N.03
Maggio/Giugno 2008

…dal Seminario di Verona

Mostrare la possibilità di esistenze piene e belle. Il centuplo… è una felicità a caro prezzo che quaggiù si può sperimentare… non dare per scontata la verità di essere contenti e felici di quello che siamo, pur nella fatica». Si apre così, con queste espressioni forti del dottor Gerolamo Fazzini, l’appuntamento veronese. Un’esperienza di Chiesa e di condivisione che ha visto impegnati circa 250 partecipanti tra sacerdoti, laici e religiosi, provenienti da tutta Italia, accomunati dalla passione per Gesù e per i giovani. 

 

Quali stimoli e sollecitazioni sono emersi nei giorni del Seminario? 

«La gioia e la forza di sentirmi parte di una Chiesa che cerca, oggi, di camminare perché c’è qualcuno che mostra la strada, che si fa “compagno di viaggio” di noi viandanti, a volte sfiduciati e delusi dalla realtà pastorale o di servizio in cui viviamo, ci muoviamo e operiamo» – spiega sr. Marianna. 

 

Quali momenti significativi si possono sottolineare? 

«La testimonianza forte dei relatori, che ci hanno accompagnato ed incoraggiato a saper vedere e a cercare nei giovani il desiderio di vita e di felicità che hanno dentro. 

L’esperienza dei laboratori di gruppo guidati ci ha dato l’opportunità di conoscerci e di concretizzare i contenuti umano-spirituali proposti. 

Infine, i momenti comunitari della liturgia e della celebrazione eucaristica quotidiana, sempre ben curati, ci hanno fatto “ardere il cuore” e cantare le “meraviglie del Signore”». 

 

Quali i frutti per il futuro della pastorale vocazionale? 

«Vorrei qui riportare l’invito rivolto a tutti noi, con cui don Nico Dal Molin, direttore del Centro Nazionale Vocazioni, ha concluso il Seminario: “Diamo spa-zio e qualità alla dimensione formativa, per non essere battitori d’aria. Viviamo la dimensione relazionale, per non cadere nell’anonimato o nell’isolamento. Aiutia-mo i giovani ad evangelizzare gli altri giovani. 

Per favorire questo, noi stessi dobbiamo dare fiducia e vederli con occhi diversi”. Un programma in sé semplice, ma ricco di implicazioni per il nostro impegno pastorale. 

Ripensando a quei giorni, sono sicura che lo Spinto del Cristo Risorto ci abbia avvolti nella sua luce pasquale e ringrazio tutti coloro che rendono possi-bile questi momenti di formazione e di arricchimento, che ci fanno “sognare i sogni stessi di Dio”.