N.01
Gennaio/Febbraio 2009

Il matrimonio di Lorna

I registi – I fratelli Dardenne proseguono con il loro stile inconfondibile un itinerario che li pone in prima linea nella denuncia di un mondo disumanizzato e nella ricerca di valori che possano far sperare in un futuro migliore e che diano un senso alla vita. Dopo La promesse, che segna il loro esordio nel 1996, i due registi belgi ottengono la Palma d’oro a Cannes con il film Rosetta (1999). Realizzano poi Il figlio (2002) e ottengono di nuovo la Palma d’oro con L’enfant nel 2005. Con Le silence de Lorna i due registi ritornano a parlare di emarginazione e di marginalità, ma soprattutto della contrapposizione che esiste tra la logica del denaro e quella dei sentimenti e dell’amore.

 

La vicenda – C’è un piano ben congegnato: Lorna è una ragazza albanese che cerca l’emancipazione e il benessere. Per ottenerli si è accordata con Fabio, un malavitoso belga che, in cambio di denaro, le ha fatto sposare Claudy, un povero tossicomane. Lo scopo è quello di farle avere la cittadinanza belga. Il piano prevede anche la morte di Claudy: prima o poi potrebbe morire per overdose… o lo si elimina! Una volta libera, Lorna dovrebbe sposare un ricco russo, disposto anche lui a pagare una bella cifra per avere un passaporto comunitario. Naturalmente a Claudy è stato detto che potrà ottenere il divorzio (sempre in cambio di denaro). Nel piano è coinvolto anche il fidanzato della ragazza, Sokol, anch’egli albanese, che vuole guadagnare il più possibile lavorando nelle centrali nucleari europee. L’obiettivo di Lorna e Sokol è quello di raggranellare soldi il più possibile per aprire un bar a Liegi e vivere una vita normale.Ma le cose si complicano. Vivendo accanto a Claudy, Lorna si rende conto che l’uomo ha un bisogno disperato di lei per poter uscire dal tunnel della droga e gradualmente incomincia a provare nei suoi confronti un senso di pietà e anche un sentimento d’amore. Lorna fa di tutto perché Claudy non muoia e cerca, per salvarlo, la soluzione del divorzio. Ma Fabio non accetta: i tempi sono stretti e il russo non aspetta. Di fronte alle insistenze di Lorna, Fabio finge che il russo sia disposto ad aspettare il tempo necessario per il divorzio, ma poi, senza che Lorna lo sappia, fa eliminare Claudy con un’overdose. Dopo un’iniziale risentimento, Lorna riprende il suo posto all’interno del piano e si incontra con il pretendente russo. In seguito ad un malore, pensa di essere rimasta incinta di Claudy. Subito vorrebbe abortire, ma poi decide di tenere il bambino. Naturalmente il russo non accetta una simile situazione e Fabio la porta in ospedale per abortire. Qui l’ecografia mostra come Lorna in realtà non sia incinta, anche se lei è profondamente convinta di esserlo. Cerca di contattare un’infermiera per raccontarle tutto, ma viene scoperta da Fabio che, non fidandosi più di lei, manda tutto all’aria e la rispedisce in Albania. Anche Sokol l’abbandona al suo destino, promettendole di andarla a trovare in Albania. Ora il piano è quello di eliminare Lorna, che oramai non serve più. La donna se ne accorge in tempo e riesce a fuggire. Si rifugia in un bosco con la speranza che qualcuno l’aiuti a salvare lei e “il suo bambino”, con il quale già teneramente parla.

 

Il racconto ha un andamento lineare e divide la vicenda in tre grosse parti separate da due ellissi. Le primissime immagini sono sonore: si sente un rumore di passi e di traffico urbano. C’è già una precisa collocazione ambientale, che verrà rimarcata anche in seguito attraverso la sottolineatura di elementi quali le automobili, i cellulari, ecc. Come già avevano fatto con L’enfant, i fratelli Dardenne chiariscono subito che intendono parlare del mondo contemporaneo occidentale, caratterizzato dallo sviluppo tecnologico, dalla ricerca della ricchezza, ma anche dalla mancanza di scrupoli morali. È una realtà dove contano di più i soldi delle persone, usate e strumentalizzate in vista di un vantaggio economico. Non è un caso infatti che la prima immagine visiva sia costituita da un dettaglio dei soldi che Lorna sta depositando in banca. È un mondo squallido e disumano, come rivela la scenografia, mettendo in risalto oggetti e ambienti asfittici di vita.

