N.03
Maggio/ Giugno 2018
/Film

Nelle pieghe del tempo

FILM:

TRAMA

seguito di un esperimento in cui si sintonizza con la frequenza per entrare in contatto armonico con l’infinito universo, supera i limiti della percezione umana (tridimensionale in termini di spazio e cronologica in termini di tempo), parte per un viaggio extrasensoriale e fa esperienza del kairos, dell’inteso attimo di infinito e di eternità. In questa sua avventura, però, si smarrisce nelle pieghe del tempo[1]. Dopo la scomparsa di suo padre, Meg Murry continua la sua vita insieme a sua madre e suo fratello Charles Wallace. Un giorno suo fratello presenta Meg e Calvin, un suo compagno di classe, a tre guide celestiali, la signora Quale, la signora Cos’è e la signora Chi. Guidati dalle tre donne, Meg e Calvin si imbarcano in un’avventura attraverso le pieghe del tempo – una dimensione alternativa dell’esistenza – per cercare di trovare il padre di Meg e fermare una oscura minaccia: Lui.

Valutazione pastorale

Mondi luminosi e armonici, fiori parlanti, entità spirituali che guidano verso la luce e insegnano a combattere contro l’oscurità e, infine, il tesseract che mette in contatto le persone con questa dimensione “altra”, fanno di Nelle Pieghe del Tempo un racconto non confessionale ma simbolico dell’esperienza spirituale cristiana e dell’avventura del discernimento spirituale e vocazionale della protagonista. Meg, infatti, è una ragazzina insicura che con l’aiuto del fratellino e del giovane amore della sua vita, Calvin, arriva a rispondere positivamente alla chiamata in serbo per lei fin dalle origini: diventare guerriera della luce.

In cerca dell’origine, dell’equilibrio, della luce

La vita senza amore è come un albero senza gemme o frutti (K. Gibran)

Tre domande Parole del giorno Insegnamenti
Per chi? Esclusivo Amore: questa è la frequenza (A. Murrey)
Cosa significa per me? Luminoso La verità è il punto da cui la luce entra in te (Mrs Who)
Quale scelta? Riconciliato [Meg] sarai un disastro ma hai più potenziale di tutti qui (Charles Wallace)

 

Tutto parte dalle domande di senso che cercano di dare corpo all’amore nella vita ed è su queste domande “personificate” (le tre entità/signore celestiali) che si struttura lo sviluppo narrativo del film. Il viaggio interiore di Meg inizia con un amore ferito, con un padre che l’ha abbandonata, nonostante la promessa di non sparire mai. Tale amore ferito si trasforma in lei in sfiducia e rabbia nei confronti dell’ambiente e delle persone che la circondano ma conserva in sé il desiderio e la potenzialità di rigiocarsi attivamente; in altri termini, Meg è solo in cerca di un’occasione per mettersi alla ricerca dell’amato padre perduto.

L’amore vero non è una parola astratta ma ha sempre una connotazione esperienziale: rimanda ad un amato/a e ad un sentirsi amato/a e all’energia attrattiva, insita in questa dinamica relazionale, che con insistenza chiama le due parti a ricongiungersi. Giocarsi in un cambiamento di vita in forza di un’esperienza di amore parte sempre dalla domanda fondamentale: “Per chi?” Una domanda che riconduce all’amato/Amato e che rimanda al desiderio di giocarsi in un amore esclusivo nel senso positivo del termine: un amore di intimità, di predilezione. Riconosciuta l’esigenza di mettersi in cammino alla ricerca di questo amore, nel prosieguo dell’avventura i tre ragazzi fanno propria una seconda domanda di senso: “Che cosa significa per me?” L’immagine usata è quella di una luce progressiva che li invade e che rileva il significato ultimo della loro esistenza. Fuor di metafora lasciarsi affascinare attivamente da una novità di vita che genera significato apre all’amore e ad una progressiva illuminazione interiore che rivela il senso della vita e l’originario legame all’amato/a – per la esperienza religiosa cristiana, rivela l’intimo legame a Gesù Cristo L’ultima domanda di senso richiama il dare forma definita ad una speranza che finora ha solo solleticato mente e cuore di Meg: rincontrare l’amato papà. Tale domanda esistenziale chiede di giocarsi fattivamente in un cammino, in una responsabilità progressiva che dice un coinvolgimento concreto e non astratto per la causa in cui si crede. Meg si fida del fratello e dell’orizzonte di speranza offerto dalle Signore e avvia il suo cammino lasciandosi condurre “nelle pieghe del tempo”. Nel mondo nuovo sin da subito si delinea il significato ultimo di questa avventura: armonizzare se stessa – limiti, insicurezze, ferite esistenziali – con l’universo è essenziale per la riuscita del cammino stesso e per trovare finalmente l’amato

