N.06
Novembre/Dicembre 2005

Tradizione – scuola e vocazione 

Missione specifica nelle nostre opere

– Tra le caratteristiche fondamentali delle nostre scuole è posto il primato dell’evangelizzazione, nel suo valore di vocazione e missione. Pertanto le scuole e i centri di formazione professionale intendono realizzare il modello di persona umana rivelata da Cristo; accompagnano i giovani che fanno la scelta della fede nel percorrere l’itinerario di vita da Lui proposta fino alla santità; sostengono nella realizzazione personale secondo il proprio progetto di vita i giovani che non sono pervenuti alla fede o che non intendono accoglierla (PEN 1.2 p. 16);

– non vogliamo separare mai l’attenzione educativa da quella pastorale: educhiamo evangelizzando, evangelizziamo educando, per integrare sviluppo umano e ideale cristiano; 

– la costruzione di “comunità” deve diventare il cuore dello sforzo di miglioramento di ogni scuola; i contenuti vengono appresi e i valori vengono comunicati non attraverso solenni enunciati, ma attraverso relazioni umane esistenzialmente autentiche.

– L’educazione è promozione delle capacità personali per vivere la vita in modo libero e responsabile nell’intreccio delle relazioni interpersonali e nel sociale e l’animazione è l’azione educativa che favorisce le persone affinché divengano esse stesse soggetti nell’educazione; 

– intendiamo agire sulla prevenzione affinché si moltiplichino e si curino la comunicazione, la collaborazione, le relazioni, la consapevolezza, la ricerca di senso, per favorire l’agio soprattutto attraverso la creazione di un clima/ambiente educativo

 

Aiutare a scoprire e vivere la propria vocazione favorendo il discernimento di vocazioni di speciale consacrazione è compito della PG; è una dimensione essenziale in ogni presenza, progetto o processo pastorale. Ogni religioso/presbitero è uno scopritore ed accompagnatore di vocazioni. È urgente avere un’attenzione speciale per generare all’interno delle scuole cattoliche una diffusa cultura vocazionale. Tale cultura, attraverso la socializzazione e l’educazione, permetterà ai ragazzi/giovani, di percepire l’onore della speciale attenzione che Dio ha per ciascuno di loro. 

Ovunque va creato quel clima che consenta ad ognuno di cogliere la bellezza del rapporto personale con Dio Amore. Questo clima, fatto di relazioni serene e di dialogo, di silenzio e di preghiera, di servizio e di perdono, di gioia e di disponibilità, di fermezza, disciplina e riconoscenza, potrà incoraggiare una risposta libera, responsabile e generosa a Dio che chiama ogni persona umana a valorizzare i talenti ricevuti e a dare frutto abbondante, oltre ogni mediocrità. 

Si tratta di: 

– favorire una visione della vita come dono e servizio, piuttosto che un desiderio eccessivo di realizzazione individuale volto unicamente ad essere qualcuno

– suggerire e sviluppare alcuni atteggiamenti umani ed evangelici fondamentali quali la capacità di gratuità e donazione, di relazione e dialogo, di collaborazione, condivisione e riconoscenza; 

– sostenere un’esistenza vissuta alla presenza del Signore, per cogliere la Sua volontà e vivere di conseguenza la vita non “per caso” ma “per vocazione”; 

– scegliere di vivere responsabilmente secondo un progetto di vita progressivamente compreso e attuato alla luce di un’autentica relazione con Dio, riconosciuto come unico Signore della vita. 

 

La nostra vocazione/missione ci pone proprio come fratelli, maestri e padri a fianco delle giovani generazioni per aiutarle a rispondere alla domanda più importante della vita: “Signore, cosa vuoi che io faccia?”. In questo campo sembra che si possa osare di più, nel fare proposte esplicite di consacrazione religiosa e presbiterale. Curare l’accompagnamento spirituale e il contatto personale con i giovani.

