cuore: “Senza di te, o Cristo, non possiamo vivere!” (pausa).

 

Preghiera Di Adorazione

Presidente: Adoriamo il mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, Signore Gesù. A te rivolgiamo il nostro cuore ed eleviamo lo sguardo a Colui che hanno trafitto e innalzato da terra ci attira irresistibilmente a sé. Tutti: Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo!

Lettore: Verbo di Dio, olio dell’unzione, il tuo Nome è profumo che si espande. 

Tutti: Noi ti adoriamo…

Lettore: La tua amica ti offre l’olio profumato il discepolo ti vende per trenta denari. 

Tutti: Noi ti adoriamo…

Lettore: La tua amica ti riconosce come Signore, il discepolo si separa da te, suo Maestro. 

Tutti: Noi ti adoriamo…

Lettore: La peccatrice ti lava i piedi e li bacia, tu lavi i piedi al discepolo che con un bacio ti tradisce. Tutti: Noi ti adoriamo…

Lettore: Noi abbiamo peccato come la peccatrice ti abbiamo tradito come il discepolo vinto da satana. Tutti: Noi ti adoriamo…

Presidente: O Signore, nostro Dio, noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, per il dono di Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Ai figli dell’olio, cioè ai consacrati con l’unzione perché portino lieti annunzi ai poveri, la corona dei fiori si addice più della cenere, il profumo più dell’abito di lutto, e il canto di lode più del cuore mesto. Preservaci, o Padre, dall’errore di Giuda il quale, insensibile al profumo di nardo, avverte solo il tintinnare dei soldi, e invece che percepire la lucentezza dell’olio, si lascia sedurre dallo scintillio dell’argento. Concedici, o Padre, che rinvigoriti dal tuo Spirito di santità, diffondiamo nel mondo il buon profumo di Cristo. A te la lode e la gloria dalla Chiesa e dal creato per tutti i secoli dei secoli. 

Amen.

Canto (scelto tra i canti della comunità)

 

 

 

Secondo Momento

Rimanete nel mio amore

Guida: Agli apostoli nel cenacolo e a noi qui in preghiera nella memoria e nel rendimento di grazie del dono ricevuto, Gesù dice: Rimanete in me e io in voi. La parola rimanere/ dimorare, cara all’evangelista Giovanni, richiama relazioni, affetti, amore. L’uomo dimora dove ha il cuore: abita dove ama, è di casa in colui che ama. L’unione con Dio non è un vago affetto o una illuminazione intellettuale: è vita concreta, spesa nell’amore per i fratelli. Come Cristo!

Lettore: Dal Vangelo secondo Giovanni (15,5-17). Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.

Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Parola del Signore. 

Lode a te, o Cristo.

 

Riflessione 

Lettore: Rimanete nell’amore, il mio! A Giovanni è caro questo verbo: Rimanere/dimorare. La dimora di Nazaret con Maria e Giuseppe; l’abitazione di Cafarnao con i primi discepoli; la casa di Betania in compagnia degli amici più cari; il Cenacolo, dove si consegna nel pane e nel vino la sera del tradimento, dove ci consegna lo Spirito la sera di Pasqua, dove spalanca le porte e i cuori alla missione nel mattino di Pentecoste. Lui abita la casa dell’amore e ci chiede non solo di dimorare con lui, ma di rimanere in lui, nel suo amore (pausa).

Lettore: Questa è la nostra vera casa. Qui possiamo ritrovare la nostra identità. Dimorare nel suo amore ci fa diventare figli di Dio e ci rende capaci di portare frutto, molto frutto! Ci fa essere capace di amare i fratelli con il suo stesso amore perché l’amore è comunicazione di ciò che si ha e, ancor più, di ciò che si è (pausa).

Lettore: Non esitare ad amare, e ad amare profondamente. Potresti avere paura del dolore che un profondo amore può causare. Quando quelli che ami profondamente ti respingono, ti abbandonano o muoiono, ti si spezza il cuore. Ma questo non deve trattenerti dall’amare profondamente. Il dolore che viene da un amore profondo renderà il tuo amore ancora più fecondo. È come un aratro che spezza le zolle per consentire al seme di prendere radici e di crescere diventando una pianta robusta (pausa).