Il dono del discernimento

Amore non guarda con gli occhi ma con l’anima (W. Shakespeare)

Avere un piano è essenziale (W. Churchill)

Le guide spirituali Discernimento Tre regali
Mrs Who (signora Chi) Riconoscere Nuovi occhi (cf Mt 9, 27-31)
Mrs Whatsit (signora Cos’è) Interpretare La grazia del limite (cf 2Cor 4,1-15; 12,1-10)
Mrs Which (signora Quale) Scegliere Il comandamento nuovo: restate insieme (cf Gv 13,31-35)

Strutturare un piano per districarsi nelle pieghe del suo travagliato mondo interiore è fondamentale per la crescita di Meg che la porta a definire una scelta e cambiare totalmente la sua percezione della vita. Guidata dalle tre entità spirituali (Who, Whatsit, Which) e accompagnata da Charles e Calvin nel suo cammino, Meg opera un vero e proprio discernimento spirituale che le permette di riconoscere i movimenti del cuore, di leggere gli eventi e dare nome ai sentimenti, di dare vitalità ad una speranza, di rigiocarsi nella fiducia e nell’amore, di definire di una cammino, di riconoscere lo spirito del male e i suoi inganni, di vincere paure e riconciliarsi con le proprie ferite esistenziali, di trovare la persona amata, di scegliere per il meglio per la sua e altrui esistenza, di responsabilizzarsi in un progetto nuovo di vita… Nel recente Documento preparatorio al Sinodo[2] sui giovani e nel magistero stesso di papa Francesco il discernimento costituisce non solo uno strumento utile ma uno stile da assumere come singoli e come Chiesa. Le persone oggi – e in particolare i giovani – sentono molto la difficoltà di riconoscere e giocarsi responsabilmente in una scelta di vita e per questo imparare il come discernere esperienze, vissuti e sentire interiore diventa necessario per trovare la propria strada. Quale strada imboccare? Come trovare un principio unificatore che metta insieme i vari aspetti della vita e che le dia senso? In che modo rileggere la propria storia come storia di salvezza, benedetta e accompagnata da Dio? Domande di senso, come già descritto, che delineano un vero e proprio percorso di discernimento… Entrare in questo cammino significa immettersi in un processo di crescita vissuto nello Spirito, illuminato dall’ascolto della Parola di Dio, accolto e accompagnato dalla Chiesa.

Le tappe del discernimento

Evocativamente avventure e battute del film possono essere lette in parallelo con la proposta a tappe del discernimento descritta nel documento di preparazione al Sinodo[3]: tre tappe attraverso i tre verbi di riconoscere, interpretare, scegliere. A queste tre azioni nel film possiamo facilmente far corrispondere i tre relativi doni che le Signore fanno ai ragazzi e, in particolare, a Meg: i nuovi occhiali, il riconciliarsi con i propri difetti e l’ordine del rimanere insieme.

Riconoscere

[Gesù] toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. (Mt 9,29-30) Meg con i suoi nuovi occhiali riesce a dare senso ad uno spazio vuoto (l’immagine della stanza totalmente bianca) trovando la strada che la condurrà all’incontro con il papà disperso.

Riconoscere è imparare ad avere “nuovi occhi”, ossia a diventare coscienti di una visione nuova del mondo e di se stessi in forza della relazione di fiducia con la persona amata che costringe a cambiare priorità e prospettiva – per l’esperienza spirituale cristiana, la fede in Gesù e la relazione intima con lui donano al credente occhi nuovi che gli permettono di vedere il Regno oltre il mondo. Nella tappa del riconoscere si inizia a prendere familiarità col proprio mondo interiore facendolo diventare chiave di lettura della realtà… Riconoscere è fare memoria dell’intensità delle emozioni vissute e di come l’amore ha generato significati, creato movimenti, ispirato la propria esistenza.

