N.06
Novembre/Dicembre 2001

Dai volto all’Amore!

Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: Domenica 21 Aprile 2002! Appuntamento tanto atteso e desiderato! Appuntamento che diventa significativo e prezioso in proporzione a quanto, attentamente e profondamente è preparato! Anche quest’anno i sussidi predisposti dal CNV, in vista della Giornata e destinati ad animare il cammino di preparazione, la Celebrazione e la Risonanza della Giornata stessa, sono pronti in occasione del Convegno Nazionale del CNV ai primi di Gennaio. Ciò consente di avere davanti a noi il tempo necessario per utilizzarli al meglio e nelle più svariate occasioni, che la fantasia creativa dei nostri Centri e dei nostri animatori sapranno programmare ed utilizzare. Com’è tradizione, l’editoriale del n. 6 veicola la necessaria spiegazione del manifesto della GMPV – secondo le indicazioni che provengono dall’autrice, Suor Nazarena delle Apostoline, alla quale va il nostro più vivo ringraziamento – e, a partire da quest’anno, il testo integrale del messaggio del Santo Padre per la Giornata che il lettore trova immediatamente di seguito.

 

 

La vocazione alla santità

Messaggio del Papa per la XXXIX GMPV (21 Aprile 2002) 

 

Venerati Fratelli nell’Episcopato, carissimi Fratelli e Sorelle!

1. A voi tutti “diletti da Dio e santi per vocazione, grazia e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo” (Rm 1,7). Queste parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma ci introducono nel tema della prossima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: “La vocazione alla santità”. La santità! Ecco la grazia e la meta di ogni credente, secondo quanto ci ricorda il Libro del Levitico: “Siate santi, perché io il Signore, Dio vostro, sono santo” (19,2).

Nella Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte ho invitato a porre “la programmazione pastorale nel segno della santità”, per “esprimere la convinzione che, se il Battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso l’inserimento in Cristo e l’inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale… È ora di riproporre a tutti con convinzione questa ‘misura alta’ della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione” (n. 31).

Compito primario della Chiesa è accompagnare i cristiani sulle vie della santità, affinché, illuminati dall’intelligenza della fede, imparino a conoscere e a contemplare il volto di Cristo e a riscoprire in Lui la propria autentica identità e la missione che il Signore affida a ciascuno. In tal modo essi vengono “edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore” (Ef 2-20-21).

La Chiesa raccoglie in sé tutte le vocazioni che Dio suscita tra i suoi figli e si configura essa stessa come luminoso riflesso del mistero della Santissima Trinità. Come “popolo adunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, essa porta in sé il mistero del Padre che chiama tutti a santificare il suo nome e a compiere la sua volontà; custodisce il mistero del Figlio che, mandato dal Padre ad annunciare il Regno di Dio, invita tutti alla sua sequela; è depositaria del mistero dello Spirito Santo che consacra per la missione quelli che il Padre ha scelto mediante il Figlio suo Gesù Cristo. Proprio perché la Comunità ecclesiale è il luogo dove si esprimono tutte le diverse vocazioni suscitate dal Signore, nel contesto della Giornata Mondiale, che avrà luogo il prossimo 21 aprile, IV domenica di Pasqua, si svolgerà il terzo Congresso continentale per le vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata in Nord America. Sono lieto di rivolgere ai promotori e ai partecipanti il mio beneaugurante saluto e di esprimere vivo compiacimento per un’iniziativa che affronta uno dei problemi nodali della Chiesa che è in America e della nuova evangelizzazione del Continente. Invito tutti a pregare, perché tale importante incontro possa suscitare un rinnovato impegno a servizio delle vocazioni e un più generoso entusiasmo tra i cristiani del “Nuovo Mondo”.

 

2. La Chiesa è “casa della santità” e la carità di Cristo, effusa dallo Spirito Santo, ne costituisce l’anima. In essa tutti i cristiani si aiutano reciprocamente a scoprire e realizzare la propria vocazione nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nell’assidua partecipazione ai Sacramenti e nella ricerca costante del volto di Cristo in ogni fratello. In tal modo ciascuno, secondo i propri doni, avanza sulla via della fede, tiene desta la speranza e opera mediante la carità (cfr. Lumen gentium, 41), mentre la Chiesa “rivela e rivive l’infinita ricchezza del mistero di Gesù Cristo” (Christifideles laici, 55) e fa sì che la santità di Dio entri in ogni stato e situazione di vita, perché, tutti i cristiani diventino operai della vigna del Signore ed edifichino il Corpo di Cristo. Se ogni vocazione nella Chiesa è al servizio della santità, alcune tuttavia, come la vocazione al ministero ordinato e alla vita consacrata, lo sono in modo del tutto singolare. È a queste vocazioni che invito tutti a guardare oggi con particolare attenzione, intensificando la loro preghiera per esse.

