N.04
Luglio/Agosto 2015

Mescolare Rock e Blues

Mescolare e cogliere le affinità, mescolare per cogliere le affinità: è un messaggio interessante che arriva dalla impostazione della musica di Cambia-menti, la canzone di Vasco che intreccia Rock e Blues.
I due generi musicali appartengono alla medesima area geografica, lungo il Mississippi. Memphis è la capitale del Blues; Tupelo, cittadina che dà i natali a Elvis Presley, dista quasi due ore di macchina ed entrambe, mediante l’interstatale 55, raggiungono New Orleans, l’altro crogiolo multirazziale e musicale lungo il delta del grande fiume.
Il Blues nasce dopo la guerra di secessione e si afferma alla fine del XIX secolo; il RnR fiorisce cento anni dopo intorno al 1954. Se il Blues è la musica che racconta di un popolo oppresso, il Rock, in modo diverso ma simile, avrà la forza di catalizzare altre problematiche, quelle dei giovani che faranno della musica la loro bandiera per rivendicare il proprio diritto di esistere in una società che li considerava solo nell’attesa che divenissero adulti.

Vasco Rossi
Blasco e Komandante sono i suoi due soprannomi più popolari, ma per la storia del rock italiano, di cui è un protagonista di primo piano, è Vasco e basta.
Emiliano di Zocca, in provincia di Modena, sente fin da piccolo la musica nel sangue, consumando i dischi di Lucio Battisti, Francesco Guccini, Francesco De Gregori e di artisti rock, i Rolling Stones tra tutti. Abbandonata l’università a otto esami dalla laurea, nel 1975 fonda Punto Radio, proponendosi come dee-jay e stringendo rapporti con musicisti destinati a lasciare il segno nella sua vita professionale e non solo: Maurizio Solieri, Massimo Riva, Red Ronnie e Gaetano Curreri.
Quest’ultimo, in particolare, lo spinge a incidere nel 1977 il primo 45 giri Jenny/Silvia (stampato in sole 2.500 copie e oggi considerato una rarità), incluso nell’album d’esordio “Ma cosa vuoi che sia una canzone…”. Due anni dopo sfonda con il secondo album, trascinato dal brano Albachiara, suo cavallo di battaglia e pezzo di chiusura di tutti i suoi concerti.
Gli anni Ottanta lo consacrano come rocker a livello nazionale, famoso sul palco e fuori per la sua Vita spericolata, fatta di eccessi e di atteggiamenti allergici alle regole.
Album come Bollicine (1983), C’è chi dice no (1987), Liberi liberi (1989) e Fronte del palco (1990) scrivono il suo successo di rockstar che sembra destinato ad avere fine nel giugno 2011, quando gli viene diagnosticata un’endocardite. Il Blasco supera anche questo scoglio e riprende i concerti del Vasco Live Kom, sia nel 2013 che nel 2014, quest’ultima edizione aperta dal singolo Cambia-menti.
Insignito nel 2005 della laurea honoris causa in Scienze della comunicazione dall’IULM di Milano, con oltre trenta milioni di dischi, è tra gli artisti italiani che hanno venduto di più in assoluto. Tra i riconoscimenti ottenuti ci sono tre vittorie al Festivalbar, una Targa Tenco per il miglior album, Canzoni per me, e un Nastro d’argento per la miglior canzone originale: Un senso, tema musicale del film Non ti muovere di Castellitto.
Nel 2014 esce Sono innocente, suo 17° album, che raccoglie, tra gli altri, Cambia-menti.

