N.04
Luglio/Agosto 2012
Studi /

Vivere in questo momento della storia senza lasciarsi paralizzare da nessuna avversità.

Si può fare... 4

  1. Il mondo: un arcipelago con tanti centri

Il mondo di oggi è un arcipelago con tanti centri. Così lo ha definito Hans Ulrich Obrist condirettore della Serpentine Gallery di Londra. È finita l’epoca nella quale tutto gravitava tra il nord e il sud dell’Europa, ma è anche finita la stagione in cui l’avanguardia si spostava da Parigi a New York. Viviamo invece in un mondo sempre più creativo ed accelerato, che, da San Paolo e Rio de Janeiro rimbalza a Los Angeles e a Chicago, ma poi spunta con più forza a Shanghai e Pechino e di qui a Seul, Tokio, Giacarta, Manila e Nuova Delhi. Eccolo, contemporaneamente, in Africa a Tangeri e Marrakech. Sfreccia di corsa a Londra, Parigi, Berlino, Torino, Milano e Roma; di qui a Lisbona, Varsavia e Praga. In questo modo non abbiamo più una sola logica ed un modo di pensare e progettare la vita continentale, ma c’è un pullulare di tanti centri culturali, ognuno diverso e con la stessa potenza di espressione e di presentazione alla ribalta della storia. Un’enorme ricchezza di possibilità, di scambi di idee e realizzazioni, di creatività, di mode e di nuovi modi di vivere. Contemporaneamente e come conseguenza dobbiamo riconoscere che siamo in una nuova Torre di Babele, che gli uomini si stanno costruendo gli uni contro gli altri e tutti insieme magari contro Dio, incapaci di capirsi e di operare insieme, sia in un rapporto dialogico fra le generazioni, sia nella collaborazione a tutti i livelli. Questo pullulare policentrico ha trasformato profondamente la società con un grande cambiamento di mentalità fra le persone e che, in troppi casi, è diventato un confuso relativismo etico, che priva di qualsiasi bussola di orientamento; per di più con un appiattimento generalizzato causato dalla cura intensiva di internet, a cui si è sottoposta la gran massa delle persone, navigando con il proprio PC.

Tutti possono conoscere ogni cosa, tutto e subito, ma si tratta per lo più di nozioni pensate da altri ed in minima parte elaborate da se stessi. E, così, alla fine, si rimane intrappolati in una dimensione banalmente orizzontale, in cui ottieni tante risposte sul “come”, ma quasi mai sui “perché”, quelli che aprono ai grandi interrogativi del senso della vita e di tutto ciò che esiste. Se a tutto questo aggiungiamo il circolo vizioso di un’economia che mette le persone e le istituzioni alle corde, il quadro si fa pesantissimo e il mondo sembra davvero invivibile.

Una crisi che si sta portando via le speranze soprattutto dei giovani, che credevano nel futuro, che avevano provato a costruirlo e ora devono ricominciare tutto da capo. Di conseguenza la tentazione immediata è quella di scappare da questo blocco e le forme di evasione a portata di mano e di portafoglio sono numerose, dallo sballo delle droghe leggere o pesanti, all’annebbiarsi il cervello con l’alcool, a perdere la testa nelle slot machines, al costruirsi una second life. Un tentativo drammatico di lasciare la realtà fuori e cercare di stare bene chissà dove.

 

  1. Fuggire o vivere qui e ora?

La risposta più comune, quando un ragazzo o un giovane (forse non solo loro) si dà alla fuga in quelle svariate forme di evasione che dicevamo è: «Così, tanto per provare!…». Ma, ad insistere su un perché più profondo, ti spara: «Per stare in pace con me stesso!». Ecco, è proprio qui il punto. Il mondo resta fuori, non si sente più nulla e ci si crede in pace con se stessi. Essere in pace con se stessi è davvero l’esigenza di tutti, perché, senza una qualche forma di pace vera o fittizia, non si può resistere a lungo nel sistema di stress sociale nel quale viviamo. Ma cos’è questa pace? È solo stare protetti, almeno un po’, da tutto un insieme contemporaneo, che ci frantuma dentro in mille pezzi con tanti messaggi e proposte, in mezzo alle quali non ci si riesce più a raccapezzare? Quindi, la pace è sinonimo di starsene a galleggiare nel nulla, come assenza di problemi da affrontare e come possibilità di non dover decidere né da che parte stare né, tanto meno, di impegnarsi in qualche cosa? Insomma, una pace che chiude in se stessi, come in un mulinello che ti comprime l’esistenza verso il fondo del non senso e finisce quando finisce lo spinello o l’effetto di qualche altra droga, la bottiglia, la partita o l’avventura sullo schermo della slot o di un viaggio virtuale in chissà quale parte recondita dell’universo. Ma questa è piuttosto una pace narcotizzata, che ti strappa la vita a pezzi.

