N.06
Novembre/Dicembre 2023

La memoria è nell’aria – Attività Laboratoriali

 

 

Premessa

L’attività educativa qui presentata s’ispira liberamente al progetto di fotografia contemporanea realizzato grazie alla collaborazione internazionale degli artisti Alessandro Laita e Chiaralice Rizzi, tra l’Italia e l’Albania. Il progetto, realizzato tra il 2019 e il 2021, successivamente entrato a far parte delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea MUFOCO di Cinisello Balsamo (MI), ha generato prima una ricerca e poi una mostra, a cura di Gabi Scardi direttore del Museo Nazionale di Fotografia Marubi di Scutari, in Albania. Gli artisti, da sempre interessati all’archivio fotografico albanese perché raccoglie centinaia di fotografie di ritratti di persone e famiglie, hanno girato per tutto il paese alla ricerca della riproduzione delle fotografie delle persone ritratte. Infatti, l’archivio fotografico del museo nazionale, disponibile in versione digitale online, da pochi anni ha garantito ai/alle cittadini albanesi di ritrovare tantissime fotografie di membri della propria famiglia che, durante gli anni della dittatura, erano state distrutte per proteggersi da eventuali ritorsioni del regime sulla famiglia, in caso di arresto di uno dei membri. Ritrovare le foto ha significato riportare la memoria delle storie di famiglia a circolare nell’aria. Le foto sono state dunque stampate e appese non solo in casa, ma anche nei negozi di famiglia e le persone più anziane hanno potuto raccontare finalmente la loro vita attraverso le immagini. I giovani sono diventati così eredi delle storie di famiglia. 

La mia partecipazione alla presentazione del progetto a MUFOCO, l’incontro con gli artisti, disponibili a rispondere alle mie domande, e il dialogo che intrattengo da tempo con la responsabile dei progetti educativi del museo Diletta Zannelli, mi hanno permesso di individuare la valenza educativa della mostra e di pensare a come poterne trarre ispirazione per progettare un laboratorio educativo con i giovani e con gli adulti di generazioni diverse allo scopo di riflettere sull’importanza del paesaggio. 

Vi invito a prendere visione del sito che descrive il progetto perché fornisce indicazioni preziose per la realizzazione del laboratorio ad esso ispirato.

Nel corso di questi anni, ho già dedicato un LABS alla creazione di un laboratorio ispirato a un progetto fotografico di MUFOCO. Se siete interessati a creare un altro laboratorio con le immagini, vista la loro importanza inconsapevole nella vita quotidiana dei ragazzi e delle ragazze che necessita di una riflessione, suggerisco di (ri)leggere l’attività proposta nel LABS numero 1 del 2021.

Inoltre, per approfondire il tema della valenza educativa dell’arte visiva in ottica partecipativa e in particolare per la conoscenza consapevole dell’uso delle immagini, suggerisco la lettura di un articolo che ho scritto insieme alla responsabile educativa di MUFOCO. L’articolo intitolato “Il museo come luogo per ritrovarsi. Dalla competenza alla consapevolezza attraverso il corpo e la bellezza” è stato pubblicato sulla rivista italiana Roots & Routes ed è consultabile gratuitamente.

 

Fare esperienza

Coinvolgere un gruppo di giovani e di adulti a partecipare al laboratorio che si svolgerà in due incontri. Nel primo incontro di presentazione del progetto e di conoscenza/ingaggio delle/dei partecipanti occorre:

 – Presentare brevemente il laboratorio che intende riflettere, in modo curioso, su come le foto di famiglia rappresentino un’opportunità per conoscere le storie e le esperienze di vita delle persone che vivono nella nostra comunità.

 – Invitare le/i partecipanti a coinvolgere nel progetto almeno un’altra persona di età diversa dalla propria. L’invito è a coinvolgere partecipanti di generazioni diverse, in particolare segnalo l’importanza di coinvolgere giovani sotto i 25 anni e adulti sopra i 65 (es. nipoti e nonni) al fine di poter creare un dialogo tra memorie, ricordi ed esperienze tra passato e presente.

