N.01
Gennaio/Febbraio 2011

Suscitare il desiderio. Si può fare….1

Un’indicazione previa: facendo eco al documento CEI sugli orientamenti pastorali 2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, tentiamo di sviluppare e proporre alcuni punti in chiave formativa, come suggerimento, per costruire cultura vocazionale e per offrire alcune note sull’accompagnamento personale in vista dell’educazione alla decisione vocazionale.

  1. Aiuto!!! Gli italiani non sanno più desiderare!

È il grido di allarme dell’ultima relazione annuale CENSIS, resa nota agli inizi del dicembre scorso. L’Italia affonda perché non sa più desiderare. Ci sono ancora sogni, è vero, ma tutto sembra inceppato: il

futuro non è più un’opportunità e nemmeno una minaccia. Semplicemente non esiste. Non si riesce a guardare più in là dello stipendio mensile e si vive in un presente sfuocato, senza orizzonti, che siano albe o

tramonti non importa. Sulle macerie delle ultime due guerre mondiali i nostri nonni erano riusciti a progettare il boom economico del benessere. Sulle macerie morali del consumismo imperante, che ha ucciso i desideri, noi nipoti viviamo come paralizzati da un eccesso apparente di libertà e dall’assenza di punti di riferimento. Il nostro paese sta reggendo alla bell’e meglio l’urto della crisi, ma stenta veramente a ripartire. Un’Italia appiattita e sfiduciata con paurose fragilità personali e di massa, nella continua ricerca di eccessi di stimolazioni esterne, per compensare un vuoto interiore molto preoccupante. E, in tutto questo, la cosa più tragica di tutte: la Neet Generation, ossia quei giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione. Una generazione sprecata di bamboccioni senza la grinta dei sogni e dei desideri. E sono tanti: quasi due milioni e mezzo tra i 15 ed i 35 anni. Sono la vera vittima sacrificale della crisi sociale in atto. Noi adulti facciamo presto a commentare che essi non hanno voglia di trovarsi un lavoro, perché non vogliono fare i sacrifici che abbiamo fatto noi… anche accontentandosi di impieghi di basso profilo sociale1. Una rassegna fotografica piuttosto drammatica che, forse e senza forse, non ha scattato un’altra serie di foto più positive, che pur ci sono. Ma risultano una minoranza rispetto alle altre in bianco e nero molto annerite. Allora, prendiamo atto e lasciamo stare, tirando i remi in barca? No, facilmente si può ancora fare qualcosa.

  1. La via del desiderio

L’uomo è e rimane un essere animato da grandi desideri. Nonostante nel travaglio di questi tempi le

nostre certezze si ingarbuglino e i nostri interrogativi su ciò che è essenziale si moltiplichino, esiste in noi un desiderio più profondo di tutti, che coincide con lo stesso slancio vitale del nostro essere e che appare come la sola terra ferma su cui è possibile posizionare l’itinerario della nostra vita. Occorre unicamente scoprirlo, identificarlo, risvegliarlo e liberarlo da ciò che lo tiene prigioniero. Tutti, ma in modo particolare i giovani, anche quando si permettono esperienze off limits oppure una vita “spericolata”, per dirla con Vasco Rossi, sono alla ricerca di un qualcosa in più del proprio corpo, dei propri bisogni immediati, dei propri sogni… anche al di là dei propri doveri.

C’è un qualcosa che tutti cercano e che si potrebbe condensare nell’espressione: vivere al massimo, essere tutti i giorni a mille. Purtroppo la maggior parte si rassegna poi, bene o male, ad annegare e seppellire questo desiderio profondissimo in due derive, che si trasformano in due trappole “metabloccanti”. La prima è l’ingiunzione del dovere: “tu devi” essere questo, quest’altro, quest’altro ancora. Un sacco di aspettative, che ti bombardano da tutte le parti: dai genitori, agli amici, alla scuola, alla Chiesa, alla società… Si arriva perfino a colpevolizzare i propri desideri, a negare la propria personalità e quindi le proprie aspirazioni profonde. Conformarsi alle aspettative non solo non ti fa migliore, ma via via rende succubi del giudizio degli altri, secondo l’indice di gradimento e di apprezzamento degli altri. Ma c’è una seconda deriva anche più pericolosa. In una società come la nostra, nella quale regna sovrana l’economia come metro per tutto, il primo principio di comportamento è quello dei bisogni individuali, bisogni che la pubblicità, nelle sue varie forme, pensa a tenere ben vivi e desti. C’è una grossa diversità tra bisogno e desiderio: il bisogno è riferimento immediato a qualcosa da consumare; il desiderio tende invece oltre, verso un Qualcuno da cui ci si sente attratti e con cui si vuole instaurare una relazione sempre più profonda nel grande abisso dell’Amore; un desiderio che non si chiude mai  nel  vortice  di  se  stesso.  Desiderare  non  equivale  a  soddisfare  delle  voglie,  che  troppe  volte  si accompagnano a tanta invidia e rivalità e che ci scappano sempre sul più bello, anche se cerchiamo di spremere al massimo l’attimo fuggente.

Dunque, attenzione alle due derive, puntare invece a questo desiderio misterioso racchiuso nel forziere del cuore, per scoprire una realtà semplicissima, ma determinante: trovare ciò che siamo realmente e ciò che desideriamo veramente nella vita. Scoprendo al contempo che proprio questa è la volontà di Dio su di noi, scritta nella nostra libertà. Di conseguenza cominciamo a capire che la vocazione fondamentale di ogni essere umano è quella di diventare custodi del desiderio di Dio nella propria esistenza, di incarnare il suo stesso desiderio, sperimentando, sotto l’effetto della sua presenza interiore bruciante e coinvolgente, che le nostre chiusure saltano, i blocchi si sciolgono e si diventa costruttori di un’umanità nuova, alleviata da tanto soffrire e ricolma della sua felicità. Una vocazione che poi si esplicita in miliardi di vocazioni uniche e complementari, quante sono le persone che vogliono stare a questo gioco del desiderio profondo.