 

Sfide educative

Il contesto culturale in cui i giovani si trovano a vivere, esprime diverse modalità problematiche: 

– frammentazione che crea difficoltà alla costruzione della propria identità personale; 

– soggettivismo, relativismo nella cultura e secolarismo, che non favoriscono la sensibilità religiosa e la profondità spirituale; 

– cultura del possesso e del tornaconto personale, consumismo, che impediscono di cogliere il dono gratuito e il servizio al prossimo come atteggiamenti qualificanti; 

– crisi di identità di agenzie educative come famiglia e scuola che faticano a presentarsi come luogo di preparazione alla vita adulta; 

– sospensione di fronte alle scelte impegnative e/o definitive, ritardando le decisioni sul futuro della propria vita;

– edonismo, cultura del tutto e subito, fuga dagli impegni definitivi, indifferenza nei confronti dell’Istituzione Chiesa. 

 

* Le motivazioni delle famiglie e dei ragazzi/giovani non sempre coincidono con i veri obiettivi della scuola cattolica… 

* Il condizionamento economico… 

* La presenza di strutture grandi, nobili, gli spazi che si offrono stridono con la scelta di povertà… 

* La preoccupazione di rimanere con pochi allievi condiziona una proposta più coerente con la missione…

* Sintesi da operare: cultura e fede; professione e fede; fede e vita… 

* Ripensare seppure gradualmente l’assetto organizzativo delle scuole cattoliche attribuendo agli aspetti gestionali uguale dignità rispetto a quelli didattici ed educativi al fine di garantire un efficiente servizio scolastico… 

* La relazione insegnante – allievo all’interno del progetto della scuola… 

* La relazione insegnante – gruppo/ classe… 

* La relazione insegnante – famiglia… 

 

Nei dintorni dell’aula: gestire la prima accoglienza

La prima accoglienza in contesto scolastico 

“Accoglienza”, sostiene G. Generoso, “è la quotidianità dei rapporti che connotano il clima scolastico e che sono il presupposto per la conquista da parte di ciascun alunno di sicurezza e di autonomia”. La “prima accoglienza” in ambito scolastico è quindi è un concetto più ampio che riguarda: 

– la valorizzazione degli spazi informali (cortili, saloni, corridoi, …); 

– la centralità dei ragazzi come soggetti “pensati”, “cercati”… “attesi”… nella scuola; 

– la cura e la progettazione del tempo extrascolastico; 

– il coinvolgimento delle famiglie. 

– L’approccio alla prima accoglienza dei ragazzi è differente a seconda del tipo di scuola e le caratteristiche dell’accoglienza sono molto diverse in funzione delle varie fasce di età dei ragazzi. 

 

Quale stile nella gestione della prima accoglienza scolastica? 

Esistono alcuni elementi irrinunciabili dell’accoglienza in contesto scolastico, tra i quali possiamo individuare: 

– protagonismo giovanile e il coinvolgimento dei ragazzi nella gestione dei servizi di animazione scolastica, 

– coinvolgimento delle famiglie, 

– coinvolgimento della comunità educante scolastica, 

– investire sull’animazione, 

– la valorizzazione della comunicazione (bacheche, news, sito internet, riprese video). 

 

Progettare la prima accoglienza 

Tra i possibili passi per progettare “prima accoglienza” e “attività liberamente fruibili” è necessario considerare: 

1) Tempi: dell’accoglienza: l’ingresso del mattino, le ricreazioni, la pausa pranzo, la mensa, i tempi del doposcuola, le attività extrascolastiche. 

2) Luoghi: della accoglienza: corridoi, cortili, sale gioco, biblioteche, sale di espressione e di animazione. 

3) Ruolo dell’animatore/i scolastici: e il legame con la “comunità-educante” della scuola 

4) La progettazione: delle attività extrascolastiche: doposcuola, spazio giochi, sale di espressività, centro giovanile della scuola. 

5) I criteri di verifica: quali criteri di verifica dell’attività di prima accoglienza e delle attività liberamente fruibili. 

 

 

Per curare un’armonica maturazione cristiana individuiamo le seguenti aree

1- Area della maturità umana: per favorire la crescita personale verso un’esperienza di vita pienamente umana, capace di formare la propria identità personale e la propria coscienza, in armonia con se stessi e con gli altri, fino a compiere scelte responsabili e definitive. 

