N.02
Marzo/Aprile 2010

Essere con Gesù, essere per Gesù

Carissimi Fratelli,

la Pastorale Vocazionale si presenta veramente come molto necessaria, anzitutto in tempi come i nostri, in cui il numero dei seminaristi è calato, praticamente in tutta l’Europa ed in altri paesi nel mondo. Questo Convegno, perciò, è opportuno e necessita di essere accompagnato da fervente preghiera, come il Signore ci ha insegnato: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe» (Mt 9,37-38). Avete voluto esprimere l’argomento del convegno con queste parole: Nella “tenda della testimonianza”: narratori della vocazione. Il personaggio principale che abita la tenda sarà senz’altro lo stesso Figlio di Dio, fatto uomo, come dice il Vangelo (Gv 1,1-18), appena letto: «Il Verbo si fece carne e venne per fare la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14). Egli è la Parola di Dio fatta carne, Gesù Cristo. Egli è l’inviato del Padre eterno per annunziare al mondo che Dio è amore, che ci ha creati per amore, che ci ama e perciò ha deciso di salvarci. Questa Parola deve continuare ad echeggiare nel mondo attraverso i secoli, fino alla fine dei tempi. Perciò Gesù ha consegnato l’annunzio di tale buona novella, l’annunzio del Vangelo, ai Dodici e ai loro successori attraverso i tempi. Ecco Gesù che chiama! Ecco la vocazione, tema cardine del vostro Convegno! Questo stesso Gesù sarà con voi nella tenda che avete alzato.

Il Verbo di Dio è la Ragione che spiega tutto ciò che è. Egli è la Verità fondamentale, assoluta e universale. Il prologo del Vangelo di Giovanni lo presenta come «la luce degli uomini, la luce che splende nelle tenebre» (Gv 1,4-5), «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Senza questa Luce, tutto diventa senza senso e senza spiegazioni sufficienti. L’uomo cammina nelle tenebre, quando rifiuta il Verbo di Dio, che è l’unigenito e eterno Figlio di Dio, splendore del Padre.

Per simbolizzare più sensibilmente la presenza di questa Luce, avete deciso di accendere, durante la preghiera dei fedeli, in questa Eucaristia, una lampada che arderà durante tutto il Convegno. Sarà la Luce in mezzo alla tenda. Che sia anche la Luce che splenda nei vostri cuori, illumini la vostra intelligenza e indichi la direzione alla vostra volontà.

Nella prima Lettura della nostra liturgia, dal Libro del Siracide, la Verità, che splende nel Verbo di Dio, si presenta come la Sapienza e dice: «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ricoperto come nube la terra. (…) Il creatore dell’universo (…) mi fece piantare la tenda e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò; per tutta l’eternità non verrò meno» (Sir 24,3 e 8-9).

Nella seconda Lettura, dalla Lettera di Paolo agli Efesini, l’apostolo augura ai cristiani di Efeso che Gesù Cristo, la Parola fatta carne, «possa davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi» (Ef 1,18). Questa speranza e questo tesoro di gloria promesso ai santi devono essere predicati in una nuova evangelizzazione nel mondo contemporaneo così vuoto di vera speranza.

Ecco perciò l’urgenza di nuove vocazioni al sacerdozio, dato che i sacerdoti sono ministri ordinati della Chiesa per annunziare questi messaggi. Gesù, in viaggio con gli apostoli attraverso la Samaria, disse loro: «Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura» (Gv 4,35). Oggi, la mancanza di sacerdoti può aggravare il rischio di perdere il grano maturo per la mietitura.

Cari fratelli, per tutto quanto detto, mi congratulo con voi per l’importanza di questo Convegno Vocazionale Nazionale. L’Anno Sacerdotale vi porti uno stimolo ancora più forte. Il nostro amato Papa Benedetto XVI ripone molte speranze nelle iniziative previste per quest’anno speciale. Il vostro Convegno fa parte di tali iniziative. La Pastorale Vocazionale, realmente, è decisiva per provvedere a un presbiterio più numeroso, più selezionato, più qualificato, più santo e più missionario, di cui la Chiesa ha tanto bisogno nel presente momento storico, quando si rende conto dell’urgenza non procrastinabile di aumentare il numero dei preti e dei seminaristi.

Per la crescita delle vocazioni sacerdotali e per la formazione e la perseveranza dei seminaristi c’è bisogno prima di tutto di molta preghiera.

Raccomandata dallo stesso Gesù, essa ha una forza speciale. Inoltre, in una famiglia o in una parrocchia in cui si prega per le vocazioni, si crea una atmosfera sempre più positiva nei riguardi della vocazione sacerdotale e ciò si ripercuote nel cuore degli adolescenti e dei giovani, che si sentono chiamati e così si sentono anche più incoraggiati a rispondere affermativamente e con gioia; deve offrire l’opportunità, agli adolescenti e ai giovani che si sentono chiamati, di parlare di ciò con una persona della comunità di cui si fidano, specialmente con un sacerdote. I più giovani hanno un grande bisogno di tale opportunità.

Successivamente subentra la necessità di fare, fin dall’inizio del processo di discernimento, un vero sforzo per ben selezionare i candidati. La selezione deve essere sempre rigorosa, seguendo i criteri proposti dalla Chiesa. Infine, comincerà il tempo di formazione nel seminario, che si può paragonare al tempo in cui gli apostoli sono stati con Gesù e da lui sono stati formati per la grande missione. Il Vangelo di Marco riferisce che Gesù «chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni» (Mc 3,13-16). Il testo indica che la formazione dei seminaristi non può non portare il candidato al sacerdozio ad “essere con Gesù” per essere formato da lui e così essere poi inviato alla missione. Tale “essere con Gesù” suppone che il seminarista sia condotto al Signore per realizzare con lui un incontro forte e personale che lo trasformi. Tutto parte da un tale incontro con il Signore, che bisogna sempre rinnovare ed approfondire.

Desidero infine darvi un suggerimento pratico, frutto del mio lungo ministero episcopale in diocesi, in Brasile: vale la pena scegliere un buon sacerdote, che si dedichi a tempo pieno alla Pastorale Vocazionale nella diocesi, un sacerdote che percorra le parrocchie, le associazioni giovanili, le scuole e le famiglie in cerca di quelli che sono chiamati dal Signore.

Continuiamo dunque la nostra celebrazione eucaristica, in cui il Signore sarà presente sacramentalmente nel mistero della sua morte e risurrezione per la salvezza del mondo. L’Eucaristia costituisce il centro del ministero e della vita sacerdotale. Costituisce anche, ogni giorno, il momento privilegiato per quell’incontro del sacerdote con Gesù Cristo. Dall’Eucaristia il sacerdote assorbe l’ispirazione e la forza per la sua vita e la sua missione. Amen.