N.04
Luglio/Agosto 2008

Leoni per agnelli

IL REGISTA

Robert Redford è nato a Santa Monica, in California, il 18 agosto del 1936. diventato ben presto famoso come attore, ha esordito dietro la macchina da presa nel 1980 con Gente comune, cui hanno fatto seguito Milagro (1987), In mezzo scorre il fiume (1992), Quiz Show (1994), L’uomo che sussurrava ai cavalli (1998), La leggenda di Bagger Vance (2000). È stato l’ideatore del Sundance Fil Festival, la famosa rassegna dei film indipendenti americani, che dirige dal 1987.

 

IL TITOLO 

Particolarmente significativo, il titolo del film nasce da una frase che, in uno dei tre episodi, il professor Stephen Malley dice ad un suo allievo: «Nella prima guerra mondiale i soldati tedeschi scrivevano poesie sul coraggio dei fanti inglesi. Li ammiravano e deridevano l’alto comando britannico che mandava a morire quei fanti a centinaia di migliaia. Un generale tedesco scrisse: “Non ho mai visto leoni simili guidati da agnelli simili”. Questa frase calza alla perfezione oggi». 

 

L’INTRECCIO DI TRE VICENDE 

Il film è costituito da tre esili vicende, che avvengono contemporaneamente. 

LA PRIMA si svolge a Washington. Il senatore repubblicano Jasper Irving, che è stato eletto con il 77% dei voti del suo partito e che occupa un posto di particolare prestigio nella politica americana, convoca nel suo studio un’affermata ed influente giornalista di una rete televisiva, Janine Roth, per offrirle in anteprima la notizia di una nuova e rivoluzionaria strategia militare che sta iniziando, proprio in quel momento, in Afghanistan: piccole unità mobili di truppe speciali vengono inviate ad occupare le alture più elevate della regione, in posizioni chiave, prima che la neve si sciolga consentendo mobilità al nemico. Questa strategia, secondo il senatore, permetterà di stroncare definitivamente la resistenza dei talebani, consentendo così la costruzione della democrazia in Afghanistan. Dopo un colloquio di circa un’ora, Janine fa ritorno in redazione. Ma, resasi conto che tutte quelle informazioni che le sono state fornite rispondono ad un preciso piano di propaganda politica da parte del governo, decide, nonostante le pressioni del suo direttore, di non stendere l’articolo, per non diventare complice di quei politici. 

 

LA SECONDA è ambientata in un’Università della California. Il professor Stephen Malley, docente di Scienze politiche, convoca per un colloquio lo studente Todd Haynes, che da troppo tempo diserta le sue lezioni. Vuole cercare di capire come mai un giovane intelligente e motivato come lui si sia lasciato andare ad una vita comoda e priva di interessi. Lo provoca in vario modo e gli porta come esempio due suoi studenti, Arian Finch ed Ernest Rodriguez, appartenenti a minoranze etniche, che si sono arruolati volontari nell’esercito per cercare di cambiare in meglio le cose del loro Paese. Il professore aveva cercato di distoglierli da tale proposito, ritenendo sbagliato questo tipo di impegno, ma, di fronte alla loro determinazione, non aveva potuto che apprezzare le loro intenzioni. Dopo una lunga discussione, il professore congeda Todd, invitandolo a prendere delle decisioni da uomo, cioè libere e responsabili. Todd se ne va, toccato da quelle parole, e riflette seriamente sul proprio futuro. 

 

LA TERZA ha come scenario l’Afghanistan. Arian ed Ernest, i due ex studenti di Malley, fanno parte di quelle truppe speciali di cui aveva parlato il senatore Irving. Vengono trasportati da un elicottero per occupare un’altura innevata. Ma il mezzo viene colpito dalla contraerea e i due restano dispersi in mezzo alle montagne afgane, mentre i guerriglieri talebani li circondano. A nulla serviranno i rinforzi che vengono loro inviati. I due si aiutano fraternamente (uno è gravemente ferito) e affrontano con coraggio da leone il fuoco nemico che li annienta. 

 

Il racconto 

Prima di analizzare la struttura del film dalla quale emerge l’idea centrale, è opportuno ritornare all’interno delle vicende per mettere in rilievo alcuni snodi narrativi particolarmente importanti dal punto di vista tematico. 