La significazione del film nasce dalla grande evoluzione della protagonista, Lorna. È più che legittimo, come dicono i registi, che Lorna cerchi una vita migliore; ma, per ottenerla, si elabora un piano criminale senza scrupoli. Lorna lo sa benissimo e ciò non la turba più di tanto: l’importante è raggiungere l’obiettivo. È proprio questo il significato del titolo originale del film, che sottolinea il silenzio di Lorna, quel silenzio circa le reali intenzioni di Fabio, che ha promesso a Claudy il divorzio, ma che in realtà aspetta solo la sua morte. Un silenzio che, come dirà lo stesso Fabio, gli permetterà di far fuori Claudy.

 

Prima parte Lorna ha un obiettivo chiaro da raggiungere: va in banca per un prestito e poi telefona a Sokol per metterlo al corrente. Vive con Claudy, ma nei suoi confronti mantiene una distanza abissale. Dormono separatamente e la ragazza non asseconda alcuna delle sue richieste (lui cerca un po’ di compagnia e la invita a giocare a carte…). Quando lui la chiama ripetutamente e le chiede aiuto, Lorna risponde seccamente: «Lasciami dormire!». Non lo informa a che ora rientrerà e si rifiuta di chiuderlo a chiave per impedirgli di uscire a cercare la droga. Claudy ha un bisogno disperato di lei e la fa tornare dal lavoro (una stireria) con un pretesto. Lei lo tratta male, lo rimprovera e quando lui le chiede di aiutarlo perché sta male, lei ribatte: «Che mi frega… Perché dovrei fare delle cose per te? Non mi riguarda per niente. Hai avuto i soldi per il matrimonio; prenderai il doppio dei soldi per il divorzio; non avrai nient’altro da me. Niente!». Lui si getta ai suoi piedi e le chiede di andare in farmacia a prendergli del Buscopan. Di fronte a tanta disperazione Lorna cede e va in farmacia per lui. In seguito Claudy continua ad invocarla: lei è incerta sul da farsi, poi si alza dal letto e va da lui che è in preda a crampi. Significativa è la progressione dei gesti: gli porta dell’acqua e mette la ciotola per terra come fosse un cane; poi gliela porge; infine lo aiuta a rialzarsi. Dopo aver chiamato il medico per ricoverarlo in ospedale, lo aiuta a scendere le scale; cadono entrambi, lei lo risolleva, anche se con un po’ di stizza. In ospedale lei lo affida agli infermieri, ma lui insiste: «Non lasciarmi solo!». Lei si ferma e aspetta assieme a Claudy, che le stringe il braccio. Lorna quindi comincia a fare qualcosa per lui, anche se forzatamente e senza convinzione. Ma quando il giorno dopo gli porta il lettore e i CD che lui le ha chiesto, fa un piccolo ma significativo gesto: di sua iniziativa gli porta anche il mazzo di carte. E quando lo vede a letto riverso e ansimante, lo guarda intensamente e si capisce che incomincia a provare per lui un po’ di compassione. Ed ecco un’importante decisione: va da Fabio e gli chiede di seguire la strada del divorzio. È disposta perfino a rinunciare a 5mila euro, per salvarlo. Ma Fabio non sente ragione: «Abbiamo scelto un drogato per evitare il divorzio; il divorzio è troppo rischioso… è meglio se resti vedova». Lei tenta anche con Sokol: «Vorrei che non morisse»; ma anche lui non accetta: «Eravamo d’accordo; è solo un drogato». Ma Lorna non si rassegna. Dopo aver a lungo pensato, si fa del male da sola e poi denuncia il marito di percosse per ottenere dal magistrato una procedura accelerata di divorzio. Ma occorrono i testimoni. Allora lei prega Claudy di picchiarla di fronte a qualcuno: «Io aiuto te ad uscirne; non era previsto. E tu puoi aiutare me, no? Se accetti ti aiuto a non ricominciare con la droga dopo il divorzio». Per la prima volta li vediamo giocare a carte insieme. Ma quando deve picchiarla, Claudy non ce la fa. Lei si ferisce alla fronte e poi va da un’infermiera chiedendole di testimoniare. Per questo verrà redarguita da Fabio, che non capisce il suo accanimento per salvare il marito.