Individuare tutti quegli elementi che consentano al giovane di riconoscersi accolto in un ambiente che lo accompagna e lo abilita/allena a divenire protagonista del proprio percorso educativo. 

Ho scelto una scuola cattolica 

scuola e patto educativo 

Se è vero che ci sono voglio esserci davvero! 

consapevolezza della propria identità personale 

La mia storia 

autobiografia e senso della vita 

Il filo di Arianna 

percorso con figure educative (tutor) per imparare ad organizzare e verificare il proprio progetto di vita 

Ma i genitori che c’entrano? 

ascolto e comunicazione con i genitori 

Lasciatemi stare! 

dialoghiamo sulle regole 

L’alcool è buono e rende allegri 

incontro con gli Alcoolisti Anonimi 

Queste sostanze danno energia 

vita e sballo. 

 

 

2- Area dell’incontro con Gesù Cristo: per scoprire in Lui, uomo perfetto, il senso dell’esistenza umana individuale e sociale, riconoscendolo unico Signore della propria vita. 

Individuare tutti quegli elementi che consentono ai giovani aperti alla fede cristiana di sviluppare un itinerario di crescita progressiva verso Cristo; a coloro che sono di altre religioni di sperimentare un accompagnamento nella crescita della religiosità; di apertura al trascendente per tutti. 

I muri della mia scuola mi parlano di Dio 

struttura accogliente e propositiva 

Il Buongiorno 

un’occasione speciale da non perdere 

Ma che c’entra Dio con la Matematica? 

tutto il creato mi parla di Dio 

Ho imparato la Bibbia a scuola! 

il fascino della ricerca biblica 

Vado al Gruppo del Vangelo 

scuola di evangelizzazione 

Laboratori formativi 

teatro e video evangelici 

Hai un momento Dio? 

una scuola di preghiera… a scuola 

I tempi forti dell’anno liturgico 

un’occasione speciale di Catechesi 

Il peccato e la riconciliazione 

chi mi libererà? 

Eucaristia e Riconciliazione 

perché no? 

Professione di fede dei diciottenni 

la maturità della scelta di fede. 

 

 

3- Area dell’appartenenza ecclesiale: per incoraggiare il progressivo inserimento nella comunità dei credenti, aprendosi alla comunione e al servizio. 

Individuare tutti quegli elementi che consentono al giovane di ricevere un’esplicita proposta di Fede cristiana, la possibilità di vivere una significativa esperienza di gruppo ecclesiale, e di ricevere una forte testimonianza da parte di una Comunità di adulti che “in complicità”, sanno dare ragione della Speranza che è in loro (cfr. 1Pt 3,15). 

Testimonianze 

le ragioni della speranza che è in noi 

Ma perché tu credi in Dio? 

interviste a Docenti, Salesiani e Ospiti 

Invitiamo il Vescovo? (Parroco, Consiglio Pastorale) 

magistero e servizio 

La partenza 

una scelta di vita cristiana 

Esperienze di silenzio, meditazione, romitaggio, esercizi spirituali, incontro con il monachesimo di clausura… 

Sconfitta, limite, malattia, morte 

ascolto, riflessione e dialogo con persone significative e confronto con la Parola di Gesù. 

 

 

 

4- Area dell’impegno verso il Regno: per rispondere con la propria vita, al progetto d’amore di Dio che chiama ciascuno, con una vocazione specifica, a vivere per la trasformazione del mondo, percorrendo un cammino di educazione alla solidarietà e agli altri valori. 

Individuare tutti quegli elementi che consentono di favorire l’orientamento educativo e vocazionale riguardo: 

– alla vita affettivo-sessuale (stato di vita) 

– alla collocazione professionale (lavoro) 

– alla scelta socio-politica 

– al significato ultimo e totale dell’esistenza 

I segni dei tempi 

come ci parla Dio nei fatti della vita 

Tutti per uno 

volontariato e servizio alle persone svantaggiate 

Vocazione e vocazioni 

che ne faccio della mia vita? 

