N.03
Maggio/Giugno 2007

Nella sinfonia del Sì da Agostino un timbro straordinariamente attuale

L’amore di Benedetto XVI per Sant’Agostino è conosciuto da tutti: la sua prima tesi di dottorato l’ha dedicata proprio ad un tema ecclesiologico riguardante Sant’Agostino, e anche nella sua prima enciclica Deus Caritas Est – ho provato a fare una conta – su 38 citazioni, 12 sono dei Padri, ben quattro, diciamo “strategiche”, sono proprio di Sant’Agostino. Già Gio­vanni Paolo II, nel 1986, dedicò una Lettera Apostolica a Sant’Agostino nel milleseicentesimo anniversario della sua conversione: penso che anche voi avrete avuto modo di leggerla a suo tempo. Quest’anno siamo al milleseicentoventesimo anniversario del suo Battesimo.

Un altro motivo d’attualità di questa figura è di tipo culturale. Forse anche voi saprete che c’è stata una riscoperta, anche in ambienti non sospetti, di questa grande figura: un attore come Gérard Depardieu, nel 2003, ha riscoperto Sant’Agostino, in particolare Le Confessioni, e da allora si è messo a leggerle in luoghi solenni come la Cattedrale di Notre Dame a Parigi, la Cattedrale di Strasburgo, la Cattedrale di Toulouse. Nel 2005 è venuto nell’Aula Magna dell’Università di Bologna, dove Umberto Eco faceva il commento dei testi, e l’anno successivo aprì la serie di serate sui tempi d’Agostino, che l’Università Cattolica dedicò appunto a questo grande maestro spirituale.

C’è un terzo motivo – permettetemi di dirlo – personale, che mi ha fatto sorridere. Proprio tre settimane fa un giovane, lontano da un cammino di fede, è venuto a fare due chiacchiere e mi ha detto che ad un certo punto dentro di sé sentiva una grande sete, non capiva di che cosa. Gli sembrava sete di grande, di alto, di immortale: sete di Dio. E allora è andato in una libreria e ha comprato Le Confessioni di Sant’Agostino; si è messo a leggerle e da lì il suo cammino ha cominciato a decollare, fino a diventare un cammino ecclesiale significativo.

Mi sembrava un viatico per questo Seminario sulla direzione spirituale.

Se quest’anno, come Chiesa italiana, il Centro Nazionale Vocazioni, ha invi­tato a tenere come immagine di riferimento l’immagine della sinfonia – La tua vita per la sinfonia del sì – in questa grande sinfonia di sì, che la Chiesa da 2000 anni suona in sintonia con il suo Signore, in forza dello Spirito, Agostino ha davvero un timbro, una nota estremamente ricca, straordinariamente attuale.

Il Seminario su cui ci cimenteremo in questi giorni, ha come titolo: Accom­pagnare i giovani tra desideri del cuore e sete di Dio, alla scuola di Sant’Agostino.

Evidentemente, essendo Agostino filosofo, teologo, monaco, pastore, scrit­tore, poeta, apostolo, uomo d’azione, mistico… si potevano scegliere un’infinità di temi. Abbiamo scelto questa prospettiva: accompagnare i giovani tra desi­deri del cuore e sete di Dio. Desideri del cuore. Tutta la tematica del desiderio è centrale nella formazione dei giovani, centrale nella nostra epoca in cui assistia­mo a una sorta di analfabetismo affettivo-emozionale. Desideri del cuore nei quali aiutare a leggere la sete di Dio, come ci ha già detto molto bene don Luca, nella preghiera che ha avviato il nostro Seminario: la sete di Dio non è soltanto la nostra sete di Dio, ma innanzi tutto è la sete che Dio ha di noi, della nostra gioia, della nostra felicità, della nostra pienezza di vita in lui. Dunque, accompa­gnare tra desideri del cuore e sete di Dio è saper leggere la sete che Dio ha di te, di me di ciascuno di noi, della pienezza della nostra vita.

Come sarà svolto nel Seminario questo tema?

