N.05
Settembre/Ottobre 2006

“Quando la comunità cristiana diviene comunità chiamante”. Lovanio 2006

Dal 29 giugno al 2 luglio si è celebrato il Convegno degli Incaricati Nazionali per la pastorale vocazionale promosso dalla European Vocation Service (EVS) a cui hanno partecipato 63 membri in rappresentanza di 19 Paesi. Per il nostro CNV erano presenti: Caterina Brunetto, p. Raffaele Sacco, don Roberto Bizzarri. Il tema del Convegno era: “Quando la comunità cristiana diviene comunità chiamante”. Il cuore della riflessione è stato affidato al prof. P. Amedeo Cencini. Il Convegno si è svolto in Belgio presso il centro “La Foresta” a Vaalbeek (Lovanio). Un ampio spazio è stato dedicato alla presentazione dei singoli Centri Nazionali, ai quali è stato chiesto di sottolineare luci e ombre della Pastorale Vocazionale. Sono emersi alcuni motivi di gioia come la grande vivacità di iniziative che vanno dall’animazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, alla presenza nei mass-media, dall’accompagnamento personale alla presenza in internet etc.; questa vivacità è presente sia nei Centri Nazionali di lunga tradizione che in quelli che hanno iniziato il loro cammino recentemente. 

Sono emersi anche dei nodi problematici che sono riconducibili a due prospettive problematiche di fondo: la prima è la prospettiva socio-culturale segnata dalla crisi di fede; dalla secolarizzazione della cultura contemporanea con il conseguente consumismo, liberalismo; dalla desacralizzazione della vita che porta con sé il relativismo dei valori. La seconda prospettiva è la reale e concreta situazione della Chiesa che vede la difficoltà di un clero ridotto di numero e anziano. In queste prospettive si sono evidenziati vari nodi problematici che possiamo sintetizzare così: 

– la stanchezza del clero rende difficile e poco incisivo l’annuncio del “Vangelo della Vocazione e spesso è di ostacolo al proporsi della comunità come “comunità appellante”;

– i casi di pedofilia hanno segnato la credibilità delle proposte educative della Chiesa, per cui la proposta vocazionale è segnata dal “sospetto” e di conseguenza la “risposta” rimane una scelta difficile;

– la cultura laica ci ha disabituato a prendere l’iniziativa e responsabilità è così difficile quanto urgente rieducare a “pensare”, “amare” e “lavorare”;

– è difficile far arrivare nel quotidiano della pastorale ordinaria la ricchezza della riflessione dei Servizi Nazionali per le vocazioni. Troppo spesso la proposta del “Vangelo della Vocazione” e gli sforzi per creare una “cultura vocazionale” si scontra con la preoccupazione dei Vescovi di rispondere ai bisogni numerici delle chiese locali.

 

Attraverso i lavori di gruppo si sono approfonditi gli ambiti delle testimonianze arricchite da diversi interventi. Molti hanno sottolineato la difficoltà emerse nelle testimonianze e nelle esperienze di dialogare e collaborare tra gli incaricati Nazionali e Diocesani e gli animatori vocazionali degli Istituti di Vita Consacrata.  Amedeo Cencini, che ha guidato la riflessione di fondo, partendo dalla definizione di parrocchia come l’intero popolo di Dio sgorgato dal costato di Cristo crocifisso vivente in un territorio nell’abbondanza di carismi e ministeri donati per il bene comune ed il servizio del Vangelo, ci ha condotto ad immaginare la parrocchia del futuro come comunità che chiama con diverse caratteristiche.

Noi delegati del CNV italiano abbiamo espresso e condiviso con l’Assemblea alcuni punti: 

– la ricca esperienza di questi incontri è stata un’ulteriore conferma del cammino sia teologico che pastorale del nostro CNV, questo ci incoraggia a proseguire il cammino di una pastorale d’insieme e corale a servizio di tutte le vocazioni, consapevole che o “si cresce insieme o non cresce nessuno”;

– ognuno di noi ha fatto una bella esperienza formativa personale sia per i contenuti che per il clima di fraterna condivisione;

– l’apertura europea a sostenere e promuovere lo stesso servizio alla vocazione, ci da un sussulto di speranza per ben continuare, organizzare e promuovere la pastorale vocazionale in Italia con questa sensibilità europea;

– auspichiamo che l’EVS diventi sempre più un laboratorio di scambio e soprattutto un centro di osservazione e di studio di particolari nodi problematici emergenti, per giungere a cogliere insieme, in modo condiviso, le migliori soluzioni pastorali da mettere in atto nei singoli Paesi.