N.02
Marzo/Aprile 2008

Prove tecniche di trasmissione…

Certamente non può essere nella memoria delle lettrici o dei lettori più giovani“Vocazioni”, ma per chi appartiene alla generazione degli anni ’70 e a scendere, ci sarà sicuramente un ricordo legato al guardare il monitor della TV in quegli anni… Era una televisione profondamente diversa da quella attuale, in cui compariva sul monitor il grande disco in bianco e nero con la scritta della RAI, per aiutare la messa a fuoco delle immagini, ma soprattutto era presente una videata con tante strisce di colori diversi, che segnalavano l’imminente passaggio dalla TV in bianco e nero a quella a colori.  Una realtà, oggi, data assolutamente per scontata, ma allora vissuta come una novità straordinaria. Nel monitor TV compariva ad intervalli frequenti la scritta: “Prove tecniche di trasmissione”.

Perdonate, cari amici e amiche di “Vocazioni”, questo ricordo che affonda le sue radici nella “memoria affettiva” di quegli anni, ma mi è utile per esprimere in maniera adeguata il senso e i contenuti di questo numero della rivista.

In esso sono riportati gli ATTI DEL CONVEGNO NAZIONALE che si è svolto a Roma dal 3 al 5 gennaio 2008. Un Convegno che ha cercato di mettere al centro della proposta e della comune riflessione il tema della “missionarietà”, così come il Papa Benedetto XVI ci invita a fare con il prossimo messaggio per la GMPV del 13 aprile 2008: “L’annuncio e la proposta vocazionale nella Chiesa-missione. Come?”

All’inizio del Convegno sentivo il bisogno di esprimermi così: Il Messaggio del Papa sembra fatto apposta per interpretare, alla luce della esperienza di S. Giuseppe, il senso profondo della comune missionarietà dell’amore, che chiede una “full immersion” alle nostre vite…

«Da sempre nella Chiesa ci sono poi non pochi uomini e donne che, mossi dall’azione dello Spirito Santo, scelgono di vivere il Vangelo in modo radicale… Di loro, il Servo di Dio Paolo VI ebbe a dire: “Grazie alla loro consacrazione religiosa, essi sono per eccellenza volontari e liberi per lasciare tutto e per andare ad annunziare il Vangelo fino ai confini del mondo. Essi sono intraprendenti, e il loro apostolato è spesso contrassegnato da un’originalità e una genialità che costringono all’ammirazione. Sono generosi: li si trova spesso agli avamposti della missione, ed assumono i più grandi rischi per la loro salute e per la loro stessa vita. Sì, veramente, la Chiesa deve molto a loro” (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 69)».

La connotazione “missionaria” d’ogni vocazione e d’ogni scelta di vita è stata ampiamente focalizzata e sollecitata nelle proposte del Convegno, che troverete riportate in questo numero di “Vocazioni”. Mons. Domenico Sigalini ci ha aiutato a cogliere l’identikit del giovane oggi, per aiutarlo a raccogliere la sfida di una scelta che lo porta a decentrarsi e a… scegliere; cosa assolutamente non facile per la cultura attuale! Sr. Elena Bosetti, attraverso una lectio biblica della chiamata dei 4 discepoli, (Gv 1,35-51), ci ha aiutato a cogliere la forza della “testimonianza vocazionale” per incontrare il fascino del volto di Gesù. Don Franco Marton, con uno stile assolutamente sobrio ma incisivo (leggere per credere…), ci ha donato un colpo d’ala per cogliere il potenziale “missionario e vocazionale” delle nostre comunità cristiane. P. Amedeo Cencini, con la solita straordinaria maestria, ha posto i paletti di un itinerario pedagogico di educazione e crescita della missionarietà, solcando la scia luminosa dei “testimoni della missione” nella Chiesa. Ed infine la “tavola rotonda” con una coppia di fidanzati, Erica e Christian, ed una coppia di sposi, Raffaella e Franco, ci ha proposto una volta di più l’importanza della sensibilità della coppia e della famiglia ai temi vocazionali.

Ecco, il Convegno (e gli Atti che lo ripropongono), rappresentano proprio le “prove tecniche di trasmissione” a cui mi riferivo. Nel documento “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, al numero 51, i nostri Vescovi ci suggeriscono un’assoluta priorità per annunciare la vocazione oggi:

“Ci pare opportuno chiedere per gli anni a venire un’attenzione particolare ai giovani e alla famiglia. Questo è l’impegno che affidiamo e raccomandiamo alla comunità cristiana. (…) In questa direzione, avvertiamo la necessità di favorire un maggiore coordinamento tra la pastorale giovanile, quella familiare e quella vocazionale: il tema della vocazione è, infatti, del tutto centrale per la vita di un giovane. Dobbiamo far sì che ciascuno giunga a discernere la «forma di vita» in cui è chiamato a spendere tutta la propria libertà e creatività: allora sarà possibile valorizzare energie e tesori preziosi. Per ciascuno, infatti, la fede si traduce in vocazione e sequela del Signore Gesù.”  Queste sono le nostre…“prove tecniche di trasmissione”: sarà una priorità assoluta per il nostro cammino futuro, sia del CNV sia dei CDV nelle chiese locali, far interagire e dialogare tra loro queste tre realtà fondamentali: la pastorale vocazionale, la pastorale giovanile e quella familiare. È un desiderio, è un auspicio, ma è anche una precisa scelta di rotta su cui puntare il timone della nostra navigazione. Buona lettura a tutti!