N.06
Novembre/Dicembre 2018

Una Chiesa audace e creativa

Audentes fortuna iuvat. Una declinazione decisamente più biblica dell’espressione di Virgilio mi sembra di poter riconoscere nell’esortazione paolina che invita ad annunciare la Parola, ad insistere al momento opportuno o meno opportuno, ad esortare con larghezza d’animo (cf. 2Tim 4,2) perché mossi da quel coraggio di chi è mosso da quella sicurezza di sé – l’audacia, appunto – che nel nostro caso non viene da noi, ma dalla Parola stessa che abbiamo da annunciare. Sembra di sentire l’invito di Gesù rivolto a Pietro: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca» (Lc 5,4). È la parola risuonata a conclusione del grande giubileo del Duemila «che ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8)» (Giovanni Paolo II, Novo Millenno Ineunte, 1).

 

È interessante questo imperativo che si coniuga prima al singolare e poi al plurale. C’è il compito di Pietro e la collaborazione degli apostoli: è lui a prendere il largo, ad andare dove l’acqua è profonda, ad allontanarsi dalla riva ma sono anche gli altri che devono calare le reti perché la salvezza, l’opera di Dio è da compiersi insieme. «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del ‘si è sempre fatto così’. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità […]. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale» (Francesco, Evangelii Gaudium, 33). Audacia e creatività sono disposizioni da coltivare personalmente e si infiammano soltanto nel rimanere a contatto con il tizzone incandescente della Parola di vita e nel fuoco della carità; acquistano fecondità duratura purificandosi nel crogiolo della comunione, in quel processo talvolta lento e sempre faticoso della vera condivisione della vita.

«Purtroppo, in alcune parti del mondo i giovani stanno lascian- do la Chiesa in gran numero. Capire i motivi di questo fenomeno è cruciale per andare avanti. […] I giovani desiderano vedere una Chiesa che sia una prova vivente di ciò che insegna e testimoni l’autenticità della strada verso la santità; sapere che i modelli di fede sono sia autentici che vulnerabili fa sentire anche i giovani liberi di essere tali» (Assemblea Presinodale, 18-24 marzo 2018). Audaci e creativi, allora! Spinti dal coraggio di credere che il braccio del Signore non si è rattrappito e che se è capace di cavare figli di Abramo dalle pietre saprà rendere anche le nostre comunità luoghi rinnovati di Vangelo. Con la nostra risposta più o meno generosa, perché ‘vocazione’ non riguarda soltanto il suo sorgere, ma tutta la vita.