Lettore: Ogni volta che sperimenti il dolore del rifiuto, dell’assenza o della morte, ti trovi di fronte a una  nuova scelta. Puoi diventare preda dell’amarezza e decidere di non amare più, oppure puoi rimanere in piedi nel tuo dolore e lasciare che il suolo su cui stai diventi più ricco e più capace di dare vita a nuovi semi. Quanto più hai amato e hai accettato di soffrire a causa del tuo amore, tanto più potrai lasciare che il tuo cuore diventi più ampio e più profondo (pausa).

Lettore: Quando il tuo amore è vero dare e vero ricevere, quelli che tu ami non lasceranno il tuo cuore anche quando se ne andranno via. Diventeranno parte del tuo io, costruendo così gradualmente una comunità dentro di te. Quelli che hai profondamente amato diventano parte di te.

Più a lungo vivrai, più numerose saranno le persone che amerai e che diventeranno parte della tua comunità interiore. Più grande diventerà la tua comunità interiore, e più facilmente riconoscerai i tuoi fratelli e le tue sorelle negli estranei intorno a te. Quelli che sono vivi dentro di te riconosceranno quelli che sono vivi intorno a te. In questo modo il dolore del rifiuto, dell’assenza e della morte potrà diventare fecondo. Sì, se ami profondamente, il terreno del tuo cuore sarà sempre più frantumato, ma ti rallegrerai per l’abbondanza dei frutti che porterà (pausa).

 

Preghiera Di Adorazione

Lettore: Aiutami, Signore, a tenere lo sguardo fisso su di te.

Tu sei l’incarnazione dell’amore divino, tu sei l’espressione dell’infinita misericordia di Dio, tu sei la manifestazione visibile della santità del Padre, tu sei bellezza, bontà, dolcezza, perdono e grazia.

Lettrice: In te si può trovare ogni cosa. Al di fuori di te nulla può essere trovato. Perché dovrei guardare altrove o andare altrove?

Tutti: Tu hai parole di vita eterna, / tu sei cibo e bevanda, / tu sei la luce che risplende nelle tenebre, / la lampada sul lucerniere, / la casa posta sul monte. / Tu sei la perfetta icona di Dio. / In te e attraverso te posso vedere il Padre, / e con te posso trovare la via verso di Lui. / O santo, o bello, o glorioso, / sei il mio Signore, il mio Salvatore, / il mio Redentore, la mia Guida, / il mio Consolatore, il mio Conforto, / la mia Speranza, / la mia Gioia e la mia Pace. / A te voglio dare tutto ciò che sono.

Lettore: Fa’ che io sia generoso, che non sia avaro né esitante.

Lettrice: Fa’ che ti dia tutto: tutto ciò che ho, tutto ciò che penso, tutto ciò che faccio e che sento.

Tutti: Tutto è tuo, Signore. Accettalo, ti prego, e rendilo pienamente tuo. Amen.

Canto (scelto liberamente tra i canti della comunità)

 

 

 

Terzo Momento

Rimani con noi, Signore

Guida: Il dono dell’Eucaristia risplende in tutta la forza del suo mistero e nella potente eloquenza del segno del pane, segno di vita e di comunione. È il Papa a ricordarcelo con il suo magistero e con la testimonianza della sua vita e del suo apostolato. Ascoltiamolo nelle parole che lui ha consegnato alla Chiesa per questo anno dell’Eucaristia.

Lettore: Dalla Lettera Apostolica “Mane Nobiscum Domine” di Papa Giovanni Paolo II. L’Anno dell’Eucaristia nasce dallo stupore con cui la Chiesa si pone di fronte a questo grande Mistero. È uno stupore che non finisce di pervadere il mio animo. Sento come una grande grazia del ventisettesimo anno di ministero petrino il poter chiamare ora tutta la Chiesa a contemplare, a lodare, ad adorare in modo specialissimo questo ineffabile Sacramento. L’Anno dell’Eucaristia sia per tutti occasione preziosa per una rinnovata consapevolezza del tesoro incomparabile che Cristo ha affidato alla sua Chiesa. Sia stimolo ad una sua celebrazione più viva e sentita, dalla quale scaturisca un’esistenza cristiana trasformata dall’amore. Tante iniziative potranno essere realizzate in questa prospettiva…

Se il frutto di questo Anno fosse anche soltanto quello di ravvivare in tutte le comunità cristiane la celebrazione della Messa domenicale e di incrementare l’adorazione eucaristica, questo Anno di grazia avrebbe conseguito un risultato significativo. Buona cosa tuttavia è mirare in alto, non accontentandoci di misure mediocri, perché sappiamo di poter contare sempre sull’aiuto di Dio.