Interpretare

Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta. (2Cor 4,7)

Guidata dai tre spiriti buoni e, in particolare dalla Signora Cos’è, Meg comincia a dar nome alle cose, ai vissuti e a conoscere profondamente se stessa. Nello sviluppo narrativo della pellicola, Meg acquisisce una graduale familiarità nel discernimento, ossia nel fare suoi gli insegnamenti buoni e smascherare quelli cattivi. L’opera delle tre entità angeliche infonde nella protagonista una speranza, uno spirito di positività, di luce, di verità e autenticità e, insieme, di apertura di nuovi orizzonti, di universalità, di pienezza, di integrazione, di armonizzazione… In sintesi, di gioia nel fare suo il ricredere nell’amore. Di contro l’opera dello spirito cattivo, di Lui, tenta continuamente di ingannarla e di costringerla a ripiegarsi su se stessa, facendo diventare difetti e ferite esistenziali occasione di sfiducia profonda, scontro e rassegnazione. Lui innesca in Meg un dinamismo regressivo che la induce a percepire un senso di vuoto, di confusione, di ambiguità, di disistima, di paura, di accusa nell’uso di argomentazioni falsamente buone, astratte e irreali. Come secondo regalo, a Meg viene fatto il dono dei propri difetti. La protagonista interpreta quello che ha imparato a riconoscere alla luce degli insegnamenti delle tre Signore. In questa fase, oltre alla memoria, Meg fa funzionare la propria intelligenza, affinando la sua percezione interiore, accettando le ferite esistenziali e riconciliandosi con esse. Il riconoscersi amata per i propri difetti e il capire che il volere bene si gioca proprio sui limiti come luogo di incontro con l’altro diventa una svolta esistenziale e “vocazionale” per Meg. I limiti, infatti, sono il luogo in cui non si è autosufficienti (in particolare il film rievoca la relazione con il fratellino Charles) ma si ha bisogno dell’incontro, di essere accuditi e amati. Fuor di metafora e facendo nostra la prospettiva ampia dell’amore che abbraccia ogni essere umano, nell’esperienza spirituale cristiana il discernimento propriamente detto avviene necessariamente all’interno di una relazione personale con Gesù Cristo e nella chiamata alla sequela. Il discernimento è la naturale conseguenza di familiarità e intimità con Cristo che chiama a seguirlo e a servire la Chiesa in un modalità del tutto originale che è espressione profonda del proprio essere.

«L’arte del discernimento richiede una continua attenzione a se stessi, non solo all’inizio di un cammino. Occorre essere maggiormente attenti proprio quando si procede nel bene. Proprio in quelle situazioni può capitare infatti che il Divisore si presenti sotto le sembianze di un pensiero positivo, di un’emozione forte, di un’intuizione interessante e apparentemente capace di donarci gioia. Dice Ignazio di Loyola: “È proprio dell’angelo cattivo, che si trasforma in angelo di luce, entrare con il punto di vista dell’anima fedele e uscire con il suo: suggerisce, cioè, pensieri buoni e santi, conformi a quell’anima retta, poi a poco a poco cerca di uscirne attirando l’anima ai suoi inganni occulti e ai suoi perversi disegni” [Ignazio di Loyola, EESS 332].
[…] Nel discernimento si tratta di prestare dunque una grande attenzione agli effetti delle mozioni stesse per cogliere che cosa l’uomo debba operare nella specifica situazione nella quale si trova, se cioè debba accettare e seguire oppure rifiutare e contrastare queste mozioni»[4].

Scegliere

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi… (Gv 13, 34)

Dei regali fatti dalle entità angeliche uno solo è per tutti e tre i ragazzi: la Signora Quale dà ordine di restare uniti. Nel punto critico di risoluzione per l’happy ending del film diventa decisivo per Meg questo comandamento grazie al quale fa memoria dei vissuti e del legame alle persone amate, persone che ha scelto di voler bene non per quello che fanno – in bene o in male – ma per quello che sono. Nonostante l’oscurità incomba con tutti i suoi inganni, questa risulta essere la tappa finale di tutto il processo di discernimento per Meg ed il momento nel quale nella libertà sceglie, rispondendo a una chiamata di amore, giungendo a una risoluzione. Nell’ esperienza spirituale cristiana il cammino del discernimento ha qui una tappa decisiva. I due passi precedenti permettono d’identificare con chiarezza il “chi” e il “come” per la propria vita. Ora il “quale scelta fare” in concreto per il Regno di Dio (per esempio la scelta dello stato di vita) stimola ad incarnare la radicalità evangelica in uno stile di vita, in un carisma specifico, in una vocazione, in un servizio per la Chiesa.

Guerrieri della luce

Calvin – All’improvviso ho sentito di dover venire proprio qui.