 – Concordare con le/i partecipanti protagonisti del laboratorio un tempo per incontrare in autonomia la persona anziana da coinvolgere e per fare in modo che scelga una fotografia di famiglia da portare al secondo incontro in presenza. 

 – Fissare una data per ritrovarsi di nuovo tutti insieme, anche con le/gli anziani, portando le foto sul cellulare (e se possibile inviarle anche all’indirizzo mail di uno dei conduttori/trici del laboratorio prima del II incontro).

 

Celebrare la bellezza

Il secondo incontro ha l’obiettivo di generare uno scambio tra i/le partecipanti per raccogliere, registrandolo, l’audio del racconto della storia di famiglia collegato alla fotografia portata all’incontro dal partecipante più anziano/a. La condivisione creerà il desiderio di una conoscenza tra le due persone perché generalmente i giovani non parlano con le/gli anziani esterni alla loro famiglia anche se riconoscono un ruolo significativo nelle loro vite rappresentato dalle persone anziane della loro famiglia. In Italia tutte le ricerche contemporanee di pedagogia della famiglia mostrano l’importanza, infatti, sia delle relazioni dei giovani con i nonni e le nonne quanto l’assenza di un dialogo autentico con le figure adulte siano essi i genitori o gli/le insegnanti. 

Dopo un momento di benvenuto, necessario a formare un clima dove le persone si sentano a loro agio, per prima cosa le/i conduttrici /conduttori del laboratorio inviteranno ciascuna/o delle coppie di partecipanti – giovane + anziano/a da lui/lei invitato/a, a trovare un posto appartato per guardare la foto e poi iniziare la registrazione audio del racconto relativo all’immagine. Le domande evocative guida per la condivisione del racconto sono: Se una alla volta le persone nella fotografia potessero parlare cosa racconterebbero della loro vita? Quali passioni, desideri lo/la animano? Con quali dubbio, domande, incertezze è alle prese? Quali eventi hanno segnato la sua vita? Quali gioie? Quali dolori? 

Non è importante essere sistematici, ma occorre avere in mente che ogni vita può insegnarci qualcosa. Cosa possiamo imparare da questa storia? Cerchiamo di non essere moralistici: non stiamo cercando cosa è il bene o cosa è il male, ma stiamo guardano alla luce, alle penombre e alle ombre che appartengono alla vita di ciascuno/a. 

(Tempo per la condivisione della storia 30 minuti)

 

Comprendere e teorizzare

Dopo la condivisione in coppia le/i conduttori inviteranno le/i partecipanti a ritrovarsi nel gruppo allargato per parlare liberamente dell’esperienza appena fatta. L’obiettivo è far emergere le differenze e la complessità per riflettere sui temi della memoria di famiglia e sul senso di apparenza alla comunità della quale facciamo parte. Valore aggiunto sarà la presenza di persone di età diverse che possono chiedersi che valore può avere conoscere le storie dei nostri e delle nostre anziane. 

 

Agire deliberatamente

Per concludere l’incontro occorre rilanciare le riflessioni tra i/le partecipanti per proporre loro l’idea di creare una mostra con le foto e gli audio racconti prodotti. La mostra The memory of air presentava infatti una selezione di sole dieci fotografie con dei frammenti di audio dei racconti. Pur non avendo le competenze artistiche, non è però impossibile ipotizzare di creare qualcosa di simile, ovvero di liberamente ispirato al progetto di ricerca degli artisti, con l’obiettivo non tanto di fare appunto una mostra che richiede competenze specifiche, ma una serata di condivisione di storie con voci e immagini capaci di generare un senso di comunità e di appartenenza di cui spesso avvertiamo la mancanza. 

 

 

Se hai trovato interessanti queste attività, leggi anche l’articolo La memoria è nell’aria a cura della stessa autrice.