A voi, cari Confratelli nell’Episcopato, affido questo Anno. Voi, sacerdoti, che ogni giorno ripetete le parole della consacrazione e siete testimoni e annunciatori del grande miracolo di amore che avviene tra le vostre mani, lasciatevi interpellare dalla grazia di questo Anno speciale, celebrando ogni giorno la santa Messa con la gioia ed il fervore della prima volta e sostando volentieri in preghiera davanti al Tabernacolo. Sia un Anno di grazia per voi, diaconi, che siete da vicino coinvolti nel ministero della Parola e nel servizio dell’Altare. Anche voi, lettori, accoliti, ministri straordinari della comunione, abbiate coscienza viva del dono che vi viene fatto con i compiti a voi affidati in vista di una degna celebrazione dell’Eucaristia.

In particolare, mi rivolgo a voi, futuri sacerdoti: nella vita di Seminario cercate di fare esperienza di quanto è dolce non solo partecipare ogni giorno alla santa Messa, ma anche indugiare a lungo nel dialogo con Gesù

Eucaristia. Voi, consacrati e consacrate, chiamati dalla vostra stessa consacrazione a una contemplazione più prolungata, ricordate che Gesù nel Tabernacolo vi aspetta accanto a sé, per riversare nei vostri cuori quell’intima esperienza della sua amicizia che sola può dare senso e pienezza alla vostra vita. Voi tutti, fedeli, riscoprite il dono dell’Eucaristia come luce e forza per la vostra vita quotidiana nel mondo, nell’esercizio delle rispettive professioni e a contatto con le più diverse situazioni.

Riscopritelo soprattutto per vivere pienamente la bellezza e la missione della famiglia. Molto infine mi aspetto da voi, giovani, mentre vi rinnovo l’appuntamento per la Giornata Mondiale della Gioventù. Il tema prescelto – Siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2) – si presta in modo particolare a suggerirvi il giusto atteggiamento in cui vivere quest’anno eucaristico. Portate all’incontro con Gesù nascosto sotto i veli eucaristici tutto l’entusiasmo della vostra età, della vostra speranza, della vostra capacità di amare. Stanno davanti ai nostri occhi gli esempi dei Santi, che nell’Eucaristia hanno trovato l’alimento per il loro cammino di perfezione. Quante volte essi hanno versato lacrime di commozione nell’esperienza di così grande mistero ed hanno vissuto indicibili ore di gioia “sponsale” davanti al Sacramento dell’altare! Ci aiuti

soprattutto la Vergine Santa, che incarnò con l’intera sua esistenza la logica dell’Eucaristia. In questo Anno di grazia, sostenuta da Maria, la Chiesa trovi nuovo slancio per la sua missione e riconosca sempre di più nell’Eucaristia la fonte e il vertice di tutta la sua vita.

 

Riflessione 

Lettore: O Signore, ora che sono qui dinanzi a te, presente nel sacramento dell’altare, nel dono dell’Eucaristia, penso alle innumerevoli persone che non credono in te, a quanti soffrono per mancanza di pane, a quanti soffrono per mancanza di amore (pausa).

Lettore: Mentre io sono qui e godo del dono della tua presenza e della comunità che ti ama, ti adora, ti celebra e si prende cura di me, dinanzi a te sono consapevole della povertà fisica e spirituale di tanti altri esseri umani (pausa).

Lettore: La mia fede nella tua presenza, quando il pane viene spezzato, non è forse tesa ad andare oltre la piccola cerchia dei fratelli, verso la cerchia più ampia dell’umanità, ad alleviare per quanto possibile la sua sofferenza? (pausa).