– Protagonista del primo episodio è senz’altro Janine, che si reca dal senatore Irving per un faccia a faccia durante il quale riceve le rivelazioni del nuovo piano militare, «col quale si vincerà la guerra e si conquisterà la gente anima e corpo». Viene ricevuta subito dal senatore, che si dimostra di una gentilezza alquanto sospetta. Irving è abilissimo nel blandire la donna, manifestandole tutta la sua fiducia e il desiderio sincero di tenere la stampa informata. Nello stesso tempo, le esprime l’“onesta” determinazione di riconoscere gli errori commessi e di volerli correggere un passo alla volta. Di fronte alle perplessità e alle obiezioni di Janine, il senatore ostenta sicurezza. È venuto il momento di stroncare il nemico al quale è stata, sì, «spezzata la schiena, ma che può ancora strisciare». Le spiega che l’Iran nuclearizzato rappresenta una minaccia significativa alla sicurezza della nazione ed insinua che i terroristi di Al Qaeda passino proprio attraverso il territorio iraniano. Di fronte alla domanda di Janine: «È stato confermato?», il senatore risponde significativamente: «Dal loro diniego. Prova che là esiste veramente un asse del male». E di fronte ai dubbi della donna, che ricorda che la strategia della paura è stata adottata molto spesso dalle autorità americane, Irving ribatte solennemente: «La sua posizione le permette di avere dei dubbi. Il mio mandato mi impone di proteggere il popolo americano». Naturalmente, il senatore non prende neanche in considerazione l’ipotesi di far rimpatriare le truppe: «Stiamo combattendo una branca del male… se andassero via sarebbe la fine dell’America come forza di giustizia nel mondo». Dopo essersi brillantemente difeso dalle insinuazioni di Janine, che gli ricorda il Vietnam e il fatto che dopo sei anni la guerra sia ancora in corso, Irving passa all’attacco. Le cause dell’insuccesso sono dipese da: «La peggiore Intelligence della nostra storia; decisioni prese da chi non è stato ferito in battaglia; pessima stampa». Di fronte alla sorpresa della donna, il senatore affonda i colpi proprio nei confronti della stampa, di quelle «maniche a vento, che si gonfiano e girano col vento più forte», che hanno scambiato l’opinione di molti come l’opinione più giusta, che hanno venduto la guerra. E incalza: «Avete venduto la guerra; ora vi chiedo di vendere la soluzione». Janine resta colpita e, durante una breve assenza del senatore, ha modo di riflettere. Quando Irving ritorna, è costretta ad ammettere le proprie responsabilità. È vero, la sua testata giornalistica, che una volta era alla ricerca solo di notizie, è stata acquistata da una società ed ora si è trasformata in un’agenzia commerciale in cerca di guadagni. Lei credeva di mantenere la sua autonomia, ma ora si rende conto che così non è stato. Irving incalza: ora l’unica cosa che conta è la vittoria e lei può fare molto per l’opinione pubblica. Viene poi interrotto da una telefonata. Probabilmente riceve l’annuncio del fallimento della prima missione. Ma, ipocritamente, non dice niente alla donna e la accomiata dandole il suo numero diretto e pronunciando l’ennesima bugia: «Non mi candiderò alla Presidenza».

Ed ecco l’evoluzione della protagonista. Janine ripensa a quel colloquio e ha la chiara sensazione che si sia trattato di un imbroglio, di un tentativo da parte del governo di coinvolgerla in una strategia di propaganda. Di fronte al suo capo, che vorrebbe subito mandare in onda la notizia, Janine esita e pensa a tutte le volte che la stampa si è resa complice di piani dissennati, come nel caso del Vietnam: «Noi lo sapevamo. Abbiamo voluto chiudere gli occhi». Ed infine prende una decisione: «Non posso scrivere quello che mi ha dato lui… non posso». Poi se ne va, in taxi. Passa davanti alla Casa Bianca e poi ad un cimitero di guerra, con tutte quelle lapidi allineate. E le lacrime le rigano il volto. 

 

– Nel secondo episodio il protagonista è Todd, che viene convocato di mattino presto nell’ufficio del professor Malley. Todd è un ragazzo brillante e scanzonato, al quale non fanno difetto la parlantina e l’ironia. Il motivo della convocazione è dato dalle numerose assenze che il giovane ha accumulato durante le lezioni del professore. Per giustificarsi, fa riferimento ai vari impegni che lo assorbono: altri corsi, la ragazza, la presidenza di una confraternita, ecc. Ma il professore lo provoca. Gli offre un 26 garantito, a patto che non vada più a nessuna delle sue lezioni. Di fronte allo stupore del ragazzo per quella strana proposta, Malley gli propone un’alternativa che comprende due condizioni: «Ti fai vedere qui tutti i giorni a tutte le lezioni; resti lì e mi lasci parlare degli ultimi due studenti che mi avevano dato una speranza». Poi incomincia a rimproverarlo: «Perché non te ne importa più niente? Eri assetato…». Il ragazzo manifesta tutta la sua delusione per le Scienze politiche: «Che c’è di scientifico, a parte forse la psicologia su quante stronzate gli elettori inghiottiranno prima di accorgersene… La parte scientifica in realtà è solo su come vincere, non su come governare o come far stare meglio la gente, solo su come vincere. E non importa quanto stupido o ipocrita o criminale devi sembrare per riuscirci». 