Innanzi tutto – e l’abbiamo già qui con noi – S.E. Mons. Renato Corti, vescovo di Novara, ci aiuterà a ripercorrere l’itinerario di Agostino come itinera­rio di un giovane: di un giovane che diventa cristiano. Noi sappiamo che Sua Eccellenza, nell’anno pastorale 2003-2004, ha impegnato il cammino della sua Diocesi proprio su questo tema. Può darsi che qualcuno di voi abbia quella lettera pastorale che ha accompagnato la chiesa di Novara. Ci aiuterà proprio a vedere come i desideri del cuore, perché in essi si possa decifrare la sete di Dio, abbiano bisogno di incontrarsi con una chiesa viva, con una chiesa multiforme, con una chiesa come quella che ha incontrato Agostino, a Milano: una chiesa dove si respira la “sinfonia del sì”, nei diversi doni.

Poi domattina Padre Remo Piccolomini, ci aiuterà a ripercorrere il cammi­no spirituale e vocazionale di Agostino. Avremo tre relazioni che riprenderanno tre dei temi scelti: il primo tema è quello della memoria: la memoria grata della propria storia personale, fondamento del proprio percorso vocazionale. In fondo, si tratta di rileggere nella propria storia Dio che ti cerca, come Dio ti ha cercato dentro la tua storia, per poter poi fare quel passo, quel salto che ti porta a rispondere al Signore che ti chiama. Sarà Sr Samuela Rigon a guidarci in questo percorso. Giovedì, Padre Amedeo Cencini ci aiuterà proprio a mettere a tema, in maniera specifica, l’argomento della sete di Dio con l’abilità e la sapienza che tutti conosciamo; sempre giovedì, Madre Luciana De Stefanis, agostiniana, formatrice, ci aiuterà a vedere come la preghiera sia luogo privilegiato in cui i desideri si aprono alla sete di Dio e come il cammino vocazionale sia profonda­mente segnato dalla maturazione nel dialogo col Signore nella preghiera.

Quando oggi pensiamo al mondo dei sentimenti e degli affetti rischiamo di pensare a un mondo soggetivisticamente autoreferenziale; Agostino ci educa a vederlo sempre in questo dialogo orante con Dio, come fa magistralmente nel libro de Le Confessioni.

Venerdì mattina, S.E. Santo Marcianò, arcivescovo di Rossano-Cariati, ci aiuterà a leggere nella figura di Sant’Agostino la figura dell’accompagnatore, del pastore che si mette accanto e cresce insieme ai giovani, che aiuta a rispon­dere ai disegni di Dio.

Agostino, grande maestro spirituale, è anche grande maestro di autentici accompagnatori vocazionali.

Il nostro Seminario sarà fatto dunque di relazioni, ma sarà fatto anche del lavoro di gruppo nei laboratori: sarà importante per noi, da domani mattina, quel momento dei laboratori, perché è un momento in cui dissodare il terreno in cui per gruppi, in qualche modo, già disporci a cogliere l’insegnamento e l’attualizzazione del magistero spirituale di Sant’Agostino.

Ma il Seminario sarà fatto anche della fraternità, dello scambio informale, dell’amicizia. Sarà fatto della preghiera. Abbiamo iniziato con la preghiera, e questo è proprio un elemento di vanto del Centro Nazionale Vocazioni: fare dei Seminari in cui si capisca che il Signore è al centro e la preghiera è davvero curata, è proprio il luogo da cui parte e a cui confluisce anche tutto il lavoro che si fa insieme.

Siamo qui ciascuno con il suo compito, con la motivazione personale che l’ha guidato a questo Seminario. Motivazione che può essere legata al proprio compito di formatore o formatrice, più specifico, più largo rispetto all’accompagnamento vocazionale. È bello, però, che noi sentiamo che siamo qui come espres­sione di tutta una chiesa. Il Centro Nazionale Vocazioni vuole educarci a sentirci espressione di tutta una chiesa: la Chiesa italiana, che sente la responsabilità di accompagnare i giovani alla maturità della vita e quindi alle scelte di vita.

Quindi, tutto quello che in qualche modo raccogliamo in questi giorni non è solo per il nostro lavoro concreto, ma perché questa consapevolezza e la sapienza che attingiamo alla scuola di Agostino possa rifluire con frutto e con abbondanza su tutte le realtà ecclesiali, sulle nostre chiese locali, in cui ciascuno di noi, poi, sarà chiamato ad operare nella sinfonia dei doni e delle vocazioni.

Lasciamo adesso la parola a S.E. Renato Corti, che tratterà l’argomento in due momenti e lo ascoltiamo fin da adesso con gratitudine.