Quando Claudy esce dall’ospedale, Lorna dimostra maggior disponibilità nei suoi confronti e il loro rapporto diventa più sereno. Lui prepara una cena per festeggiare insieme la sua guarigione. Ma proprio prima di cena Lorna viene a sapere che il giudice ha concesso il divorzio. Si precipita da Fabio e lo prega di telefonare al russo. Si tratta di ritardare il matrimonio solo di un mese; Fabio prima obietta, poi la rassicura: dice di aver telefonato e che il russo è d’accordo. Lorna è contenta, ma quando torna a casa trova Claudy con uno spacciatore. Lei reagisce violentemente e lo caccia, ma Claudy vuole la droga. Ne segue una colluttazione; Lorna riesce a chiudere la porta e a gettare la chiave dalla finestra. Di fronte a Claudy disperato, Lorna compie un gesto d’amore straordinario: si spoglia e si concede a lui, senza riserve. Sembra che tutto sia risolto. I due si dividono le spese per far aprire la porta e cambiare la serratura; Claudy compra una bicicletta: «Pedalo tutto il giorno, così non penso alla droga». Poi le chiede di poterla andare a trovare a mezzogiorno: «È solo per avere uno scopo a metà giornata; devo vederti, mi aiuta a non mollare». Poi le affida i suoi soldi. Per la prima volta vediamo Lorna felice e sorridente rincorrere Claudy che se ne va in bicicletta. La sua felicità deriva dalla consapevolezza di aver salvato una vita e di aver instaurato un rapporto autentico e profondo.

 

Seconda parte Con un’ellissi si passa bruscamente a conoscere la morte di Claudy. Ma l’amore di Lorna non si è esaurito e continua sotto altre forme. Vorrebbe pagare lei il funerale del marito, ma i familiari di Claudy glielo impediscono. All’obitorio lo vuole vedere per l’ultima volta e al custode che tenta di impedirglielo, ribatte: «Sono sua moglie». Poi, rabbiosamente, abbandona la casa dove viveva con lui e rifiuta quei mille euro che Fabio le vuole dare per compensarla del tempo perduto e per farsi perdonare l’inganno. Quando viene di nuovo interrogata dalla polizia si commuove nel venire a sapere che Claudy aveva chiamato lo spacciatore dopo aver appreso la notizia della concessione del divorzio, segno di un suo crollo per la perdita di una persona per lui divenuta indispensabile. Cerca di consegnare alla madre di Claudy i soldi, ma il fratello li rifiuta sdegnosamente. Infine viene “consolata” da Sokol che la invita a non tormentarsi: «Un tossico preferisce la droga alla vita… prima o poi ci sarebbe ricaduto e sarebbe morto». Resasi conto che ormai non c’è più niente da fare, Lorna riprende a pensare alla realizzazione del suo sogno, quello di aprire il bar con Sokol. I due vanno a vedere alcuni ambienti e riprendono a fare progetti. Lorna incontra il russo che vuole sposarla e si prende un acconto sul futuro matrimonio. È felice quando pensa di aver trovato un locale adatto e lo descrive gioiosamente a Sokol per telefono. Ma proprio in questo momento Lorna si sente mancare. È convinta di essere incinta e va da un medico con l’intenzione di abortire. Poi, piangendo, cambia opinione e decide di tenere il bambino. A questo punto tutte le sue attenzioni sono rivolte al nascituro. Recupera i soldi di Claudy e cerca di aprire un conto in banca a favore del bambino. Poi lo dice a Fabio, che non ha dubbi: Lorna deve abortire, assolutamente. Ma lei prende ancora una volta l’iniziativa e quando balla con il russo, cerca di capire se lui l’accetterebbe anche se fosse incinta. Naturalmente questi si insospettisce provocando la reazione violenta di Fabio: «Tu fai quello che ti dico io, nient’altro. Domani mattina abortisci e io vengo con te». Lorna, disperata, si accascia. Quando sono in ospedale Fabio, che è convinto che il figlio sia di Sokol, tenta di telefonare a quest’ultimo. Ma Lorna gli dice che il padre è Claudy. Significative le parole del loro dialogo. Fabio dice: «Hai scopato con il tossico». Lei ribatte: «Si chiama Claudy». Quando l’infermiera le dice che dall’ecografia non risulta incinta, Lorna non ci crede. Trattenuta in ospedale in osservazione, cerca di contattare quell’infermiera per confidarsi con lei.