Una cosa è certa: se si vuole scansare o rimuovere la vita con i suoi problemi oppure fuggire dall’esserci qui e ora, si sta cercando rifugio in qualche droga, non importa quale.

E allora, che cos’è e dov’è la vera pace?

La pace si deve cercare dove c’è la possibilità di nascere nuovi ogni giorno, dove c’è libertà interiore ed armonia tra le varie componenti della propria persona. Dove pulsa una vita così, qui c’è Dio. È Lui la pace vera; solo Lui ti dà la pace, quella vera, che non consiste nello svuotamento nel nulla, ma nell’essere abitati dalla sua presenza, per potere, insieme con Lui, affrontare in maniera coraggiosa ed appassionante i problemi, le preoccupazioni, le speranze e le attese personali, quelle del mondo e della società in cui si vive.

Una pace questa che ti carica di energie, di creatività e di sicurezza, per camminare a schiena dritta nella vita. E Gesù, dall’interno del tuo cuore, ti offre una pace che è mitezza, che è incoraggiamento e al contempo sfida. Sfida ad affrontare la realtà di tutti i giorni: bella e brutta insieme; affascinante e deludente; piena di prospettive, ma divoratrice di tante speranze. Insomma, un mostro da domare?

Non proprio. Ci sono tante cose belle nella società e nel mondo, ma certo la valanga delle difficoltà e dei problemi sembra travolgere tutto. Affrontare come? Non con le magie di Harry Potter, bensì con l’esperienza della pace del cuore, questo diamante luminosissimo, che rende anche te mite, coraggioso e sfidante.

 

  1. Da dove partire?

Dunque, non ci sono scappatoie di fronte al vivere questo momento della storia: o fuggi oppure l’attraversi senza lasciarti paralizzare da nessuna avversità. La scelta dipende da te. Ma come si fa ad affrontare questo tempo senza fuggire, anzi attraversandolo nel bel mezzo, anche se sembra una giungla impenetrabile zeppa di pericoli appostati ovunque? Il segreto è affidarsi al Signore Gesù, che ti riempie della sua pace, fatta di mitezza, incoraggiamento e di sfida. Tuttavia, per poterlo fare in modo efficace, mi sembrano utili tre esercizi di riscaldamento; te li indica nientemeno che Alex Del Piero, raccontando la sua esperienza di come ha fatto per diventare un grande campione1. Mi sembrano interessanti anche per chiunque voglia attraversare questo momento della storia da campione e non bloccato e schiacciato dagli eventi come un mollusco.

  1. Per stare bene bisogna saper rallentare. Sappi prendere del tempo per te e fermare la tua corsa impazzita nel mulinello travolgente di oggi. Prendi le distanze e fa’ molte pause per riflettere sulle cose che vivi, che scegli, che stai facendo.
  2. Sappi che la lealtà è un investimento a lungo termine. La lealtà con la tua esistenza e con quella degli altri non è mai una scorciatoia. Questa può sembrare a prima vista una furbata, ma è sempre scorretta e, alla fine, ci perdi comunque. La grande e bella riuscita della vita non è mai improvvisata, ma è sempre frutto di un lungo cammino di impegno e di costanza.
  3. La vita o è stile oppure è errore. Avere stile nella vita non è fare una passerella di moda, per muoversi con eleganza e suscitare ammirazione. Non è nemmeno darsi delle arie come il bullo della situazione. Il vero stile non è apparenza, ma sostanza. Lo stile è il messaggio che comunichiamo ogni giorno con la nostra vita e con la coerenza con quello che siamo e quello che vogliamo diventare secondo un progetto più grande di noi, pensato da Dio. Quindi, ti deve interessare lo stile che s’incarna in tutto ciò che fai e nella voglia di essere domani migliore di oggi.

 

Ti auguro di scattare anche tu, lasciandoti alle spalle tutte le trappole che vorrebbero convincerti che è meglio fuggire che vivere.

 

LABORATORIO

Sei fuggitivo o sfidante?

Prova a misurarti con questo test e prova a darti la seguente valutazione:

5 = molto; 3 = abbastanza; 1 = poco o nulla.