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Il sapore delle origini

Riportiamo una citazione contenuta in un testo di José Tolentino Mendonça: La mistica dell’istante. Imparare il gusto delle origini è riscoprire il Principio (Gen 1,1; Gv 1,1) la Roccia da cui siamo stati tagliati (Is 51,1) la vita del Padre.

 

«Un vecchio contadino calabrese, dovendo sottoporsi a una serie di visite mediche, va a trovare il figlio avvocato che vive a Milano. Lo scontro fra campagna e città non potrebbe essere più forte. Quell’uomo anziano e legato alla terra si sente strappato dalle sue radici e si stupisce di come il figlio possa sopportare quella vita, quel ritmo estenuante, quel palazzo dove i vicini non si conoscono, quel cibo senza sapore. Una sera in cui la nuora è in viaggio e il figlio torna casa soltanto all’ora di cena, il vecchio decide di fargli una sorpresa. Quando si siedono a mangiare, i piatti sono già a tavola, ben coperti per tenerli in caldo, e il figlio, ancor prima di parlare, ne scopre il contenuto attraverso l’odore: “Quell’odore noto, ma inclassificabile; vecchio e caro. Quell’odore…”. Era pane fritto, meravigliosa frittata di pane contadina, condita con basilico ed erbe genuine che il vecchio, in mezzo alla confusione della città, aveva scovato grazie al suo olfatto in un negozietto un po’ nascosto. Mentre il figlio mangia, si apre lentamente una porta nella sua memoria. E alla sua mente accorrono pastori e castagneti falò nei campi e canzoni, appetiti infantili e mani materne. D’improvviso il padre comincia a parlare in dialetto calabrese e lui gli va dietro. Sono ore felici come non ce n’erano state da quando i due si erano ritrovati. E alla fine della cena, prima di darsi la buonanotte, si salutano con un abbraccio. Un abbraccio forte, che manifesta una complicità affettiva rinnovata» (José Tolentino Mendonça, La mistica dell’istante, 71).