È chiaro che Todd è schifato dalla politica e dalla corruzione che la caratterizza. Ma Malley gli ricorda l’importanza della forza d’animo, della capacità di essere magari terrorizzato, ma disposto a fare il passo successivo, di ritornare ad essere quel ragazzo che con onestà ammetteva di non aver studiato, ma che con la sua passione ed intelligenza riusciva a suscitare intorno a sé interesse e partecipazione (e qui, con un flashback, viene visualizzato un suo intervento all’università che aveva suscitato un vespaio). «Dov’è finito quel ragazzo?», gli chiede il professore. Poi gli parla di Arian ed Ernest, due giovani che avevano vissuto in quartieri malfamati (il primo è ispanico, l’altro di colore) senza che l’America si accorgesse di loro, ma che furono i primi ad arruolarsi per il loro Paese; mentre lui, che ha avuto tutti i privilegi, fa un passo indietro quando si tratta di offrirsi volontario. Todd fraintende, pensa che il professore lo spinga ad entrare nell’esercito, così come, secondo lui, avrebbe “reclutato” i due giovani. Ma Malley gli dice che le cose non stanno così. Gli parla di sé: è stato arruolato per la guerra nel Vietnam, è stato ferito durante una manifestazione e ha fatto di tutto per convincere i suoi allievi a non partire volontari: «Non ero d’accordo con loro. Ma ammiro le ragioni per cui sono partiti: hanno pensato che il modo migliore per cambiare le cose fosse quello di combattere per questo Paese». 

Con altri flashback vengono mostrati Ernest ed Arian che presentano all’università un loro progetto per un impegno che secondo loro l’America dovrebbe perseguire non solo all’estero, ma al proprio interno; la proposta di un «impegno dove non conta la razza, la ricchezza, ma solo il fatto di essere americani». Quando Malley viene a sapere della loro decisione di partire per la guerra, fa di tutto per dissuaderli: «Se pensassi che questa guerra valga la pena, vi appoggerei», ma non è così; forse è meglio darsi da fare per cambiare la politica in patria. Ma di fronte alla loro determinazione («Proprio perché va male diventa più importante), al loro desiderio di riscatto e alla loro speranza («Quando torneremo, allora sì ci ascolteranno… e potremo cambiare le cose») non può che ammirarli ed assecondarli. 

Ora Malley propone a Todd di portare avanti quel progetto e di superare l’apatia, la voluta ignoranza. E, di fronte al ragazzo che dice di apprezzare la bella vita, ribatte energicamente: «Come fai a goderti la vita, quando tutto va a rotoli?». Poi, parlando dei politici, afferma: «Loro sono irrecuperabili. Il problema siamo noi, tutti noi, che non facciamo niente, che ci trastulliamo. Ci sono persone che lottano perché le cose migliorino». Secondo Malley, insomma: «È meglio provare e non riuscire che non riuscire a provare», perché anche se il risultato non cambia: «Almeno hai fatto qualcosa». Infine Malley rivendica l’importanza del suo ruolo. Non consiste tanto nel fare delle belle lezioni; la cosa più importante è quella di dare una spinta a chi ha grandi potenzialità

Prima di accomiatarlo, Malley fa a Todd un’ultima osservazione: «Le decisioni che prendi ora non si potranno cambiare che con anni di duro lavoro. Sei un uomo e le decisioni che prendi ora sono solamente tue, fino alla fine». Todd se ne va. Anche in lui è avvenuta un’evoluzione. Non è più il ragazzo scanzonato e ironico dell’inizio, ma una persona pensosa e piena di dubbi. Il film non dice che decisione prenderà, ma ce lo mostra, nel finale, assorto davanti ad un televisore che trasmette notizie idiote, mentre sul rullo scorrono i titoli che annunciano la nuova strategia militare appena iniziata. Un suo amico gli chiede se è vero che il professor Malley lo vuole bocciare. Lui risponde di no. E l’altro gli domanda, per due volte: «Sai che ne sarà di te?». La domanda, che immediatamente si riferisce al fatto dell’eventuale bocciatura, assume un valore molto più ampio e universale, perché si “staglia” in modo inquietante sul volto di un ragazzo che riflette sul proprio futuro e sul futuro del proprio Paese. 