Perché hai lasciato la tua terra? 

scuola e immigrazione in città 

Apriamo gli occhi 

iniziative di solidarietà vicino a casa 

Un mondo possibile 

sprechi, ingiustizia e solidarietà 

Adottiamo… 

iniziative di sensibilizzazione e solidarietà verso povertà, solitudini, disabilità, anziani, sofferenza… 

Le scelte faro 

contagiare con il bene 

 

Laboratori di scrittura, sceneggiatura, canzoni, musical, video, teatro sociale, pittura, grafica, fumetti… per affrontare, accogliere e diffondere valori… GRUPPO DI LAVORO: 

– Quali provocazioni alla pastorale vocazionale giungono dal nostro ambito? 

– Che cosa annunciare ai giovani nell’ambito scolastico (i contenuti dell’annuncio)? 

– Come annunciare la vocazione testimoniando (quale metodo)? 

– A quali condizioni nella pastorale vocazionale della Chiesa locale (quali criteri, presupposti…)? 

– Quale testimonianza dei consacrati nell’ambito scolastico può essere vocazionalmente significativa, capace di suscitare domande/risposte vocazionali? 

 

 

 

 

Provocazioni che giungono dall’ambito scolastico

– Giungono nei nostri ambienti ragazzi e giovani 

* spesso molto distanti dall’ambito religioso e dal mondo ecclesiale; 

* poveri affettivamente e spiritualmente

* feriti negli affetti familiari frantumati e sempre più sballottati tra genitori divisi e nonni che si affiancano o sostituiscono i genitori; 

* desiderosi di ricevere accoglienza, ascolto, risposte certe alla ricerca di senso nella vita; di essere valorizzati e inseriti in un clima sereno; 

 

– crescita di indifferenza e solitudine anche nelle fasce più giovani; 

* insufficienti motivazioni valoriali delle famiglie che inseriscono i figli nelle nostre scuole;

* richiesta sempre più esplicita di dolcezza e comprensione; 

* di disponibilità e capacità di condividere il tempo

* gli alunni, anche quando sembrano distratti, superficiali o piccoli osservano attentamente e criticamente tutto ciò che facciamo, facendo emergere le nostre contraddizioni. 

 

Atteggiamenti vocazionalmente significativi

– Particolare attenzione ad una accoglienza che valorizzi tutti gli ambiti della scuola (non solo le aule ma cortili, corridoi, mensa, luoghi di animazione…) e sia capace di generare relazioni educative significative e sia permanente, accompagnata da momenti specifici di ascolto e di sostegno; 

– coinvolgimento e formazione delle famiglie per una educazione integrale dei ragazzi; 

– cura dell’Offerta Formativa, attenta anche agli ambiti spirituali e di educazione alla fede; 

– valorizzazione della presenza dei ragazzi: trascorrono molte ore nelle nostre opere; 

– cura delle relazioni affinché i ragazzi possano percepire di essere considerati davvero preziosi e trattati per quello che diciamo essi siano: figli di Dio; 

– cura e valorizzazione di tempi e spazi di silenzio, ascolto, preghiera, dialogo, accompagnamento spirituale, ritiro; 

 – coinvolgimento in esperienze ecclesiali forti

– educazione al servizio e alla disponibilità; 

– attenzione a generare nella scuola una diffusa cultura vocazionale; 

– urgente bisogno di rallentare l’eccessiva corsa determinata dal sovraccarico di impegni, responsabilità e urgenze per favorire atteggiamenti di ascolto, pazienza, sorriso e testimonianza di serenità e di gioia;

– favorire non solo la testimonianza personale, ma quella di un’intera comunità che sappia esprimere complicità nel bene, benevolenza, ambiente capace di parlare bene gli uni degli altri così da consentire agli alunni di sentirsi immersi in un clima di autentica famiglia; 

– avere il coraggio di passare le consegne ai laici, previa una solida formazione carismatica; 

– tale formazione carismatica si presenta sempre più urgente per i docenti e anche per le famiglie degli alunni.