Cambia-menti è il singolo di Vasco uscito nelle radio e in versione digitale il 15 ottobre 2013. Il 20 settembre precedente, tramite il profilo Facebook ufficiale del cantautore, sono state pubblicate le prime due strofe della canzone, mentre a poche ore dal giorno dell’uscita si è conosciuto il testo intero. Infine, a ridosso della mezzanotte, sempre sul profilo ufficiale di Vasco Rossi sul social network è stato pubblicato il video del brano. Un work in progress!
L’8 ottobre, Vasco ha dichiarato: «Ho cominciato a scrivere le prime strofe di questa canzone tre o quattro anni fa in piena fase di furore creativo che mi teneva sveglio notte e giorno. Lo svolgimento del testo è continuato nel tempo. I cambia…menti sono sempre dovuti alla necessità».
Cambia-menti s’imprime nella mente, un po’ ambivalente, un po’ reminiscente, una melodia che ha il sapore dei ricordi e che riesce a riassumere, in poco più di tre minuti, sessant’anni di esperienze.
Ed è a partire da quelle esperienze che Vasco vuole raccontare il suo cambiamento: un processo «che passa necessariamente attraverso piccoli e grandi tradimenti», e che non è un «valore assoluto», ma «dipende da quello che siamo, che eravamo e siamo diventati».
Cambia-menti è il brano che sembra aver determinato alla vita del rocker, arrivato a 61 anni, una svolta: quella che qualche anno fa era una “Vita spericolata”, è diventata una vita… ecologica. «In attesa di raggiungere il rispetto per me stesso, cerco almeno di avere rispetto per l’ambiente», scriveva sul social network. E per chiarire la sua proposta ambientalista e il titolo del singolo, aveva postato una foto che lo ritraeva alla guida di un’auto elettrica. «L’aspetto ecologico – spiega la sua produzione – è fra i cambia-menti che fanno parte dell’uomo nuovo, oggi più sensibile e attento a ciò che lo circonda».
Il rocker crea un’atmosfera soft, mescolando Rock e Blues, per quest’ultimo capitolo della sua lunga carriera: una riflessione amara e ironica che traccia un bivio alla maniera dantesca, «nel mezzo del cammin di nostra vita», tra essere e “cambiare”, a partire da se stessi.
Certo, il percorso non è semplice. Cambiare macchina, donna, modificare abitudini e idee è difficile, racconta Vasco, lucido e provocatorio, ponendo sul piatto di una bilancia immaginaria la propria quotidianità per analizzare le costanti della vita, dell’esistenza.
Anzi, cambiare vita, cambiare la fede, cambiare il mondo, cambiare tutte le abitudini, eliminare le meno utili e cambiare direzione è quasi impossibile. Del resto, ricorda Vasco, cambiare tutte le ragioni che ci hanno fatto fare gli errori non sarebbe neanche naturale.
Tuttavia, prima o poi, arriva il momento di cambiare il vecchio che è in noi.
Si tratta di una canzone ironica e feroce, in perfetto stile vaschiano, asciutto e ricco di spunti per riflettere. Con un abile gioco di parole, prende spunto dalle abitudini che segnano la consuetudine, per affrontare, ancora una volta, il tema esistenziale: cambiare la propria vecchia vita può essere dettato dall’istinto, dalla ragione o dalla noia, ma non è una via d’uscita. Perché il cambiamento passa necessariamente attraverso constatazioni, dipende da quello che siamo, che eravamo e siamo diventati, dall’energia e dalla ricchezza interiore. Nella vita «si può cambiare solo se stessi», «sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione».
E una rivoluzione, in realtà, Vasco Rossi l’ha compiuta e ce la consegna. Basta ripensare a pochi anni fa, quando la malattia che l’aveva colpito aveva rischiato di allontanarlo per sempre dal palcoscenico, dalla musica, dai suoi soliti, i 3,5 milioni di fan che ogni giorno visitano la sua pagina Facebook in cerca di un clippino. Allora aveva creduto di morire, così disse qualche mese fa lo stesso Vasco, descrivendo uno dei momenti più difficili della sua vita. Parlava di dimissioni da rock star, parlava della fine di un sogno, per dirla con le parole del suo pubblico. Poi, però, è tornato a riempire gli stadi, a scrivere musica. «Sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua». È ritornato cambiato, i suoi testi ci consegnano il suo nuovo: la vita evolve quando la si ascolta!

Cambiare è facile, è difficile, è impossibile.
Si può cambiare solo se stessi.