 

– Nel terzo episodio i protagonisti sono Arian ed Ernest. Le loro caratteristiche emergono poco alla volta all’interno del secondo episodio e lo stesso si può dire circa la loro evoluzione. Dal racconto del professor Malley si viene a sapere che si tratta di due giovani ricchi di forza d’animo, onesti, idealisti. Non è un caso che, di fronte all’ironia dei loro compagni, che non riescono a capire come mai loro non siano interessati ai soldi e a «una bella casa, con muri alti», i due amici parlino piuttosto della Dichiarazione d’Indipendenza, di Pearl Harbur e dell’11 settembre del 2001. Sono persone che elaborano un progetto d’impegno per una società più giusta e più umana; che credono che le cose si possano cambiare; che magari sbagliano, ma che sono coerenti e sono «disposti a fare il passo successivo», mettendosi in gioco fino in fondo. Questi due giovani si arruolano volontari, ubbidiscono lealmente agli ordini, fidandosi ciecamente dei superiori. Sapranno affrontare nella solidarietà la loro cattiva sorte, offrendosi eroicamente al fuoco nemico. Vittime, prima che dei talebani, di coloro che li hanno mandati allo sbaraglio («Ci spingono ad agire alla svelta, vero, signore?», osserva un militare al comandante dell’operazione) e dell’insipienza di coloro che avevano garantito che quella base era sicura. 

 

 

La struttura 

Il film inizia con un’introduzione che ha lo scopo non solo di accennare ai personaggi principali dei tre episodi, ma anche di presentare il contesto narrativo, che risulterà estremamente importante anche sul piano tematico. La prima immagine del film è un’immagine sonora: si sente la voce di una speaker che sta elencando tutte le perdite subite dalle forze armate americane. Dopo aver riferito dei singoli episodi in cui sono rimasti uccisi dei soldati, la voce conclude: «Almeno 3555 uomini appartenenti alle forze armate statunitensi sono morti dall’inizio della guerra in Iraq nel 2003». Nel frattempo vediamo che quella voce proviene da un televisore che Todd sta guardando. Le immagini successive si riferiscono a dei grafici che mostrano il crollo della fiducia dell’opinione pubblica americana nei confronti del presidente Bush e della lotta al terrorismo (grafici che vengono analizzati dal senatore Irving); vengono poi mostrate le assenze di Todd a scuola (è il professor Malley che le guarda); infine vediamo Janine che, sul taxi, estrae il suo notebook. 

Partono poi i tre episodi che si susseguono con montaggio parallelo. È chiara l’idea dell’autore: nonostante si tratti di tre episodi diversi, con protagonisti diversi, che avvengono in tre luoghi diversi, essi fanno tutti riferimento all’attuale politica americana, soprattutto in campo internazionale e militare. 

 

Significazione 

L’autore analizza la situazione critica in cui si trova il suo Paese, ormai isolato internazionalmente a cause di guerre insensate che producono migliaia di morti, vittime innocenti di strategie sbagliate. La causa di tutto questo è da ricercarsi nei politici («Loro sono irrecuperabili», afferma Irving) che pensano solo al consenso, al potere e alla carriera, anziché perseguire il bene comune, e in certa stampa, che li asseconda e che “vende” quello che loro vogliono, manipolando così l’opinione pubblica, anziché cercare la verità. In questa situazione drammatica, l’unica speranza può venire dalla presa di coscienza da parte di qualche giornalista particolarmente sensibile (come Janine), che si rifiuta di prestarsi al gioco e dall’intervento di certi educatori che sappiano risvegliare le coscienze e stimolare le potenzialità di giovani capaci – che altrimenti corrono il rischio di rifugiarsi nell’apatia e nell’indifferenza – per spronarli all’impegno nel migliorare le cose. 

Il film, che all’interno dei singoli episodi possiede un’impostazione di tipo teatrale, recupera la cinematograficità a livello di struttura, che esprime l’idea centrale grazie alla giustapposizione che nasce dal montaggio parallelo. 

Si tratta di un’opera “impegnata” dal punto di vista civile e politico, che può risultare estremamente utile e interessante per far riflettere – soprattutto i giovani – non solo sui guasti della politica, ma soprattutto sulla possibilità che ciascuno possiede di dare il proprio contributo per migliorare – anche se di poco – la realtà in cui viviamo.