N.04
Luglio/Agosto 2020

Ripartire dalla memoria del cuore

“The Farewell. Una bugia buona" di Lulu Wang, storia di una giovane dispersa che ritrova se stessa e il suo domani grazie alla famiglia

Passato quasi in sordina alla 14a Festa del Cinema di Roma, il film “The Farewell. Una buona bugia” (2019) della regista Lulu Wang si è rivelato una delle sorprese della stagione invernale, facendo irruzione come titolo indipendente ai Golden Globe 2020 e aggiudicandosi il premio per la miglior attrice, Awkwafina. 

La storia: Billi (Awkwafina) è una giovane donna di origini cinesi, ma americana di adozione; cresciuta nella terra a stelle e strisce, dove i suoi genitori si sono trasferiti lì in cerca di fortuna, oggi Billi è una trentenne irrisolta, senza lavoro, legami e incompresa. A destarla dal suo torpore arriva la notizia che la nonna Nai Nai (Shuzhen Zhao) è malata; tutti quindi fanno rientro in Cina, con la volontà di nascondere all’anziana la verità sulla sua condizione. Inizia una piccola farsa a fin di bene, per poter trascorrere momenti spensierati. Tutti sono d’accordo ad eccezione di Billi… 

Conciliando sguardi mélo con pennellate di umorismo garbato, “The Farewell. Una buona bugia” racconta lo spaesamento di una giovane tra vita personale e appartenenza nella società globale. Un primo livello del racconto è di certo introspettivo, una radiografia dell’animo deragliato della giovane Billi: la ragazza vive un momento di crisi, si sente incapace di reagire o di trovare una strada da percorrere. A questo si aggiunge la notizia della malattia della nonna, che rappresenta l’ancoraggio nella tempesta, la memoria del cuore. E proprio quella nonna lontana diventa il fronte da cui ripartire: accanto a lei, Billie ritrova se stessa e la voglia di rimettersi in gioco.  

Nel secondo livello narrativo, la regista, Lulu Wang, innesta una riflessione sul rapporto individuo-società, rimarcando come il nostro abitare il mondo ha bisogno di ancoraggi solidi e riferimenti precisi, a cominciare dalla famiglia. In Billi, c’è l’emblema della comunità dispersa, divisa tra due continenti: negli Stati Uniti, in una grande metropoli, tutto è veloce, inebriante, ma segnato da solitudine; in Cina, dove la famiglia risiede, sperimenta senso di appartenenza e comunità accogliente.  

“The Farewell” è un racconto fluido e coinvolgente, che regala suggestioni interessanti e momenti di gioiosa leggerezza. Dal punto di vista pastorale, la Commissione nazionale valutazione film CEI (www.cnvf.it) valuta il film consigliabile, problematico e per dibattiti. 

 

 

Schermi paralleli. Sullo stesso tracciato “Tutto quello che vuoi” (2017) di Francesco Bruni, commedia italiana su un ventenne senza meta, deragliato, che ritrova se stesso e fiducia nella vita dialogando con un anziano scrittore, uno straordinario e poetico Giuliano Montaldo.