Charles Wallace – In realtà sei stato chiamato!

Mrs Which – Sii una guerriera. Vuoi?

Il richiamo dell’universo Combattere l’oscurità Vocazione
Stavo aspettando un momento magico (Sia, Magic) Camazotz è un pianeta con molte facce – vi sembrerà di conoscere cose che non conoscete Trovare la frequenza giusta e avere fiducia in chi siete
Sono venute a vedere il fuoco che brucia nel tuo cuore

Vogliono essere testimoni di quest’amore fin dall’inizio (Sade, Flower of the Universe)

Concentrasi sulla luce in presenza dell’oscurità Non si tratta più di trovare ma di salvare
Potrei essere una guerriera…

Salverò la luce nelle vostre vite

Guarda solo in profondità per trovare te e me (Chloe and Halle, Warrior)

L’unica cosa nell’universo che viaggia più veloce della luce è l’oscurità Affrontare l’oscurità per dare luce all’umanità

Nella pellicola un ulteriore arricchimento è rappresentato dalla colonna sonora che nel graduale sviluppo della trama rievoca simbolicamente i passaggi interiori della protagonista – e anche dello spettatore che nel frattempo si è immedesimato. Meg vive un malessere esistenziale per la scomparsa del padre, una caparbia non volontà di perdere la speranza e un desiderio implicito di un darsi da fare per uscire da questa situazione. L’avventura parte da un evento significativo, da un momento magico: l’incontro di Meg e dei suoi amici con le tre Signore. Di qui si apre l’orizzonte di nuova possibilità e nel cuore di Meg si riaccende la speranza del poter riabbracciare l’amato papà. L’avventura conduce i tre ragazzi ad esplorare nuovi mondi nell’ universo, incontrare nuove creature, imparare nuovi linguaggi, far sbocciare le potenzialità della propria natura umano-spirituale. Meg nel corso dell’avventura impara ad essere pienamente se stessa, a credere nell’amore, ad accettare se stessa, a riconciliarsi con le proprie ferite e a prendere contatto vitale con l’intuizione originaria e originante del suo essere: la chiamata a divenire guerriera della luce che combatte contro l’oscurità. Nell’esperienza religiosa cristiana ogni discernimento spirituale è vocazionale. Spirituale e vocazionale sono due “pieghe del tempo – l’una estensiva e l’altra intensiva – che fanno riferimento ad una medesima realtà: cammino di ricerca, conoscenza di sé profonda e redenta e decisione per la volontà di Dio[5]. Volendo concludere, in un’originale rilettura di questo film ricco di tanti insegnamenti che fin da subito affascina lo spettatore perché trasmette luce e armonia, la parola vocazione diventa il punto di arrivo di un percorso di domande esistenziali e di discernimento spirituale che i protagonisti vivono. In altri termini, il film “Nelle pieghe del tempo” è non solo una avventura fantasy, ma un racconto simbolico e concreto per aiutare a districarsi nelle “pieghe” degli eventi della vita, ad acquisire strumenti per strutturare un progetto per il bene e a trovare il modo di come giocarsi attivamente nel portare luce all’umanità.

[1] Nelle Pieghe del Tempo (A Wrinkle in Time) è basato sul romanzo omonimo del 1963 della scrittrice statunitense Madeleine L’Engle. La scrittrice, famosa per i suoi libri per bambini, riflette nelle sue opere fantasy la sua fede cristiana e il forte interesse per la scienza moderna: il tesseratto, per esempio, è una delle immagini chiave del libro e del film in esame.

Kairos è il nome con cui viene identificato il ciclo di opere di L’Engle di carattere fantasy e che simbolicamente raccontano una percezione diversa del tempo, intensiva e non estensiva, che ha una natura simbolica, che è ricerca di senso, che tocca l’interiorità e apre all’eternità… Il termine kairos per l’appunto!

[2] Cf Sinodo dei Vescovi – I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, in www.vatican.va.

[3] Cf Ibid., cap. II.2.

[4] L. Piorar, «Ricoscere, interpretare, scegliere. Le tappe del discernimento», in La Rivista del Clero Italiano, 5/2017, pp. 378-388.

[5] Nello specifico, la vocazione in senso stretto fa riferimento a una decisione che riguarda la volontà di Dio circa un punto particolare: la scelta dello stato di vita, mentre il discernimento spirituale abbraccia il tutto della vita e le singole decisioni per il bene che danno corpo a tale scelta di vita definitiva.