 

Terza parte Dopo un’altra ellissi, si viene a sapere che Lorna è stata scoperta nel suo tentativo di “dire tutto all’infermiera”. Perciò viene considerata non più affidabile («Parli troppo») e “scaricata” sia da Fabio che dallo stesso Sokol, al quale evidentemente interessava di più il bar che la fidanzata. Lei tenta di difendersi: «Se mi ami capirai perché volevo tenere il bambino»; ma lui obietta: «Non c’è nessun bambino; sei pazza». L’affare va a monte e ognuno vuole recuperare i soldi che aveva versato. Lorna lo capisce e accusa il fidanzato: «Sei uguale a lui (Fabio); vuoi solo recuperare i tuoi soldi. Ti riprendi quello che hai versato e non ti rivedrò più». A lei restano le briciole e le viene detto che deve tornare in Albania. Sokol le promette che l’andrà a trovare, ma Lorna ha ormai capito di essere rimasta sola e di avere il destino segnato. Le viene sequestrata la carta Sim del cellulare e viene fatta salire in macchina con un complice di Fabio. La donna, resasi conto delle reali intenzioni del conducente, cerca un pretesto per scappare. Impossessatasi di un sasso, riesce a tramortire l’uomo e a fuggire nel bosco. Qui il film spicca un volo sulle ali della poesia: Lorna comincia a parlare col “suo bambino”, anche se probabilmente è soltanto il frutto della sua immaginazione. Le parole sono al plurale, belle e rassicuranti: «Vogliono ucciderci; non aver paura, ti proteggo io». E dopo essere entrata in una baracca per difendersi dal freddo: «Ci possiamo accendere un fuoco; andiamo a prenderci dei pezzi di legna». Quando sente il cinguettio di un uccellino Lorna si rivolge al “bambino”: «Lo senti?» E poi: «Non ti lascerò morire, mai! Ho lasciato morire tuo padre, tu vivrai». Accende il fuoco e chiude la finestra: «Adesso dormiamo… ripartiremo domani mattina… cercheremo qualcosa da bere e da mangiare… non preoccuparti, ci sarà qualcuno che ci aiuterà». Poi, sdraiatasi su una panca, si tocca il ventre; si copre, come per ripararlo e gli dice: «Dormi bene». A questo punto, l’unico del film, inizia una musica extradiegetica che è la sonata per piano N. 32 in Re minore, opera 111, di Beehtoven: il suggello di un amore materno tenero e forte, un amore che può dare un senso alla vita. È chiaro che il “bambino” che non esiste, non è che il prolungamento dell’amore di Lorna verso Claudy, della cui morte la donna si sente responsabile, pur avendo fatto di tutto per salvarlo. Un amore vero e profondo verso un essere umano fragile e ferito…; un amore che resta in lei e che lei vuole difendere a tutti i costi.

 

Come s’è detto, la significazione del film nasce dall’evoluzione della protagonista e dalla contrapposizione, presente in quasi tutti i film dei registi, tra valori materiali e valori morali (non è un caso che le prime immagini del film siano quelle dei rumori e del denaro, mentre le ultime rappresentino il grembo di una donna e la musica di Beehtoven). Lorna passa dalla “logica” del denaro, che è una logica disumana in quanto si serve delle persone (Fabio dice chiaramente a Lorna: «Tu mi servi»), fino al punto di eliminarle, alla “logica” dell’amore, che è profondamente umana perché tratta le persone come fine e non come mezzo. Questo passaggio rappresenta una vera e propria conversione: essa passa attraverso la scoperta dell’altro che, con i suoi bisogni e le sue debolezze, fa appello alla compassione e alla pietà. Ed infine all’amore.

 

Universalizzazione – Lorna cambia radicalmente non perché sia una santa o una donna eccezionale, ma perché è una persona umana che scopre certi valori attraverso il rapporto e la relazione con qualcuno che ha bisogno di lei. Tenendo conto del contesto ambientale, si può tematizzare questa idea centrale: il mondo contemporaneo è un mondo inautentico e disumano, in quanto caratterizzato dalla ricerca spasmodica e senza scrupoli del denaro. Solo chi, attraverso il contatto umano, scopre la pietà e l’amore capisce quali sono i veri valori per cui vivere e da difendere fino in fondo.