N.03
Maggio/Giugno 2023

Celibato

Il celibato porta nella sua radice la nostalgia del cielo e si tesse attorno ad uno sguardo proiettato in avanti, a quel desiderio del cuore teso a riconoscere la promessa futura nascosta nel presente, della quale ci si può innamorare e mettersi a servizio, spendere la vita. Il celibato è una direzione dell’amore, non alternativo ma complementare alla nuzialità; entrambi trovano la propria radice nell’essere condotti al di là di se stessi, verso l’altro alla ricerca della cura e del bene dell’amato (cf. Benedetto XVI, Deus caritas est, 5). «In questo senso, il celibato è un’anticipazione. Trascendiamo questo tempo e andiamo avanti e così ‘tiriamo’ noi stessi e il nostro tempo verso il mondo della resurrezione, verso la novità di Cristo, verso la nuova e vera vita […]. Un grande problema della cristianità del mondo di oggi è che non si pensa più al futuro di Dio: sembra sufficiente solo il presente di questo mondo […]. Il senso del celibato come anticipazione del futuro è proprio aprire [le] porte, rendere più grande il mondo, mostrare la realtà del futuro che va vissuto da noi come già presente» (Benedetto XVI, Veglia in occasione dell’incontro internazionale dei sacerdoti, 10 giugno 2010). 

Il futuro cui spesso facciamo intendere – cui anche noi ci riferiamo nell’annuncio vocazionale – è sempre legato allo spazio e al tempo, riguarda il domani della storia intesa nella sua linearità diacronica ma difficilmente considera il Regno di Dio che non solo che è venuto e verrà ma anche che viene. Dimentichiamo, in altre parole, la dimensione escatologica di quell’Ultimo che è il Principio e che non solo si manifesterà alla fine dei tempi ma che si manifesta nell’oggi della Salvezza. 

In questo senso, il celibato – non solo dei presbiteri e dei vescovi ma anche dei consacrati e delle consacrate, dei laici che vivono per scelta questa condizione nel mondo – mi sembra un annuncio assai fecondo per la vita della Chiesa e di tutti. «Crediamo realmente che Dio c’è, che Dio c’entra nella mia vita, che posso fondare la mia vita su Cristo, sulla vita futura […]. Con la vita escatologica del celibato, il mondo futuro di Dio entra nelle realtà del nostro tempo» (Benedetto XVI, Idem).