La vocazione al ministero ordinato “è essenzialmente una chiamata alla santità, nella forma che scaturisce dal sacramento dell’Ordine. La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto e umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; è amore alla Chiesa che è santa e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato” (Pastores dabo vobis, 33). Gesù chiama gli Apostoli “perché siano con lui” (Mc 3,14) in un’intimità privilegiata (cfr. Lc 8, 1-2; 22,28). Non solo li fa partecipi dei misteri dei Regno dei cieli (cfr. Mt 13, 16-18), ma s’attende loro una fedeltà più alta e consona al ministero apostolico a cui li chiama. Esige da essi una povertà più rigorosa (cfr. Mt 19, 22-23), l’umiltà del servo che si fa l’ultimo di tutti (cfr. Mt 20, 25-27). Domanda loro la fede nei poteri ricevuti (cfr. Mt 17, 19-21), la preghiera e il digiuno come strumenti efficaci di apostolato (cfr. Mc 9, 29) e il disinteresse: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, 8). Da loro attende la prudenza alleata alla semplicità e alla dirittura morale (cfr. Mt 10, 26-28) e l’abbandono alla Provvidenza (cfr. Lc 9, 1-3; 19, 22-23). Né deve mancare loro la consapevolezza delle responsabilità assunte, in quanto amministratori dei Sacramenti istituiti dal Maestro e operai della sua vigna (cfr. Lc 12, 43-48). 

La vita consacrata rivela l’intima natura di ogni vocazione cristiana alla santità e la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso Cristo “unico suo Sposo”. “La professione dei consigli evangelici è intimamente connessa col mistero di Cristo, avendo il compito di rendere in qualche modo presente la forma di vita che Egli prescelse, additandola come valore assoluto ed escatologico” (Vita Cconsecrata, 29). Le vocazioni a questi stati di vita sono doni preziosi e necessari che attestano come anche oggi la sequela di Cristo casto, povero e obbediente, la testimonianza del primato assoluto di Dio e il servizio all’umanità nello stile del Redentore rappresentino vie privilegiate verso una pienezza di vita spirituale. La scarsità di candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, che si registra in taluni odierni contesti, lungi dal condurre ad esigere meno e ad accontentarsi di una formazione e di una spiritualità mediocri, deve spingere piuttosto ad una maggiore attenzione alla selezione e alla formazione di quanti, una volta costituiti ministri e testimoni di Cristo, saranno chiamati a confermare con la santità della vita ciò che annunceranno e celebreranno.

 

3. È necessario porre in atto ogni mezzo perché le vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata, essenziali per la vita e la santità del Popolo di Dio, siano continuamente al centro della spiritualità, dell’azione pastorale e della preghiera dei fedeli.

I Vescovi e i presbiteri siano, per primi, i testimoni della santità del ministero ricevuto in dono. Con la vita e l’insegnamento mostrino la gioia di seguire Gesù, Buon Pastore, e l’efficacia rinnovatrice del mistero della sua Pasqua di redenzione. Rendano visibile con il loro esempio, in modo particolare alle giovani generazioni, l’entusiasmante avventura riservata a chi, sulle orme del Maestro Divino, sceglie di appartenere completamente a Dio e offre se stesso perché ogni uomo possa avere la vita in abbondanza (cfr. Gv 10, 10).

Consacrati e consacrate, che abitano “nel cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo per la sua missione” (Vita Consecrata, 3), mostrino che la loro esistenza è saldamente radicata in Cristo, che la vita religiosa è “casa e scuola di comunione” (Novo Millennio Ineunte, 43), che nel loro umile e fedele servizio all’uomo pulsa quella “fantasia della carità” (ibid., 50) che lo Spirito Santo mantiene sempre viva nella Chiesa. Non dimentichino che nell’amore alla contemplazione, nella gioia di servire i fratelli, nella castità vissuta per il Regno dei Cieli, nella generosa dedizione al proprio ministero sta la forza di ogni proposta vocazionale!

Un ruolo decisivo per il futuro delle vocazioni nella Chiesa sono chiamate a giocarlo le famiglie. La santità dell’amore sponsale, l’armonia della vita familiare, lo spirito di fede con cui si affrontano i quotidiani problemi della vita, l’apertura agli altri, soprattutto ai più poveri, la partecipazione alla vita della comunità cristiana costituiscono l’ambiente adeguato per l’ascolto della divina chiamata e per una generosa risposta da parte dei figli.