  1. Suscitare il desiderio

Tutto questo può essere anche affascinante, ma rimane il problema più grosso: come fare a calamitare l’attenzione e l’interesse dei nostri giovani sulla via del desiderio, invogliandoli a percorrerla fino al suo livello più profondo? C’è una porta di ingresso, che accomuna noi e i giovani: partire dall’oggi. Come mai martedì 14 dicembre tanti giovani in piazza a Roma senza un briciolo di speranza e tanta, tanta violenza da fare rabbrividire? Ma anche, come mai negli stessi giorni i 250 ragazzi del Liceo Newton, insieme con i genitori ed i professori, hanno preparato il pranzo di Natale per cento poveri dell’Esquilino? Una scuola della crisi o una scuola piena di proposte? È proprio qui il segreto dell’innesco: parliamone insieme per capire senza precomprensioni e giudizi affrettati. Scopriremo insieme che, per un verso siamo tutti parte della cultura del vuoto, vuoto di senso e di verità, ma per un altro è possibile produrre e creare insieme un’impresa dinamica, dove adulti e giovani hanno un cuore che pulsa insieme per raggiungere una meta. E allora diventa più facile proporre tre passi, per fare strada insieme sulla via del desiderio.

  1. Dalla superficialità alla profondità

Dal semplice soddisfacimento dei bisogni e dalla semplice obbedienza ai doveri, giù giù, attraverso un

itinerario di discesa, che è un vero cammino di consapevolezza di sé, entrando in contatto con la propria terra profonda, dove è già spuntato il germoglio del desiderio, dell’energia vitale dell’esistenza.

  1. Dalla paura alla fiducia

Quante paure abbiamo tutti: paura del passato, del futuro, paura della sofferenza, del male, della morte, di essere abbandonati, di venir dominati dagli altri, fino alla paura di Dio. Per tentare di placarla, troppe volte ci riduciamo ad un unico rimedio: la competizione, che scatta soprattutto quando incominciamo ad andare a scuola. Essere apprezzati per quello che facciamo e per il nostro rendimento, per cui contano abilità, successi e paragoni con gli altri. C’è una vistosa inversione ad U da fare: passare dalla paura alla fiducia. Fidarsi di sé e della vita, perché c’è uno scrigno prezioso dentro di noi, che deve semplicemente essere aperto, per liberare le splendide energie, che Dio ci ha messo dentro e che sono la nostra più grande ricchezza. Possiamo farci aiutare dalla tecnica: provocazione/scom messa. Accettare che Dio prima di tutto e le persone che incrociano il nostro cammino ci provochino e scommettano sulle nostre possibilità, ma senza competizione.

 

  1. Dal desiderio di amare alle scelte da fare

Se diamo fiducia a noi stessi e agli altri possiamo arrivare facilmente al cuore vitale del nostro essere e toccare finalmente con mano questo desiderio profondo di cui stiamo parlando. Si entra così nel mistero della propria unicità, fatta essenzialmente di un grande desiderio di essere se tessi, un desiderio che si esprime in due direzioni fondamentali: conoscere ed amare per mezzo e all’interno della relazione con gli altri. Apertura e dono all’altro. Entrare in relazione di accettazione e di dono con gli altri. Tuttavia anche il desiderio di conoscere e di amare non solo deve essere risvegliato, ma soprattutto deve essere educato. Gesù nei suoi incontri ( il giovane ricco, la samaritana, le folle, gli stessi apostoli…) invita sempre a desiderare di più di quanto sembra bastare. E questo apre al progetto di Dio scritto nel cuore, nel desiderio profondo di ciascuno: è la chiamata ad amare in quel modo unico ed irripetibile, che corrisponde alla propria vocazione.

LABORATORIO

Ecco,  in  breve,  qualche  briciola  di  come  si  può  suscitare  il  desiderio2.  Ti  propongo  una  sorta  di promozione della via del desiderio da lanciare all’interno dei gruppi giovanili della tua diocesi: un weekend di scoperta della via del desiderio. Potrebbe essere articolata in tre momenti, modellati sui tre punti che ti ho proposto:

  1. A. La situazione contemporanea del desiderio bloccato

– Parliamone: discussione e confronto insieme.

– Input di contenuto: cf par. 1.

-Esercizio: cercare sui giornali e sulle riviste del mese fatti e testimonianze di desideri bloccati. B. La via del desiderio

– Parliamone: discussione e confronto insieme.

– Input di contenuto: cf par. 2.

-Esercizio: elencare i bisogni e i doveri che diventano le due derive pericolose e bloccano la via del desiderio.

  1. C. Suscitare il desiderio

– Parliamone: discussione e confronto insieme.

– Input di contenuto: cf par. 3.

-Esercizio: trovare uno o due punti condivisi (che diventano anche un impegno) per passare:

  • dalla superficialità alla profondità;
  • dalla paura alla fiducia;
  • dal desiderio di amare alle scelte da fare.

 

NOTE

1 CENSIS, 44° rapporto sulla situazione del paese 2010, Milano, FrancoAngeli, 2010.

2 Per approfondire l’argomento ti segnalo: B. Garceau, La via del desiderio, Assisi, Cittadella, 2000.