Lettore: Se ti riconosco nel sacramento dell’Eucaristia, devo anche poterti riconoscere nei tanti uomini, donne e bambini affamati del tuo e del mio amore. Se non so tradurre la mia fede nella tua presenza in azione per il mondo, sono ancora una persona senza fede (pausa).

Lettore: Ti prego, perciò, Signore: rendi più profonda la mia fede nella tua presenza eucaristica e fa’ che questa fede fecondi la vita di molti (pausa).

Lettore: Riempi i miei giorni di amore per te e di passione per il tuo popolo che è il tuo Corpo sparso nel mondo, perché il tuo Sangue prezioso pulsi nelle vene della storia l’umanità intera creda che tu sei l’unico Salvatore del mondo (pausa).

 

Riflessione del Presidente 

Canto (scelto liberamente tra i canti della comunità)

 

Preghiera Di Adorazione

Presidente: Il Signore Gesù ci insegna che amare è donare la vita. Solo la fedeltà a questa fondamentale vocazione può darci la gioia dell’incontro con Lui e la pace nei rapporti con gli altri. Preghiamo per essere degni della nostra chiamata. 

Tutti: Rimani con noi, Signore.

Lettore: Ti preghiamo per il nostro Papa Giovanni Paolo

Lettrice: Il tempo che passa segna inesorabilmente la sua persona, ma la forza del tuo Spirito gli imprime energie nuove per il compimento della missione apostolica. Grazie per avercelo dato come padre e

conservacelo ancora come pastore e guida sicura per la tua Chiesa. Preghiamo.  Tutti: Rimani…

Lettore: Ti preghiamo per il nostro Vescovo… 

Lettrice: Tu, che gli hai affidato la cura di questa eletta Chiesa di…, ispira le sue azioni e accompagnale con il tuo aiuto perché sia per tutti i tuoi figli segno del tuo amore e della tua sollecitudine di Padre. Preghiamo. Tutti: Rimani…

Lettore: Ti preghiamo per il nostro parroco…, per tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i consacrati, i missionari e per le comunità loro affidate. 

Lettrice: Con la loro testimonianza di vita diffondano nel mondo il buon profumo di Cristo. Preghiamo. Tutti: Rimani…

Lettore: Ti preghiamo per la nostra comunità diocesana e per tutte le Chiese che sono in Italia. 

Lettrice: La celebrazione del prossimo Congresso Eucaristico faccia crescere tutti nel tuo amore. E ogni cristiano, contemplando la tua presenza nell’Eucaristia, si innamori sempre più di te e del tuo popolo. Preghiamo. Tutti: Rimani…

Lettore: Ti preghiamo per i giovani. 

Lettrice: Suscita nel loro cuore il desiderio di te perché prendano il largo sulla tua Parola. Riempili con il tuo Spirito di fortezza e di prudenza e siano capaci di scoprire la piena verità di sé e della loro vocazione. Preghiamo. Tutti: Rimani…

Lettore: Ti preghiamo per il mondo intero. 

Lettrice: Ogni donna e ogni uomo da te creati e amati, vivano il cammino della pace negli umili e semplici gesti quotidiani. E noi cristiani, loro fratelli, attratti irresistibilmente dal fascino della tua Presenza e nutriti dal tuo Corpo e dal tuo Sangue, possiamo essere per loro fermento di amore e di santità. Preghiamo. Tutti: Rimani…

Presidente: Dio onnipotente, creatore della luce e Signore dei giorni, quando il sole declina e la notte scende con la sua oscurità: rendi i nostri cuori come lampade ardenti affinché sappiamo attendere il tuo Giorno e discernere la luce nuova della Pasqua. Allora apparirà nella gloria il tuo Figlio unigenito, l’Agnello immolato, il vivente, il Signore del Giorno che non avrà tramonto. Egli ci attirerà tutti a sé nel regno eterno benedetto nei secoli dei secoli. 

Amen.

 

Benedizione Eucaristica (come di consueto)

 

Canto finale

 

La Veglia di preghiera è stata preparata dal CDV di Bari al quale va il nostro più vivo ringraziamento