 

4. “Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9, 38; Lc 10, 2). In obbedienza al comando di Cristo, ogni Giornata Mondiale si caratterizza come momento di intensa preghiera, che coinvolge l’intera comunità cristiana in un’incessante e fervorosa invocazione a Dio per le vocazioni. Quanto è importante che le comunità cristiane diventino vere scuole di preghiera (cfr. Novo Millennio Ineunte, 33), capaci di educare al dialogo con Dio e di formare i fedeli ad aprirsi sempre più all’amore con cui il Padre “ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16)!

La preghiera coltivata e vissuta aiuterà a lasciarsi guidare dallo Spirito di Cristo per collaborare all’edificazione della Chiesa nella carità. In tale contesto, il discepolo cresce nel desiderio ardente che ogni uomo incontri Cristo e raggiunga la vera libertà dei figli di Dio. Tale desiderio condurrà il credente, sull’esempio di Maria, a rendersi disponibile nel pronunciare un “sì” pieno e generoso al Signore che chiama ad essere ministro della Parola, dei Sacramenti e della Carità, o segno vivente della vita casta, povera e obbediente di Cristo tra gli uomini del nostro tempo.

Il Padrone della messe non faccia mancare alla sua Chiesa numerose e sante vocazioni sacerdotali e religiose!

 

 

 

 

Preghiera del Santo Padre per le Vocazioni

 

Padre santo, guarda questa nostra umanità,

che muove i primi passi nel cammino del terzo millennio.

La sua vita è segnata ancora fortemente

dall’odio, dalla violenza, dall’oppressione,

ma la fame di giustizia, di verità e di grazia

trova ancora spazio nel cuore di tanti,

che attendono chi porti la salvezza,

operata da te per mezzo del tuo Figlio Gesù.

C’è bisogno di araldi coraggiosi del Vangelo,

di servi generosi dell’umanità sofferente.

Manda alla tua Chiesa, ti preghiamo,

presbiteri santi, che santifichino il tuo popolo

con gli strumenti della tua grazia.

Manda numerosi consacrati e consacrate,

che mostrino la tua santità in mezzo al mondo.

Manda nella tua vigna operai santi, che operino con l’ardore 

della carità e, spinti dal tuo Santo Spirito,

portino la salvezza di Cristo

fino agli estremi confini della terra. Amen.

 

 

 

 

La Parola che chiama

 

Il poster della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2002
presentato dall’autrice Maria de Luca (Sr. Nazarena)

 

Tu, io, tutti, siamo chiamati alla santità. Siamo “santi per vocazione”, come già scrive Paolo ai primi cristiani. E Gesù ci invita a “rallegrarci perché i nostri nomi sono scritti nel cielo”. Tutti chiamati perciò ad entrare nella santità infinita di Dio, a rivestirci di Lui, della sua Parola “viva ed efficace”, dove “si nasconde Lui stesso” (SAN NILO).

– NEL POSTER: il testo biblico – della Lettera di Paolo ai Romani (1, 5-7), che comprende anche lo slogan della Giornata – è impresso sulla persona, e vuole dire che la Parola di Dio oggi è rivolta proprio a noi: ci riguarda, ci interpella! Dobbiamo lasciare che essa ci raggiunga in profondità con la sua luce (espressa con un certo bagliore nel testo) e ci trasformi con la sua forza, fino a formare un tutt’uno con noi, per protenderci in avanti con serenità e coraggio (cfr. l’espressione del volto). La persona è giovane perché – pur essendo la Parola luce e guida nel cammino di tutta la vita, lo è particolarmente nel tempo delle grandi scelte, dei grandi “sì”. E viene anche spontaneo riferirsi a Maria, la Madre di Gesù e di tutte le vocazioni. “Maria è la tavola pura – scrive H. U. Von Balthasar – su cui il Padre per mezzo dello Spirito poté scrivere tutta la sua Parola”. Nella foto, c’è anche un richiamo, nel foulard della GMG del 2000, al forte invito di Giovanni Paolo II ai giovani ad “essere i santi del nuovo millennio”.

– La parola Amore è di vari colori: per esprimere qualcosa dell’infinita ricchezza dell’amore di Dio (che solo attraverso la risposta piena degli uomini e delle donne di tutti i tempi può in qualche misura essere espressa…). “Fatti a sua immagine e somiglianza”, possiamo dare volto al suo Amore: mettendo a disposizione il “nostro colore” – quello che Lui ha scelto per noi – fino a viverlo in pienezza, realizzando cioè la nostra specifica vocazione. Così, saremo santi (non importa se con aureola o senza); e, insieme a tanti volti di fratelli, saremo un riflesso della luce di Dio, come un diamante prezioso nelle Sue mani.