Cambiare! Quante volte ci troviamo di fronte a questa parola?
Quante volte rimandiamo all’infinito certe scelte perché non ci sentiamo mai abbastanza pronti. E quante volte la vita ci sorprende cambiando, nostro malgrado, quello che avevamo previsto.
Alcuni preferirebbero qualsiasi altra cosa piuttosto che cambiare.
Siamo tutti un po’ pigri quando si tratta di attivarci nel cambiamento e di rado ci sforziamo davvero, a meno che qualcosa non ci costringa ad entrare in azione. Sembra assurdo, ma il dolore può semplicemente perché si vuole di più dalla vita.
Questo cambiamento deve venire da noi: l’unico modo per cambiare è guardare in noi stessi e decidere di agire sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti.
Cos’è che spesso ci trattiene dal cambiare? È la paura dell’ignoto, del non sperimentato, del non immaginato. Eppure in ciò che sa sorprenderci c’è una gioia intensa e energizzante!
La paura di allontanarsi dal conosciuto, fatto e vissuto non può impedirci di trasformarci in una persona migliore, più sana, più gioiosa e più aperta alla vita.
Che cosa vorremmo cambiare in noi? E, soprattutto, siamo disposti a cambiare? Se lo siamo, troveremo i modi. Fare il primo passo è importantissimo. E il primo passo può partire da un libro, un corso, un seminario, un incontro, un’osservazione…
L’importante è sapere che tutto è un processo. Ce lo insegna la natura: dalla semina alla raccolta passa il tempo dell’attesa, dell’orizzonte, della fantasia… È necessario che il nostro cambiamento trovi la sua forza e la sua sicurezza nel sogno e nella prospettiva!

Cambiare direzione, cambiare le abitudini meno utili.

Sapere cosa fare e farlo è ben diverso.
Il cambiamento richiede l’azione. E l’azione si attiva se cogliamo nel cambiamento un’opportunità, un’occasione per progredire, per conoscere l’oltre, per alzare lo sguardo e vedere più lontano.
Compresa l’opportunità, sarà spontaneo usare tutti i mezzi a disposizione per avanzare, perché è quando siamo disposti a cambiare veramente che il cambiamento si invera.
Nessuno può agire per conto nostro in quei passi che generano la nostra novità: ognuno deve cercare dentro di sé la spinta, la motivazione e l’energia per realizzare ciò che desidera. La scelta iniziale sta nell’essere disposti a trasferire nel lavoro su noi stessi gli sforzi che prima si impiegavano nel tentativo di cambiare gli altri o le situazioni.
Bisogna che preferiamo alla quiete stagnante dello status quo, la sfida del cambiamento che migliora la qualità della vita personale e dell’altro con il quale siamo affratellati dalla comune dignità.

Cambiare è tenere a freno le passioni, non farci prendere dalle emozioni e non indurci in tentazioni.

Cambiare può significare liberarsi da passioni come il senso di colpa, di isolamento, di separazione o solitudine, di rabbia, paura o dolore: da sentimenti ed atteggiamenti che causano diffidenza verso il futuro, che condizionano la nostra mente e ci creano difficoltà invece di condurci verso la conquista di nuovi obiettivi.
Per cambiare la nostra vita è importante lavorare su noi stessi, sul nostro atteggiamento, sul nostro modo di pensare, è necessario aprire mente e cuore. Il cambiamento avviene attraverso la presa di coscienza e la convinzione del nostro valore, della chiamata ad essere felici, di ciò che desideriamo dalla vita. È assumendo la responsabilità delle proprie scelte che si aprono tutte le possibilità, si spiegano tutte le potenzialità, si esprime tutta la creatività che ci caratterizza: è questa la strada della progettazione di sé e della propria vita. È nell’attitudine al cambiamento la via che ci rende più sereni, più disponibili e più aperti al futuro.
Perché cambiare è DIVENTARE! Ce lo dice il Vangelo ed è un prezioso annuncio alla nostra vita, una chiamata piena di stima e di fiducia!
Diventare figli, diventare discepoli, diventare servi, diventare piccoli, diventare come il Maestro!

Le tue convinzioni
diventano i tuoi pensieri.
I tuoi pensieri
diventano le tue parole.
Le tue parole
diventano le tue azioni.
Le tue azioni
diventano le tue abitudini.
Le tue abitudini
diventano i tuoi valori.
I tuoi valori
diventano il tuo destino.
Mahatma Gandhi